Clamorose le ultime notizie che arrivano dalla Francia sull’unico terrorista Isis in carcere per la tragedia di Parigi al Teatro Bataclan e non solo dello sorci 13 novembre: gli avvocati di Salah Abdeslam hanno annunciato di aver rimesso il mandato e di fatto non saranno più i legali della difesa del soldato del Califfato, in silenzio dal momento della cattura e in costante radicalizzazione, annunciano i media francesi. «Abbiamo detto fin dall’inizio… che se il nostro cliente fosse rimasto in silenzio noi avremmo abbandonato la sua difesa», raccontano Frank Berton e Sven Mary. Continua infatti ad avvalersi della facoltà di non rispondere Salah e in questo modo le possibili ipotesi fatte dalla difesa in un primo momento non vedono ormai più luce. Al momento, inoltre, l’imputato non vuole essere assistito da alcun altro avvocato, con la Bbc che rilancia dicendo che «l’assistenza legale non è obbligatoria durante le indagini ma lo sarà durante il processo». Chiusura degli avvocati con stoccata allo stesso Salah: «Le vere vittime di tutto questo sono le vittime degli attacchi di Parigi, perche’ hanno il diritto diritto di sapere la verità ed hanno il diritto di cercare di comprendere l’incomprensibile» (fonte Ansa).
Meno di 500mila firme raccolte, il numero necessario perché una proposta di referendum possa essere riconosciuta. I promotori dei quattro quesiti referendari contro la legge 107 detta della Buona scuola non sono stati in grado di farlo e così oggi la Cassazione ha fatto sapere che non ci terrà alcun referendum al proposito. I sostenitori del referendum in sostanza chiedevano che ogni donazione da parte dei cittadini andasse esclusivamente alla scuola pubblica; che venisse abolita la possibilità da parte del preside di scegliere personalmente i docenti; di abrogare il limite minimo di 400-200 ore in azienda; di abrogare il potere del dirigente scolastico di scegliere i docenti a cui dispensare il premio salariale per merito.
Tutti i familiari di ufficiali dell’esercito russo che risiedono all’estero devono tornare immediatamente in patria. E’ l’inquietante ordine dato personalmente da Putin, secondo quanto riportano media locali. Inoltre a tutti i pubblici dipendenti che hanno figli che vanno in scuole straniere è stato ordinato di portarli via da esse. Un ordine che può avere un significato soltanto: il timore che una guerra mondiale possa cominciare da un momento all’altro. Come si sa le relazioni tra Stati Uniti e in generale l’occidente con la ERussia non sono mai state così basse e litigiose dai tempi in cui ancora esisteva il Muro di Berlino. Tra il Medio oriente, la guerra in Siria e l’Ucraina la paura di raggiungere il livello rosso, uno scontro mondiale, è già stata raggiunta in diverse occasioni. Proprio in queste ore poi Putin ha cancellato un viaggio già previsto in Francia, proprio a causa delle feroci opinioni discordanti sulla guerra in Siria.
Bambini “terroni” schedati. Succede nel Regno Unito dove alcune scuole hanno inviato ai genitori degli alunni schede da compilare in cui si chiede se siano “italiani”, “italiani napoletani” o “italiani siciliani”. Secondo i responsabili dell’iniziativa essa ha come scopo stabilire la provenienza etnica dei nuovi alunni per fornire ai bambini ed eventualmente anche ai genitori assistenza linguistica per imparare meglio l’inglese. Ma molte famiglie non l’hanno pensata in questo modo e hanno denunciato un tentativo di discriminazione razziale. E’ intervenuta anche l’ambasciata italiana a Londra che ha chiesto di modificare il contenuto della scheda: “L’Ambasciata d’Italia nel Regno Unito è intervenuta per richiedere la modifica di talune categorizzazioni regionali riferite all’Italia comparse sui moduli online per l’iscrizione scolastica in alcune circoscrizioni in Inghilterra e nel Galles” ha fatto sapere la sede diplomatica. Il nostro ambasciatore ha anche fatto notare che dal 1861 l’Italia è un paese unificato, non esistono italiani napoletani o siciliani.
Sono ventinove le persone fermate e arrestate nell’ambito di una operazione della Guardia di finanza di Vicenza. Si tratterebbe come è stata definita di una “colossale e sistematica” frode fiscale internazionale: fatture false per circa un miliardo di euro. Gli arrestati sono stati fermati non solo in Italia ma anche all’estero. Coinvolte aziende che si occupavano di commercio di prodotti di alta tecnologia, tablet e televisioni, e alimentari come farina, zucchero, latte in polvere. Tramite una serie di aziende “cantiere” si evadevano le imposte.
