Il caso di Valentina Milluzzo, incinta di due gemelli e morta dopo un aborto spontaneo, continua a far parlare anche a livello nazionale e non solo in Sicilia dopo la tragedia avvenuta ieri a Catania. La polemica principale riguarda la denuncia fatta dalla famiglia della vittima sull’eventuale interconnesisone tra l’obiezione di coscienza dei medici che hanno assistito Valentina Milluzzo – sono ben 12 che ora sono indagati per atto dovuto – e la morte avvenuta per sepsi dopo l’ingresso per problemi legati alla gravidanza. Nella vicenda, interviene con una nota anche l’assessore regionale alla sanità sicilia, Baldo Gucciardi: «Il professor Scollo (il primario del reparto di Ginecologia del Cannizzaro di Catania, ndr) è un’autorità in materia, ma davanti a un caso del genere occorre sia fatta la massima chiarezza: invieremo gli ispettori regionali a Catania ma faccio presente che pochi giorni fa, su un episodio simile avvenuto a Trapani, è stato escluso che ci sia stata negligenza da parte dei medici».
Dopo la morte per parto di Valentina Milluzzo sono 12 i medici indagati, tutti quelli del reparto di ginecologia dell’ospedale Cannizzaro di Catania. Come riportato da La Repubblica gli indagati sono tutti i medici del reparto tranne il primario: sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura per la morte della donna dei suoi due gemellini. Si tratta di un atto dovuto, quello del sostituto procuratore Fabio Saponara; in questo modo sarà consentito a tutti i sanitari che hanno avuto in cura Valentina Milluzzo nei 17 giorni durante i quali è stata ricoverata di poter prendere parte all’autopsia che cercherà di fare chiarezza sulle cause della morte. Oltre all’inchiesta della Procura anche il ministero della Salute ha deciso di inviare i suoi ispettori. L’inchiesta dovrà fare luce su quanto accaduto e in particolare sulla condotta dei medici dopo le accuse dei familiari di Valentina Milluzzo che sostengono che un medico si sia rifiutato di far abortire la donna perché obiettore di coscienza.
Sbarca anche a La Vita in Diretta il caso di Valentina Milluzzo, la donna morta di parto a Catania dopo un aborto spontaneo di due gemelli: purtroppo il caso terribile ora sfocia anche nella polemica, come vi abbiamo raccontato qui sotto durante la mattinata. Mentre intanto il caso verrà discusso in diretta tv, arriva alla denuncia della famiglia di Valentina di un medico obiettore di coscienza che avrebbe, con il suo non intervento, provocato la morte di Valentina Milluzzo, una replica ufficiale del primario del reparto dell’ospedale Cannizzaro di Catania. In parte discosta dalle parole del Direttore Generale, e spiega al meglio la vicenda. «Nel mio reparto i medici sono tutti obiettori — conferma Scollo — e quando è il caso vengono fatti intervenire specialisti esterni. Ma qui siamo di fronte a un aborto spontaneo, non era necessario alcun aiuto esterno; dunque riteniamo che non ci sia stata negligenza da parte del dottore che anzi molto tempestivamente ha fatto eseguire un esame con il quale è stata rivelata la presenza della sepsi», dice Paolo Scollo, primario e presidente della Società italiana di ostetricia e ginecologia. Secondo il primario, tutti i parametri sono stati rispettati e si tratta di un fatto del tutto analogo «a quelli avvenuti a distanza ravvicinata alcuni mesi fa a Torino, Bassano del Grappa e Brescia: anche in quel caso vennero sospettati casi di malasanità ma le indagini hanno fugato ogni sospetto», conclude in una intervista al Corriere della Sera.
