I funerali laici oggi di Dario Fo non hanno placato le polemiche intorno alla figura dell’artista e premio Nobel per la Letteratura 1997 scomparso giovedì scorso. Dario Fo ha ricevuto tanti omaggi dopo la notizia della sua morte all’età di 90 anni per un enfisema polmonare. Ma non da tutti. C’è infatti anche chi ha sottolineato di non aver condiviso le sue idee quando Dario Fo era in vita e quindi, pur augurandogli l’eterno riposo, non gli ha reso omaggio. Riguardo poi alle affermazioni del figlio Jacopo che ha sottolineato come suo padre abbia subito anche la censura, le reazioni sono state di segno opposto. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha proclamato per oggi il lutto cittadino ritenendo che Dario Fo “abbia dato più di quanto abbia ricevuto da Milano. Non ci sono grandi segni di omaggio a lui e cercheremo di rimediare”. Contrario la posizione del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni che ha commentato: “Su Dario Fo mi sembra la fiera dell’ipocrisia. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala gli vorrebbe intitolare mezza Milano. Noi non dedicheremo una sala a Dario Fo, c’è un limite all’ipocrisia”.



Si è conclusa in piazza Duomo a Milano la cerimonia laica per l’ultimo addio a Dario Fo: i ‘funerali’ per l’artista scomparso giovedì scorso sono durati meno di un’ora. In apertura è stata suonata “Stringimi forte i polsi”, canzone scritta dallo stesso Dario Fo per la moglie Franca Rame. A dare inizio alla cerimonia è stato fondatore di Slow Food e amico del premio Nobel per la Letteratura 1997. La cerimonia è continuata poi con l’intervento del figlio di Dario Fo, Jacopo, che ha sottolineato: “Chi ha colpito i miei genitori ha perso, perché i miei genitori non hanno mai piegato la testa e sono stati accanto agli ultimi, parlavano con loro e raccontavano la vita reale”. Poi in conclusione ha dichiarato: “Noi siamo comunisti e siamo atei ma siamo anche un po’ animisti. Sembra incredibile che uno muore veramente dai…Sono sicuro che adesso sono lì insieme e si fanno delle grandi risate”. La cerimonia si è chiusa con l’esecuzione di “Bella Ciao” che è stata cantata da alcune migliaia di persone presenti in piazza.



E’ un ultimo saluto a Dario Fo segnato dalle polemiche quello in corso stamattina a Milano. In piazza Duomo si sta infatti svolgendo la cerimonia laica per il premio Nobel per la Letteratura 1997 scomparso giovedì scorso a 90 anni. Presente ai ‘funerali’ tantissimi cittadini e anche personaggi famosi e personalità politiche, tra cui Roberto Saviano, il sindaco di Torino Chiara Appendino e il sindaco di Roma Virginia Raggi. L’ultima polemica, come riporta la Repubblica, riguarda proprio il luogo della cerimonia di commemorazione per Dario Fo: un prete del Duomo avrebbe infatti provato a negare lo spazio del Sagrato per i ‘funerali’. Poi il luogo è stato confermato dopo una riunione con il Comune di Milano e la decisione che sul Sagrato ci sarebbero stati solo il feretro di Dario Fo e i familiari. Dopo la cerimonia la bara dell’artista sarà tumulata al Famedio al Cimitero Monumentale di Milano, accanto alla tomba della moglie Franca Rame scomparsa tre anni fa. clicca qui per la diretta streaming video e tv dei funerali di Dario Fo a Milano (dalle ore 11)



A Milano oggi è lutto cittadino nel giorno dei funerali laici di Dario Fo. L’artista premio Nobel per la Letteratura 1997 è morto giovedì scorso a 90 anni dopo un paio di settimane di ricovero in ospedale per un enfisema polmonare. Ieri il feretro di Dario Fo è stato esposto alla camera ardente al Piccolo teatro Strehler di Milano: i milanesi e non hanno potuto quindi rendere omaggio alla salma e in tanti, cittadini ed esponenti politici, si sono messi in fila sfidando la pioggia. Oggi secondo giorno di apertura della camera ardente prima della cerimonia funebre prevista alle 12 in piazza Duomo. Nel capoluogo lombardo le bandiere civiche sono a mezz’asta. Nel corso della cerimonia laica per l’ultimo saluto a Dario Fo parleranno il figlio Jacopo e l’amico dell’artista scomparso Carlin Petrini.  