No alla pratica dell’utero in affitto. Lo ha sentenziato il Consiglio europeo in assemblea parlamentare: i no sono stati 83, i sì 77, sette gli astenuti. Per essere approvato il rapporto sull’utero in affitto, che conteneva anche aperture alla maternità surrogata, doveva ottenere il favore dei due terzi dei votanti. I parlamentari italiani in maggioranza hanno votato contro. Nel dettaglio ha votato no tutta la delegazione del Movimento 5 stelle, Forza Italia tranne Giro, la rappresentante del gruppo misto, il Pd tranne Nicoletti che ha votato sì.. Lo scorso 21 settembre la Commissione salute del Consiglio europeo si era già espressa contro; “dovrebbe essere proibito perché è una violazione della dignità umana, comporta il rischio di ridurre i bambini a una merce e può portare allo sfruttamento delle madri surrogate”. Divisi a metà tra no e sì i gruppi inglese e tedesco, mentre belgi, olandesi, portoghesi, cechi e ciprioti hanno votato compatti per il no.
Approvato quest’oggi il decreto legge che fissa gli aiuti economici per la ricostruzione del sisma di fine agosto. Il decreto che consta di 53 articoli, prevede un rimborso totale delle spese per gli edifici privati, spese che saranno attinte dai circa 3 miliardi e mezzo messi a disposizione dal governo. Oltre 1 miliardo di euro sono inoltre destinati alla ricostruzione degli edifici pubblici. La legge inserisce nella lista dei comuni da aiutare ben 62 centri, con particolare attenzione a quelli che il sisma ha distrutto completamente come ad esempio Amatrice. Ed è proprio ad Amatrice che oggi in attesa dell’approvazione del decreto ha voluto recarsi il premier Renzi. Il Presidente del consiglio ha rinnovato la sua promessa di “aiutare” il piccolo borgo, un aiuto che già arriva dall’imprenditoria privata. È di oggi infatti la notizia che la nota casa calzaturiera “Tod’s” ha deciso di aprire un “centro di produzione” ad Arquata, altro piccolo centro distrutto dal sisma.
Dopo l’infuocata direzione di partito di ieri, direzione dalla quale la minoranza DEM ha ricevuto un “out out” dal segretario, che ha minacciato finanche l’esplulsione dal partito in caso di mancato “allineamento” al referendum, l’ex segretario del Partito Democratico, Bersani, lancia una piccata replica. Per Bersani il PD è la sua casa, una casa da cui sarà espulso solamente con..l’esercito. la tensione insomma non si placa in casa del partito di governo, con molti esponenti che non hanno gradito il tono di Renzi. Lo stesso Cuperlo, già in lotta per il “segretariato” ha sottolineato come in caso di continuazione della lotta fratricida è pronto a votare no, e a dimettersi immediatamente da deputato. Le critiche però sembrano non colpire il leader del partito, l’ex sindaco fiorentino si è detto disponibile al dialogo, ma solo dopo aver portato a casa la vittoria al referendum del 4 dicembre.
Un’uscita dura potrebbe affossare l’economia britannica facendogli perdere fino a 10 punti di PIL. Queste le stime degli analisti del tesoro inglese, che hanno valutato diversi scenari di uscita. La più preoccupante è quella definita “hard”, uscita che non prevede accordo con i vertici dell’unione. In questo caso la perdita stimata per l’economia inglese potrebbe arrivare fino a 73 miliardi di euro. Dopo la pubblicazione del report cautela degli organi politici di sua maestà, che hanno sottolineato che faranno di tutto per rendere l’abbandono all’Europa il più morbido possibile. In tale contesto confermate le misure economiche che vedono proseguire gli “aiuti statali” ai studenti europei impegnati sul territorio inglese.
È bastato un laconico comunicato dell’azienda coreana, comunicato con cui si annunciava il “ritiro dalla produzione” per il “Note 7” per fare precipitare il titolo in borsa, con un danno stimato di milioni di dollari. i vertici dell’importante gruppo tecnologico sono stati spinti a prendere la drastica decisione dopo le continue esplosioni del dispositivo, immesso da poco sul mercato. La Samsung aveva cercato di limitare gli effetti negativi con un imponente “campagna di richiamo”, alla fine però si è dovuta arrendere e ha deciso per il ritiro totale, riconoscendo a quanti avevano acquistato l’ultimo ritrovato tecnologico un “buono” di circa 40 dollari. Dal comunicato non si evincono le cause del malfunzionamento del telefonino, che rappresentava il prodotto di nicchia dell’azienda.