Sulla polemica su Dario Fo repubblichino interviene anche lo scrittore e opinionista Giampiero Mughini che scrive a proposito un lungo commento sul sito Dagospia. Mughini si dice “stupito che innanzi alla morte di Fo prevalga su tutti il fanatismo dell’appartenere politico-ideologico. Gli danno addosso quelli che non condividevano le sue idee politiche, e per quanto chiamarle idee sia un eufemismo”. E aggiunge appunto riguardo a Dario Fo “torna e ritorna questa scemenza del rimprovero aguzzo di essere stato lui un repubblichino”. Ma che vuol dire?, si chiede Mughini, che però sottolinea: “Altra cosa beninteso, la sua aperta vigliaccheria nel non averlo mai riconosciuto al modo in cui andava riconosciuto”. Dunque si tratterebbe di un dibattito inutile secondo lo scrittore che ricorda così il suo rapporto con Dario Fo: “Non era un mio amico. L’ultima volta che l’ho incontrato, nel vagone ristorante di un treno, apertamente s’è negato al salutarmi. Probabilmente perché avevo scritto da qualche parte che le sue opinioni sul delitto Calabresi erano fesserie nude e crude. Avevo anche scritto che ero molto contento, quando il suo talento di uomo di teatro venne premiato da un Nobel”.
Non solo omaggi ma anche polemiche dopo la morte di Dario Fo, l’artista scomparso ieri a Milano a 90 anni. C’è chi ha ricordato per esempio il passato fascista di Dario Fo, stessa polemica che aveva investito anche Giorgio Bocca. Il Giornale ripercorre le posizioni politiche del Premio Nobel per la Letteratura 1997: “fu fascista, e pure volontario nella R.S.I. Secondo una sentenza del Tribunale fu anche un rastrellatore, avendo preso parte alle azioni militari del Battaglione Azzurro di Tradate (come da lui stesso riconosciuto) in cui era inquadrato. In qualche modo Fo cercò di nascondere ed edulcorare la sua militanza nelle fila del fascismo di Mussolini. Portò pure in Tribunale il quotidiano Il Nord che lo definì, appunto, fascista e rastrellatore”. Dunque nel passato di Dario Fo c’è stata anche la camicia nera: l’artista è poi successivamente diventato militante della sinistra per poi passare infine al grillismo.