Milano Piazza Duomo, la cornice per i funerali laici di Dario Fo: l’attore e autore morto due giorni fa all’ospedale Sacco di Milano, riceve oggi il suo ultimo saluto dalla città e da tutti i fan, parenti, amici del mondo dello spettacolo e politica, ma anche semplici cittadini che vorranno partecipare alla cerimonia rigorosamente laica, in piazza del Duomo. A partire dalle ore 12 arriverà la salma direttamente dalla camera ardente allestita presso il foyer del Piccolo Teatro Strehler con il seguito di amici, parenti, colleghi e semplici curiosi che vorranno salutare il maestro Dario Fo. Verranno letti alcuni testi e ricordati i momenti più intensi della sua carriera, con interventi di Roberto Saviano, anche se deve ancora confermare, Carlo Petrini patron di slow food e ovviamente il figlio Jacopo Fo che ricorderà così oltre a Dario Fo anche la madre Franca Rame. Dopo il funerale laico la salma del Nobel verrà sepolta nel Famedio del Cimitero Monumentale, accanto alle grandi personalità che hanno reso Milano importante e celebre in tutto il mondo. Assieme agli amici Gaber e Jannacci, ma anche a Manzoni, Carlo Porta e tutta la creme culturale e sociale della Milano degli ultimi 200 anni. Una Milano che oggi è in lutto cittadino per la morte di Dario Fo, come deciso direttamente dal primo cittadino Beppe Sala.

Una città che vorrà salutare, a prescindere da antipatie e simpatie per il Nobel con Mistero Buffo, il grande autore che ha saputo rivoluzionare il mondo culturale e comico milanese, con i compagni di mille avventure artistiche, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, Cochi e Renato, Celentano e tanti altri ancora. Amici prima di tutto e grandi innovatori: a Milano ha dato tanto, come ha spiegato ieri il Sindaco Beppe Sala recandosi alla camera ardente allestita proprio a Milano nel foyer del Piccolo Teatro Strehler. «Io penso che abbia dato più di quanto ha ricevuto da Milano. Non ci sono grandi segni di omaggio a lui e cercheremo di rimediare. Oggi è una giornata piovosa, tipica milanese ma io in mente ho la sua risata». L’ultimo “buffo” saluto che verrà dunque dato oggi a Dario Fo vedrà un largo dispiegamento di presenza televisiva, con i due canali all news, SkyTg24 e Rai News24 che seguiranno i principali momenti della cerimonia: a partire dalle 11.50 invece su Rai1 sarà proprio una diretta tv live con ovviamente anche l’utilizzo dello streaming video per poter seguire minuto dopo minuto i funerali laici dell’autore di Mistero Buffo. Dalla Piazza del Duomo gremita, appuntamento alle ore 12 di oggi, sabato 15 ottobre 2016.

Alla camera ardente allestita per rendere omaggio a Dario Fo, il premio Nobel per la Letteratura 1997 morto ieri a 90 anni, non erano stati previsti fiori ma una fotografia in cui l’artista era ritratto con in mano il pennello. Sono però arrivate fino a questo tre corone di fiori in omaggio a Dario Fo. La prima è stata quella del capo dello Stato Sergio Mattarella, seguita da quella del Teatro Gayarre di Pamplona. Terza in ordine di arrivo la corona di fiori della ‘sindaca di Roma’ (così si legge sulla scritta) Virginia Raggi. La camera ardente per Dario Fo è stata allestita a Milano al Piccolo Teatro Strehler: tanti i milanesi che nonostante la pioggia si sono messi in fila per un saluto all’artista scomparso i cui funerali laici si svolgeranno domani sempre a Milano in piazza Duomo. La morte di Dario Fo ha suscitato anche polemiche: lo stesso figlio Jacopo ha sottolineato come il padre sia stato anche censurato durante la sua carriera. 

La bara di Dario Fo campeggia in un sala del Piccolo Teatro Strehler, teatro in cui il “maestro” era di casa, e che oggi accoglie i grandi della politica e della cultura italiana. Uno dei primi ad arrivare, come racconta il Tg5, è stato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, l’esponente politico si è soffermato lungo con il figlio Jacopo ricordando i trascorsi di un artista che ha sempre preferito la città meneghina, malgrado quest’ultima in determinati momenti della sua vita lo “abbia ignorato”. Ed è stato lo stesso figlio a commentare sui social la vita del padre, un padre vicino ai suoi affetti più cari e celebrato solamente nel “momento della sua morte”. Fuori sotto la pioggia tanta gente comune, quella stessa gente con cui Fo si divertiva ad interagire, facendo decollare quel suo senso di istrionismo che lo ha reso famoso nel mondo. I funerali sono stati fissati per domani alle 12.00 in piazza duomo a Milano. Dario Fo sarà poi trasportato al cimitero di Famedio dove la salma sarà tumulata accanto a quella della moglie.

