Mentre si svolgeva ieri l’udienza per il processo a carico di Padre Graziano, presunto assassino di Guerrina Piscaglia, proprio a Ca’ Raffaello, in provincia di Arezzo, sono riprese le ricerche del corpo. Secondo le novità sul caso riportate dal sito ArezzoNotizie.it, in concomitanza con l’udienza che ha segnato anche le ultime tappe del processo prima della sentenza, nella zona dalla quale Guerrina Piscaglia ha fatto perdere le sue tracce è giunto il sensitivo Warwick intenzionato a trovare il cadavere della casalinga 50enne misteriosamente scomparsa il primo maggio 2014. Craig Warwick, noto medium televisivo, ieri si è recato sul luogo del presunto delitto e si è poi mosso in zona Val di Lupo, nei pressi di un rudere poco distante dalla canonica del paese e dalla quale si sarebbero perse per sempre le tracce della donna. Al momento non si conosce l’esito positivo di queste ricerche ma è emblematica la presenza del sensitivo in quella zona. E’ qui che Padre Graziano avrebbe potuto occultare o distruggere il cadavere di Guerrina Piscaglia?
Nella giornata di ieri presso il Tribunale di Arezzo si è celebrata una nuova udienza del processo a carico di Padre Graziano, il frate congolese accusato del delitto di Guerrina Piscaglia. Il processo è ormai giunto agli sgoccioli ed entro la fine del mese dovrebbe arrivare l’attesa sentenza. Nell’ultima udienza, a prendere la parola come rivelato appena sotto sono state le parti civili, che si sono definite concordi con la richiesta del pm relativa alla condanna a 27 anni di reclusione a carico di Padre Graziano. In merito alla richiesta di risarcimento a carico di Padre Graziano, l’avvocato di Mirko e Lorenzo Alessandrini, rispettivamente marito e figlio di Guerrina Piscaglia, avrebbe commentato al termine del suo intervento, come rivela Arezzonotizie.it: “Che sia la Corte a stabilire il risarcimento”. Tra gli avvocati di parte civile, Paolo Leonardi che rappresenta le sorelle di Guerrina Piscaglia, ha chiesto alla Corte d’Assise di prendere in esame le aggravanti quali i futili motivi. Se fosse confermato questo, in caso di condanna la pena potrebbe essere superiore rispetto ai 27 anni richiesti dalla pubblica accusa.
Si è svolta ieri una nuova importante udienza a carico di Padre Graziano, il religioso accusato dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere di Guerrina Piscaglia, la casalinga di Ca’ Raffaello misteriosamente scomparsa il primo maggio 2014. Il processo a carico del frate di origini congolesi è ormai giunto alle battute finali, dopo la precedente udienza nella quale il pm ha chiesto una condanna a 27 anni di carcere a carico di Padre Graziano, ritenuto l’assassino di Guerrina Piscaglia. Ieri, a scendere in campo sono stati gli avvocati di parte civile, tutti concordi con la richiesta di condanna della pubblica accusa. Come rivela il quotidiano La Nazione nella sua edizione online, l’accento ieri è stato posto su tutti gli elementi che incastrerebbero il prete, ex guida spirituale di Guerrina Piscaglia, almeno fino al giorno della sua misteriosa scomparsa. Dai tabulati telefonici agli sms che lo andrebbero ad incastrare alle sue responsabilità, passando poi per i depistaggi tra i quali emerge la fantomatica quanto emblematica figura dello Zio Francesco. A prendere la parola nel corso dell’udienza è stata anche l’avvocato Chiara Rinaldi, che nel processo contro Padre Graziano rappresenta gli interessi di una nipote di Guerrina Piscaglia, la quale ha usato parole pesantissime contro il religioso, asserendo: “L’ha ammazzata con le sue mani, le stesse mani con le quali subito dopo ha consacrato il corpo di Cristo”. Ad intervenire è stato anche l’avvocato Nicodemo Gentile dell’associazione Penelope che ha definito l’imputato “un prete boccaccesco” ed affetto di “bugiardite”. Per il legale andava “ridotto allo stato laicale”, anche alla luce delle sue frequentazioni con prostitute. Il difensore di Mirko Alessandrini, marito di Guerrina Piscaglia, ha invece mostrato in aula una foto di Lorenzo, il figlio disabile, chiedendo che sia fatta giustizia e chiarezza sulla scomparsa della donna almeno per il giovane 25enne che dal giorno in cui si sono perse le tracce della madre non riesce a darsi pace. Nel corso della nuova udienza in Corte d’Assise ad Arezzo ovviamente era presente anche Padre Graziano che ai giornalisti, prima che le parti civili potessero prendere la parola, ha commentato con un secco: “Non me ne frega nulla”.