Sono stati effettuati sette arresti ed è stato smantellato un sistema di corruzione da 29 milioni di euro. E’ questo il bilancio di un’indagine su presunte tangenti a L’Aquila dopo il terremoto che ha colpito la cittadina nel 2009. A riportare i risultati dell’operazione è il Tg1: un imprenditore umbro ha denunciato un “sistema del 12%”. Dopo il sisma lui si era aggiudicato “tre appalti per il valore di 8 milioni di euro ma il direttore dei lavori gli avrebbe chiesto una tangente del 12%, ovvero di 960mila euro”. Da qui è partita l’inchiesta della procura di Pescara sulla ricostruzione di case private. Sono finite agli arresti domiciliari 7 persone tra cui pubblici ufficiali, tecnici progettisti e imprenditori e 11 persone risultano indagate. E anche la scuola materna di Bugnara, in provincia de L’Aquila, è finita sotto inchiesta: per la ricostruzione dell’edificio pubblico sarebbe stata versata “una tangente di 10mila euro con la promessa di altri 130mila”. Secondo l’accusa si tratta di un sistema che gli stessi intercettati-indagati hanno definito “piano abruzzo”: “gli appalti da spartirsi ammontavano a 29 milioni di euro”.



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