In questi due giorni il figli di Dario Fo, Jacopo, ha più volte ricordato bei momenti e animi meravigliosi nella storia del padre, ma anche sottolineato con durezza le secondo lui troppe parole “ipocrite” specie da chi ha sempre odiato quello che diceva e come lo diceva. Dopo l’affondo con tanto di menzione d’onore per Brunetta (“almeno lui ha avuto il coraggio di dire che non gli è mai piaciuto mio padre”) fino alle ultimissime parole dette da Jacopo Fo all’uscita stamani dalla camera ardente al Piccolo di Milano sul ruolo della censura contro suo padre. «In questo momento ci sono una serie di giornalisti che stanno facendo un’operazione ridicolo, dicendo che Dario Fo ha avuto un colpo di fortuna ad essere censurato perché questo gli ha dato successo». Per Jacopo però l’operazione è non solo ridicola ma ideologica: «ricordano quando fu censurato perché parlava dei morti sul lavoro, ma dimenticano quando denunciò che in Sicilia c’era la mafia». Dario Fo non ha mai «chinato la testa davanti alle violenze, alle aggressioni e a tutto quello che lui e mia madre hanno subito, perché era impensabile nel suo gusto di vivere», ha chiuso con l’Ansa ancora Jacopo Fo.

Sarà ancora una volta Piazza Duomo a salutare Dario Fo, dopo i recenti comizi assieme a Beppe Grillo per il lancio del M5s e per il saluto alla moglie scomparsa nel 2013, Franca Rame. Domani saranno invece i funerali, l’ultimo saluto al premio Nobel per la Letteratura e giullare “eterno”: sarà una funzione e celebrazione laica, con alcuni testi letti da amici e colleghi di Fo, tra cui ci saranno sicuramente il figlio Jacopo Fo e Carlo Petrini, patron di slow food. Nel cuore della città di Milano, alle ore 12 domani arriverà la salma direttamente dalla camera ardente allestita presso il foyer del Piccolo Teatro Strehler con il seguito di amici, parenti, colleghi e semplici curiosi che vorranno salutare il maestro Dario Fo. Secondo quanto annunciato da Rai News24 dopo il funerale laico la salma del Nobel verrà sepolta nel Famedio del Cimitero Monumentale, accanto alle grandi personalità che hanno reso Milano importante e celebre in tutto il mondo. Assieme agli amici Faber e Jannacci, ma anche a Manzoni, Carlo Porta e tutta la creme culturale e sociale della Milano degli ultimi 200 anni.

E’ stata aperta questa mattina la camera ardente per l’ultimo saluto a Dario Fo. Il figlio Jacopo l’aveva annunciato ieri su Facebook: “Sarà possibile salutare il Maestro Dario Fo da domani, venerdì 14 ottobre, dalle ore 9.30 fino alle ore 24.00 e sabato 15 ottobre dalle ore 8.30 fino alle ore 11.00 presso la camera ardente che sarà allestita al Piccolo Teatro Strehler in via Marco Greppi 1. Alle ore 11.00 di sabato 15 ottobre 2016 il feretro sarà accompagnato dalla camera ardente in Piazza Duomo per l’ultimo saluto alle ore 12.00 circa”. Sopra la bara di legno chiaro, come riporta Tgcom24, c’è una foto di Dario Fo che sorride, con una mano sfiora il mento mentre nell’altra ha un pennello appoggiato sopra la fronte. E accanto alla foto posta su un cavalletto da pittore, c’è uno sgabello con le tempere e i pennelli. Dopo i funerali Dario Fo verrà sepolto nel Famedio del Cimitero monumentale di Milano, il pantheon delle personalità illustri della città, accanto alla moglie Franca Rame. Il figlio Jacopo ha infatti spiegato che la famiglia ha accettato la proposta del Comune di Milano.

Dario Fo a Milano ha dato tanto, questo è innegabile: dal teatro allo Zelig, dal cabaret fino ai temi impegnati, dalla società alla politica: il grande Nobel per la Letteratura a Milano ha costruito una carriera. Dal teatro Strehler dove ha seminato “seguaci”, di cui il più famoso è certamente Claudio Bisio, o anche Antonio Albanese ma come loro tanti altri, e sopratutto ha costruito quella stagione d’oro della comicità, arte e impegno libero che ha visto passare in rassegna assieme a Fo i vari Cochi e Renato (Pozzetto), Celentano e per arrivare ai simboli forse della Milano culturale-arstistica, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. Amici prima di tutto e grandi innovatori: a Milano ha dato tanto, come ha spiegato oggi il Sindaco Beppe Sala recandosi alla camera ardente allestita proprio a Milano nel foyer del Piccolo Teatro Strehler. «Io penso che abbia dato più di quanto ha ricevuto da Milano. Non ci sono grandi segni di omaggio a lui e cercheremo di rimediare. Oggi è una giornata piovosa, tipica milanese ma io in mente ho la sua risata», afferma ai cronisti appena fuori il sindaco Sala.

