Sono trascorsi 20 giorni esatti dalla morte di Alessandro Elisei, il bambino di 11 anni trovato privo di vita in un canale di Via Campo Salino a Maccarese, nel comune di Fiumicino. La famiglia continua a chiedersi cosa sia realmente successo al bambino, alla luce dei dubbi sollevati dal medico legale in sede di autopsia. Al momento, il quadro delineato dalla Procura di Civitavecchia e dalla polizia, come riporta il sito ilfaroonline.it resta avvolto nel massimo riserbo. Ciò che si apprende è che in attesa di ulteriori accertamenti nei giorni scorsi sono stati ascoltati più volte i minorenni che risiedono nella zona del canale nel quale è stato trovato morto Alessandro Elisei e dove abitano anche i suoi nonni. Si è trattato nel dettaglio di lunghi ed intensi colloqui con gli psicologi della Squadra Mobile di Roma e della polizia di Fiumicino. Le loro testimonianze, sebbene siano segretissime, secondo le indiscrezioni continuerebbero ad apparire sempre molto confuse e discordanti, non contribuendo così a fornire nessun dettaglio utile ai fini delle indagini che al momento non vedono iscritto alcun nome nel registro degli indagati. Sembrerebbe però sempre più certo che al momento della sua morte Alessandro Elisei non fosse solo.
Resta un mistero la morte di Alessandro Elisei, il bambino di quasi 11 anni trovato senza vita in un canale a Maccarese, borgo nei pressi di Roma. Sulla morte del piccolo è stata aperta un’inchiesta allo scopo di fare maggiore chiarezza. I magistrati così come la famiglia di Alessandro Elisei, infatti, non sarebbero del tutto convinti sulle dinamiche della morte del bambino al punto da aprire anche la strada dell’omicidio. Come riporta il settimanale Giallo, la Procura di Civitavecchia non ha intenzione di trascurare alcuna ipotesi e ha tutta l’intenzione di volerci vedere chiaro anche alla luce dell’esito dell’autopsia che avrebbe rivelato come nei polmoni del piccolo Alessandro c’era poca acqua per poter giustificare una morte per annegamento. Al tempo stesso però, sul corpo non sono stati rinvenuti graffi tali da far pensare ad una aggressione. “Il corpo del bambino era perfettamente integro, così come le mani. Sotto le unghie non c’era nulla, vista anche la permanenza in acqua”, ha dichiarato il medico legale Luigi Cipoloni. Si tratta dello stesso medico che, come rivela Il Messaggero nella sua versione online, avrebbe chiesto una proroga di 72 ore per capire come sia realmente morto Alessandro Elisei e che terminerà all’inizio della nuova settimana. Il medico legale, dunque, ha chiesto degli esami ulteriori e soprattutto più tempo prima di completare il referto e consegnare l’intera relazione in procura. Un primo responso potrebbe già esserci a partire da lunedì mattina. Come sappiamo, ai fini delle indagini sarebbero serviti a poco anche gli accertamenti realizzati sui jeans e sulla maglia che Alessandro Elisei indossava il giorno in cui è morto e che sono stati recuperati ovviamente pieni di fango. Il mistero attorno alla morte del bambino, dunque, resta, e non si esclude che Alessandro possa essere deceduto prima ancora di cadere nel canale.