La denuncia scattata dalla famiglia di Valentina Milluzzo, la povera donna morta di parto dopo l’aborto spontaneo di due gemelli, riceve pronta risposta dal Direttore Generale dell’ospedale Cannizzaro di Catania, Angelo Pellicanò. In sostanza il Direttore esclude la motivazione additata dalla famiglia dell’obiezione di coscienza del medico che avrebbe dovuto intervenire per salvare la mare 32enne: «Nessuna obiezione di coscienza da parte del medico», il che viene confermato, secondo il Quotidiano.net, anche dai primi esami sulla cartella clinica della donna. Il medico non era un obiettore di coscienza, come invece sembrava ad una prima analisi del caso: secondo Pellicanò inoltre, «Non c’è stata alcuna obiezione di coscienza da parte del medico che è intervenuto nel caso in questione perché non c’era un’interruzione volontaria di gravidanza, ma obbligatoria chiaramente dettata dalla gravità della situazione». Il Direttore Generale poi ha anche aggiunto che se davvero un medico obiettore avesse risposto come hanno detto i familiari di Valentina, sarebbe gravissimo perché il caso della Milluzzo era grave, non era un aborto Igv. « Purtroppo nel caso di Valentina è intervenuta uno choc settico e in 12 ore la situazione è precipitata», è la conclusione del Direttore dell’ospedale di Catania.
Caso choc a Catania dove una donna incinta, Valentina Milluzzo è morta dopo l’aborto spontaneo di due gemelli non andato come da programma: qui sotto i dettagli del triste caso di cronaca, mentre questa mattina arriva la notizia in redazione della denuncia formale presentata dalla famiglia della 32enne, shoccata per quanto successo e ora pronta alla battaglia legale. «Abbiamo presentato una denuncia per accertare le responsabilità davanti al fatto che una giovane donna di 32 anni è entrata in ospedale sana e ne è uscita morta con i suoi figli, noi abbiamo chiesto il sequestro della cartella clinica che ha comportato l’immediata disposizione dell’autopsia da parte del Pm. La famiglia di Valentina vuole giustizia», affermano in Procura il marito e i genitori di Valentina, come riporta il sito di Quotidiano.net. Rabbia sopratutto contro uno dei medici che ha assistito la Milluzzo che, secondo quanto denunciato dalla famiglia, avrebbe rifiutato di intervenire perché obiettore di coscienza.
Ricoverata in ospedale il 29 settembre per una dilatazione dell’utero anticipata, Valentina Milluzzo al quinto mese di gravidanza è morta dopo gli aborti spontanei di due feti. La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta sul decesso della 32enne all’ospedale Cannizzaro: il fascicolo è stato aperto dopo la denuncia dei familiari della donna. Nel mirino il medico di turno, che si sarebbe rifiutato di intervenire, nonostante gli esami avessero evidenziato problemi per uno dei feti, perché obiettore: “Fino a che è vivo io non intervengo”, avrebbe detto loro. Valentina Milluzzo comincia ad avere la febbre alta, poi dei collassi e dolori lancinanti. La temperatura corporea scende così come la pressione arteriosa. Entra in sala parto troppo tardi: vengono alla luce, ma privi di vita, i due gemelli, mentre la 32enne muore il giorno dopo. Il procuratore Carmelo Zuccaro ha disposto il trasferimento della salma in obitorio, bloccando così i funerali, e il sequestro della cartella clinica: dopo aver identificato il personale in servizio, che sarà indagato come atto dovuto per omicidio colposo, verrà eseguita l’autopsia.
Sotto choc la famiglia di Valentina Milluzzo per la sua prematura morte: la donna di 32 anni, incinta di due gemelli, è morta a Catania dopo gli aborti spontanei di due gemelli. Il direttore sanitario dell’ospedale, Angelo Pellicanò, ha commentato la vicenda: “È sotto gli occhi di tutti”, ha detto ai microfoni di BlogSicilia. “Si è svolto tutto secondo una prassi consolidata”, ha aggiunto, spiegando poi che la magistratura valuterà se ci sono o meno responsabilità. Pellicanò ha rivelato che la paziente aveva intrapreso un percorso di procreazione assistita in un’altra struttura e che si è affidata all’ospedale Cannizzaro con il ricovero nel reparto di Ginecologia, da cui però non è uscita viva. La famiglia, comprensibilmente sotto choc, aspetta che la giustizia faccia chiarezza. Il sospetto dei genitori di Valentina Milluzzo e del marito è che non sia stato fatto “qualcosa che invece andava fatto”.