Non mancano le polemiche sulla morte di Dario Fo, il premio Nobel per la Letteratura 1997 scomparsi ieri a Milano a 90 anni. E’ il figlio Jacopo infatti a scrivere un post sul proprio profilo Facebook in cui ricorda la censura subita dal padre durante la sua carriera: “Sì, adesso sono tutti a celebrare Dario. Dopo una vita che han fatto di tutto per censurarlo e colpirlo in tutti i modi. V…o. Onore a Brunetta che ha detto che mio padre non gli è mai piaciuto” (clicca qui per leggere). Renato Brunetta, capogruppo alla Camera per Forza Italia, ha dichiarato ieri di essere stato attaccato da Dario Fo per la sua altezza. Questo il tweet che Brunetta ha pubblicato: “#DarioFo. Nessuna ipocrisia, non mi era mai piaciuto. Con me usò termini razzisti facendo riferimento alla mia altezza. Pace all’anima sua”. Un tweet che ha suscitato reazioni negative ma che al contrario è stato apprezzato proprio dal figlio dell’artista scomparso.

Con la morte di Dario Fo, inevitabile pensare che l’eterno giullare avesse conquistato il Premio Nobel per la Letteratura. Buffo poi, fanno notare diverse testate nazionali, che a poche ore dopo la morte del comico, il premio sia stato assegnato invece a Bob Dylan. Due personalità che fanno parte di due mondi diversi e che in realtà presentano più di una similitudine. Entrambi infatti sono spiriti liberi, rivoluzionari, immersi completamente nella propria arte. Anche se diversa, hanno in comune molte cose: da una parte il teatro, palcoscenico in cui Dario Fo si muoveva con destrezza; dall’altra la musica, dove Bob Dylan è ritenuta un’icona del pop. La risata e lo scherno, l’ironia, sono state le fondamenta su cui si è basato Dario Fo, anche se, come riporta TgCom 24, affermava che “ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po’ le teste”. L’influenza, inevitabile, derivava dalla letteratura. Lo stesso elemento che alla fine ha oliato le ruote del carro messo in moto da Bob Dylan, creando dal nulla il genere folk-rock.

Oggi è morto e ha lasciato questo mondo ma con immagini e splendidi ricordi per chi lo ha conosciuto: anche chi, per motivo incredibilmente causale, ha condiviso con lui uno dei giorni più importanti della vita di Dario Fo, autore geniale scomparso questa mattina. Lo racconta oggi al Corriere della Sera Ambra Angiolini, che quel ottobre 1997 era in macchina per il programma Milano-Roma proprio con… il vincitore del Nobel in persona, Dario Fo. «Non c’era davvero niente di preparato. Se lo avessi saputo almeno mi sarei vestita meglio e avrei evitato quella riga nera sulle labbra. Il mio destino è spesso di esserci a prescindere dal ruolo che occupo. Fu buffo, Dario Fo ha sempre ridisegnato la realtà con la sua capacità di analisi e ironia e in fondo forse era il modo giusto in cui uno come lui doveva scoprire di aver vinto il Nobel. Lui è proprio rappresentato anche dal modo in cui ha appreso di aver ricevuto un premio così», con un cartello di una macchina a fianco il maestro vide scritto “Hai vinto il nobel!” e così tutti seppero di quel premio, in un mondo che ancora non aveva internet e social come aiuti principali per conoscere in tempo reale le notizie. Festeggiarono con due bottiglie di spumante in Autogrill, «Dario era quasi fuori giri, una cosa che non si può spiegare. Urlava “Franca!”, ma non riusciva a parlarci, lei stava provando in teatro. Iniziarono ad arrivare un sacco di telefonate e a un certo punto cominciai a rispondere io, dicevo che ero la sua segretaria. Poi il cellulare andò in tilt: non poteva né fare né ricevere telefonate». Un premio e una scoperta buffa, anzi un “mistero buffo”…

La scomparsa di Dario Fo ha sicuramente scosso tutto il mondo e non solo l’Italia. Dare una definizione di questo meraviglioso artista è complicato perchè ha dato talmente tanto all’arte che è difficile legarlo in un recinto di un singolo ambito. Sono stati tantissimi i messaggi che i vari personaggi del mondo dello spettacolo hanno lanciato tramite i social network. Hanno voluto ricordarlo anche i Dear Jack che hanno postato una foto di Dario Fo e hanno citato una dele sue frasi: “La vita, una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà“, grazie Dario Fo. Clicca qui per la foto e per i commenti dei follower

Scomparso all’età di 90 anni, ha segnato un lutto profondo per molte persone dello spettacolo e non solo. A ricordare il celebre drammaturgo e scrittore è stato anche Roberto Saviano che tramite la sua pagina Facebook questa mattina ha voluto dedicare al grande maestro un lungo post, allegato ad una foto che li ritrae insieme. Come scrive Saviano, Dario Fo ha rappresentato per lui un uomo “intellettuale, poeta, scrittore, drammaturgo, attore” al quale è stato più legato in assoluto. “Gli sono debitore per l’appoggio e la protezione”, ha aggiunto lo scrittore campano, ricordando come sia Fo che la moglie Franca Rame non gli abbiano mai fatto mancare la loro estrema vicinanza. “Mi sono stati incondizionatamente vicini. Amici veri, famiglia che, nonostante la mancanza di assiduità, è sempre stata attenta a quello che mi accadeva”, ha aggiunto. Dopo aver ricordato l’affatto disinteressato manifestato da Dario Fo nei suoi confronti, Roberto Saviano ha anche sottolineato l’estremo dolore che ora prova insieme alla riconoscenza verso “un genio vero, non solo del teatro e della letteratura, ma soprattutto della vita”. Clicca qui per vedere la foto.

Misterioso e buffo, non tanto il testo con cui Dario Fo ha vinto il Nobel nel 1997 e si è consacrato come genio mondiale, spesso anche discusso: misterioso e buffo è la completa e totale dedizione per i veri amori della vita di Dario Fo, non la politica né la sinistra, non la musica e neanche i testi teatrali, neanche il Grammelot o le censure superate. Si chiamano teatro e Franca Rame, il connubio perfetto per l’autore oggi morto a Milano: anzi, ci perdonerà, prima Franca e poi il teatro, come amava dire in ogni intervista. Veniva spesso chiesto, “alla sua età cosa le manca davvero fare rispetto al passato?” e la sua risposta era sempre la stessa, “a me manca Franca, una moglie, un’amica e una compagna in tutto, con cui ho condiviso il teatro e tutta la mia vita”. Da quando la storica moglie scomparve nel 2013, la sua vita era molto meno “allegra” e il mistero molto meno “buffo”: forse le parole migliori per descrivere il buon Fo e il suo rapporto con Franca sono proprio le stesse parole che il Nobel dedicò alla moglie dopo la sua morte, ricordando i tanti anni di carriera e vita passati insieme. «E’ una meravigliosa occasione fugace da acchiappare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà».

Si è spento uno dei nomi più celebri dello spettacolo e dell’arte in generale in Italia. Con i suoi 90 anni, Dario Fo si è portato via un pezzo di storia italiana ed il suo grande genio. Non solo il teatro, ma anche la televisione nel mondo di Fo, il quale nel dicembre scorso approdò su Rai 1 in occasione di una serata-evento che lo vide protagonista al fianco di Paola Cortellesi. I due proposero per la prima volta lo spettacolo dal titolo Callas, l’ultimo scritto dal premio Nobel per la letteratura con la moglie Franca Rame, scomparsa nel 2013. In quell’occasione, la Cortellesi espresse la grande felicità nel lavorare al fianco di un nome come quello di Dario Fo e a Repubblica.it commentò così l’ipotesi di un nuovo spettacolo insieme: “Magari potessimo lavorare insieme di nuovo”. L’attrice si era detta totalmente “innamorata di Fo”, del quale oltre al lato artistico ne aveva apprezzato anche quello umano. “E questo ti permette di collaborare con un gigante del teatro come lui. Dario ti fa credere che tu sia brava”, aveva spiegato. Oggi, Paola Cortellesi si aggiunge alle tante persone dello spettacolo che piangono la scomparsa di Dario Fo. Su Twitter ha postato una foto che li ritrae insieme, con un ultimo saluto: “Maestro, amico mio. Volevo più tempo con te per imparare come si diventa giovani”. Clicca qui per vedere la foto.

È sempre stato con lui anche fino all’ultimo: Dario Fo e il figlio Jacopo erano inscindibili, attori, comici, con lati geniali che il buon Jacopo aveva ereditato dal padre, e anche quella passione politica per la “diversità” che li aveva fatto abbracciare il progetto del Movimento 5 Stelle (forse più il figlio del padre). È morto ma a 90 anni e on con avita intensa fino all’ultimo: intervistato poco fa dalla Rai, Jacopo Fo ha voluto infatti sintetizzare così, “è stato un grande finale”. Uno spirito libero, contestabile per le tante cose dette in questi anni, ma certamente uno spirito libero e anti-potere: «Gli sono stato vicino, ero accanto a lui quando mio papà se ne é andato. Da circa una decina di giorni non stava bene. Aveva problemi polmonari, una fibrosi che gli causava dolori. Lo abbiamo portato in ospedale. Nelle ultime ore aveva necessità di prendere degli antidolorifici. Non si è accorto di niente. Mio padre aveva un rapporto tutto con la corporeità. Se ne è andato sereno». Commosso ma sereno, il gran finale si è svolto visto che come ha anche confermato il primario dell’ospedale Sacco di Milano dove è morto Dario Fo questa mattina, ha voluto cantare e ballare fino all’ultimo. Problemi polmonari eppure ha cantato fino agli ultimi istanti. Chissà cosa, di questo siamo molto curiosi cari Dario e Jacopo…

Dovrebbe essere allestita domani la camera ardente per Dario Fo morto oggi a 90 anni. Come riporta il Giorno la camera ardente dovrebbe essere aperta al Piccolo Teatro Strehler di Milano, lo stesso luogo in cui il Premio Nobel per la Letteratura 1997 a marzo aveva festeggiato il suo compleanno. I ‘funerali’, un cerimonia pubblica per l’ultimo saluto a Dario Fo, secondo indiscrezioni, dovrebbe tenersi sabato prossimo alle 15 in piazza Duomo. Riguardo alle ultime ore di Dario Fo il medico ha spiegato che “è stato presente, lucido e collaborativo fino a ieri”. E ha aggiunto: “Negli ultimi giorni si faceva leggere i giornali dai suoi collaboratori perché aveva problemi alla vista”. Prima che le sue condizioni si aggravassero, Dario Fo “ha cantato per ore, una cosa incomprensibile”. Le sue condizioni, ha specificato il medico “sono precipitate nelle ultime ore” e “non si poteva fare di piu'”: “È stato un evento triste ma inevitabile. Abbiamo fatto di tutto di per lenire la componente dolorosa legata all’insufficienza respiratoria e alla frattura di un corpo vertebrale. Quindi nelle ultime ore è stato sedato

Dario Fo è morto ma forse ha partecipato all’ultimo vero momento di capolavoro che mischiava tv, divertimento, intrattenimento, cultura e storia della musica italiana. Esageriamo? Forse non tanto, vedendo lo spettacolo di 20 minuti che in tv venne fatto nel programma di Adriano Celentano, assieme ad un parterre de roi che doveva tanto al maestro Dario Fo. Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, lo stesso Celentano e poi il discepolo, Antonio Albanese: tutti insieme per un momento di televisione altissima, forse uno degli ultimi. Cosa hanno fatto di così speciale? Niente, proprio questo il punto: hanno cantato un tranquillissimo “Ho visto un re”, capolavoro di Jannacci e Fo che esaltano l’umiltà e la totale prevaricazione della liberà sugli abusi pur dolorosi del potere. “E sempre allegri bisogna stare, e il nostro piangere fa male al re, fa male al ricco e al cardinale, diventan tristi se noi piangiam”. Capolavoro in 20 minuti, tra gag, battute e spettacolo di improvvisazione, bravura musicale e istinto del genio: con Gaber, Jannacci e Celentano che assieme a Fo regalano a tutto il pubblico italiano, una libertà più profondo proprio perché semplicemente umana. A noi piace ricordarlo così..

Dario Fo è stato ed era giullare fino in fondo, anche lontano dal Mistero Buffo che lo consacrò nel mondo con il Premio Nobel per la letteratura del 1997: l’accademia svedese lo aveva indicato così, nel momento dell’annuncio della vittoria. «il premio va a Fo perché, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi». È morto questa mattina, raggiungendo così Franca Rame, l’amata moglie che fino all’ultimo ha sempre ricordato con affetto: ma ripetiamo per prima cosa era giullare, e il discorso che volle tenere durante la premiazione di quel magico 1997 rispettò fino in fondo “le attese”. «Alcuni amici miei, letterati, artisti famosi, intervistati da giornali e televisioni, hanno dichiarato: ‘Il premio più alto va dato senz’altro quest’anno ai Membri dell’Accademia svedese che hanno avuto il coraggio di assegnare il Nobel a un giullare!’». E andò poi a chiudere in questo modo memorabile: «Eh sì, il Vostro è stato davvero un atto di coraggio che rasenta la provocazione. Basta vedere il putiferio che ha causato: poeti e pensatori sublimi che normalmente volano alto… e poco si degnano di quelli che campano rasoterra… si sono trovati all’istante travolti da una specie di tromba d’aria. Ebbene, io applaudo e sono d’accordo con loro».

Lo scorso marzo l’ultima intervista rilasciata da Dario Fo, pubblicata dal quotidiano La Stampa. Una intervista che toccava temi come la morte e la lunga vita del premio Nobel. Era stata fatta in occasione del libro che aveva scritto insieme a Giuseppina Manin, “Dario e Dio”: “Sì, che sono ancora ateo. Come diceva Voltaire, Dio è la più grande invenzione della storia. Però ogni tanto non posso fare a meno di pensare a Lui”. Con la «elle» maiuscola? “Ma sì, io l’ho scritto così” aveva risposto al giornalista che lo intervistava. Ateo per logica si definisce: “Non mi piace il Dio dell’Antico Testamento, un Dio incazzoso, vendicativo, che tenta le sue creature sapendo già che cederanno. E allora, potrebbe rispondere l’uomo, non dovevi mettermi alla prova, anzi non dovevi proprio crearmi”. Si dichiara invece molto affezionato a papa Francesco: “specie quando dice che il denaro è lo sterco del diavolo, che l’amore per i poveri è nel Vangelo prima che nel marxismo. Già, è vero, ma non lo ricordavano mai. E poi mi piace perché parla dell’altro Francesco”. Nell’intervista si parla anche del suo sostegno all’eutanasia, dice che trova indegno far soffrire una persona quando non c’è più speranza. Dicendo infine di non aver alcun rimpianto per la sua vita passata: anche quello che mi ha andato male mi ha fatto bene, spiega.

Dario Fo e Franca Rame sono morti entrambi alla stessa ora, a distanza di quasi tre anni e mezzo. Dario Fo è morto stamattina a Milano, all’ospedale Sacco, tra le 8.30 e le 8.45. E proprio alla stessa ora era scomparsa il 29 maggio 2013, la moglie Franca Rame. I coniugi avevano condiviso non solo la vita privata ma anche quella lavorativa: erano stati infatti compagni a teatro. Dario Fo e Franca Rame si erano sposati il 24 giugno 1954 a Milano nella basilica di Sant’Ambrogio. Dal loro matrimonio nacque il 31 marzo 1955 a Roma il figlio Jacopo. Nel 1958 i due attori fondarono la Compagnia Dario Fo-Franca Rame: Fo era il regista e il drammaturgo del gruppo, Franca Rame la prima attrice e l’amministratrice. La compagnia, negli anni seguenti, ottenne grandissimo successo commerciale nel circuito dei teatri cittadini istituzionali. Dario Fo era ricoverato da dodici giorni per complicazioni dovute all’enfisema polmonare: da ieri sera era sedato e il figlio Jacopo ha deciso che restasse in ospedale per essere monitorato dai medici.

Leader morale, così chiamano Dario Fo i seguaci e i membri del Movimento 5 Stelle: un gigante della letteratura, ha vinto anche il Nobel, ma anche una smisurata passione politica per l’eversiva zona a sinistra, fin dagli ’70 e che gli valse l’epurazione per 14 anni dalla Rai proprio per le sue idee. Dario Fo è morto e in tanti lo piangono, ma in casa M5s forse un poi di più. Negli ultimi anni era diventata la “guida” morale del Movimento con la sua scommessa sul futuro politico di Beppe Grillo, con alti e bassi ma sempre vicino ai grillini anche in questi ultimi momenti di estrema difficoltà con le note vicende romane. «Oggi se ne è andato dario fo. Lo ricordiamo con il suo intervento dal palco di piazza Duomo il 19 febbraio 2013, quando ci disse con la sua potente voce: “Fatelo voi!”. Sarai sempre con noi Dario», scrive Grillo commosso sul suo blog. Una passione politica che non ha certo badato all’attenzione “diplomatica”, eppure anche in queste ore il presidente del Consiglio Renzi, più volte contestato dallo stesso Fo specie sul Referendum, lo ha voluto ricordare così. «Con Dario Fo l’Italia perde uno dei grandi protagonisti del teatro, della cultura, della vita civile del nostro Paese – dice -. La sua satira, la ricerca, il lavoro sulla scena, la sua poliedrica attività artistica restano l’eredità di un grande italiano nel mondo. Ai suoi familiari il cordoglio mio personale e del governo italiano». Politica e cultura, il nesso per Dario Fo era molto labile.

È morto lui, il giullare Nobel, Dario Fo aveva 90 anni e fino all’altro ieri è stato protagonista della scena culturale mondiale. In che modo? Purtroppo per lui con qualche dolore di troppo visto che negli ultimi mesi i suoi testi erano stati mira delle epurazioni del regime di Erdogan in Turchia: proprio così, il “sultano” aveva messo al bando i testi di Shakespeare, Brecht, Cechov e Dario Fo. Suonava strano anche per lui essere accostato, seppur in maniera negativa, a geni del teatro e della letteratura come i suddetti autori. Lo aveva molto colpito, tanto che lo stesso Dario Fo in una delle ultime interviste commentava in questo modo: «Lo Stato turco ha decretato che nessuna compagnia teatrale straniera può mettere in scena Shakespeare, Brecht, Cechov e Dario Fo. Una circostanza che mi ha molto colpito», risponde al collega di Repubblica. «Da una parte c’è naturalmente l’orgoglio perché hanno deciso di censurare me accanto a questi grandi autori, dall’altra parte c’è la preoccupazione per la gravità della censura e per la situazione delle compagnie che hanno dovuto chiudere e smettere di portare in scena le opere», afferma il Premio Nobel per la Letteratura morto questa mattina. Un “giullare” inviso al potere che anche a 90 anni risultava “pericoloso”. Ciao Dario Fo, non si era sempre d’accordo con quanto pensavi e dicevi, ma stima e rispetto per un’umanità così viva non te li toglie nessuno.

Sono tanti già i tweet per Dario Fo morto stamattina a 90 anni. Alla notizia della scomparsa del Premio Nobel per la Letteratura nel 1997 – proprio nel giorno in cui a Stoccolma sarà assegnato il riconoscimento per il 2016 – molti italiani, cittadini e personaggi pubblici hanno scelto il social network per lasciare un ricordo in memoria di Dario Fo. C’è chi ne sottolinea il ‘genio’ e gli insegnamenti lasciati, e chi, la minoranza, ribadisce, pur augurandogli l’eterno riposo, di non averlo mai amato. Tra i personaggi famosi, Umberto Ambrosoli, Consigliere Regionale della Lombardia, scrive: “Con #DarioFo ci lascia una parte di Milano: non dimenticheremo la sua capacità di fare cultura con indipendenza, intraprendenza e creatività”. E Fabio Fazio, conduttore di Che tempo che fa su Rai 3, pubblica questo tweet: Con #dariofo abbiamo perso una parte di noi. E mai come questa volta e’ difficile “stare allegri”…”

E’ scomparso in queste ore Dario Fo, figura di spicco del teatro e della letteratura degli ultimi 60 anni, nel 1997 gli era stato consegnato il premio Nobel per la letteratura. Aveva 90 anni, da una decina di giorni era ricoverato all’ospedale Sacco di Milano, causa della morte problemi polmonari. Era sopravvissuto alla moglie Franca Rame, deceduta pochi anni fa. Regista, commediografo, attore, scrittore e pittore: Dario Fo si era impegnato in tutte le forme di espressione artistica a cui la sua immensa curiosità aveva avuto accesso. Era nato il 24 marzo 1926, figlio di un capostazione. Unica ombra sulla sua vita, quando fece parte dell’esercito fascista della Repubblica di Salò, momento storico che lui aveva spiegato dicendo che così aveva potuto evitare di essere deportato in Germania. Aveva iniziato scrivendo testi radiofonici, poi esordito alla Rai in televisione, da dove ben presto era stato allontanato per la sua sempre più grande dedizione alla causa politica della sinistra. Fu l’edizione di Canzonissima del 1962 a costargli l’espulsione: per 14 anni fu messo al bando. Il sodalizio con Enzo Jannacci era stato fortissimo, insieme avevano scritto classici della canzone dai forti contenuti sociali, come Ho visto un re e El purtava i scarp del tennis. Si era unito in matrimonio con l’attrice Franca Rame, un normale matrimonio borghese con rito cattolico nella chiesa simbolo di Milano, Sant’Ambrogio, e la loro unione aveva superato indenne i decenni. Insieme avevano avuto un figlio, Jacopo, anche lui scrittore e attore. Tra le sue tante opere di successo, naturalmente Mistero buffo resta il suo epitaffio più noto e amato dal grande pubblico, del 1969, in cui inventa la figura del cantastorie, giullare schierato contro il potere di re e vescovi, inventando un linguaggio unico. Negli anni successivi sarà sempre più impegnato politicamente, con opere drammatiche come Morte accidentale di un anarchico, sulla morte di Pinelli;  Il Fanfani rapito, Non si paga non si paga, Pum pum! Chi è? La polizia, Tutta casa, letto, chiesa, Clacson, trombette e pernacchi. Negli ultimi anni si era avvicinato al Movimento 5 stelle, apparendo spesso sul palco insieme ai grillini.