Anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi prende posizione sul caso di Gorino, la frazione di Goro, in provincia di Ferrara, dove gli abitanti del posto hanno impedito a 12 migranti donne accompagnate da 8 bambini di entrare nel paese dov’era previsto che venissero accolte. Interpellato da Bruno Vespa sulla questione durante la registrazione della puntata di “Porta a Porta” in onda questa sera su Rai Uno, il premier commenta così l’accaduto:”Goro e Gorino è una vicenda difficile da giudicare, da una parte c’è parte della popolazione molto stanca e preoccupata, ma dall’altro stiamo parlando di dodici donne e otto bambini, probabilmente da parte dello Stato andava gestita meglio, ma anche dal punto di vista del dialogo. Voglio essere chiaro: l’Italia che conosco io, quando ci sono dodici donne e otto bambini si fa in quattro per risolvere il problema”. 



La vicenda di Gorino, dove gli abitanti del piccolo centro in provincia di Ferrara hanno impedito a 12 migranti donne con i loro bambini di raggiungere un ostello che gli era stato destinato dalla Prefettura, ha dato il via al valzer delle polemiche sul tema dell’immigrazione. Da una parte il Ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che all’Ansa ha stigmatizzato l’accaduto:”Di fronte a 12 donne, delle quali una incinta, organizzare blocchi stradali non fa onore al nostro paese. Poi certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia. Quel che è accaduto non è lo specchio dell’Italia. Non mi interessa se la protesta sia stata organizzata o meno, io sto a quello che vedo e quello che vedo è qualcosa che amareggia e che non è lo specchio dell’Italia”. Di parere opposto la Lega Nord. Se Matteo Salvini scrive su Facebook di essere dalla parte dei cittadini di Gorino, il segretario della Lega Nord ferrarese, Alan Fabbri, va addirittura oltre:”I cittadini di Gorino sono per noi i nuovi eroi della Resistenza contro la dittatura dell’accoglienza. Abbiamo sostenuto, e continueremo a farlo, in ogni sede e in ogni modo, la loro protesta. Se il prefetto e il Pd, con la complicità del presidente della Provincia Tagliani, si illudono di poter fare qualsiasi cosa sopra la testa dei cittadini si sbagliano di grosso. Lo abbiamo dimostrato a Gaibanella, lo abbiamo dimostrato a Gorino e continueremo a farlo. La Lega c’è.”



I migranti che dovevano essere accolti da un ostello di Gorino, frazione di Goro in provincia di Ferrara, dodici donne e gli 8 bambini che secondo i piani del prefetto dovevano essere accolti in un ostello del posto, non faranno ritorno nel piccolo centro situato sul delta del Po. Questa, come riporta l’Ansa, la decisione del prefetto di Ferrara, Michele Tortora, che all’Ansa dichiara:”L’ipotesi di ospitare dei profughi a Gorino non è più in agenda. Ha prevalso la tranquillità dell’ordine pubblico non potevamo certo manganellare le persone. Questo fenomeno o si gestisce insieme con buonsenso oppure non si gestisce”. Già in mattinata, intervenendo a Gr1, il prefetto ferrarese aveva anticipato la decisione:”Prendo atto della protesta, le 12 donne richiedenti asilo sono state sistemate in comuni limitrofi e probabilmente non torneranno a Gorino. Non credo che possiamo forzare la mano più di tanto. Comunque in giornata incontrerò il sindaco e faremo dei ragionamenti insieme”. Vincono così i manifestanti che dalla giornata di ieri avevano impedito l’accesso al paese con la creazione di tre blocchi stradali, minacciando anche di fermare l’economia del luogo rifiutandosi di andare a lavorare (il 95% della popolazione lavora come pescatore) e non mandando i figli a scuola.



Dopo che i cittadini di Gorino e Gorno hanno alzato le barricate contro l’arrivo dei migranti, bloccando l’accesso ai loro paesini situati sul delta del Po ferrarese, è stato Tiziano Tagliani sindaco di Ferrara e presidente dell’omonima provincia, a sbloccare la situazione. Consapevole che l’attesa di sei ore in caserma per le 12 donne africane si stava prolungando oltre il dovuto, Tagliani, è intervenuto intorno a mezzanotte per motivi di ordine pubblico, smistando le profughe in 3 strutture: 4 a Fiscaglia, 4 a Codigoro e altrettante nella sua Ferrara. Il primo cittadino però, non ha mandato giù l’opposizione dei manifestanti, soprattutto alludendo all’alluvione che nel 1951 portò a creare 180mila sfollati:”Mi vergogno. Se in un momento come questo un Comune come quello di Goro, che ha ricevuto molto dalle istituzioni, non accoglie dodici donne straniere bisogna che si rifletta sul significato di collaborazione istituzionale”. Il sindaco, come spiegato a La Repubblica, spera che dietro questo atteggiamento ci sia una strumentazione da parte di qualche partito anti-immigrati: “Voglio pensare che sia stata fomentata dalla politica. Rilevo una crescente difficoltà di dare esecuzione alle indicazioni del ministero dell’Interno”.

Sono disposti a tutto i cittadini di Gorino e Gorno, comuni situati sul delta del Po ferrarese, pur di evitare che nuovi migranti vengano accolti nei loro paesi: anche ad alzare le barricate. Si spiega così, come riferito dall’Ansa, la decisione di realizzare dei posti di blocco in piena regola, impedendo al pullman che avrebbe dovuto trasportare 12 donne africane (di cui una incinta) in un ostello di Gorino di raggiungere il luogo al quale erano state destinate dalla Prefettura le migranti provenienti da Ghana, Nigeria, Costa d’Avorio e Guinea. Vista l’impossibilità di convincere i manifestanti a liberare il passaggio, dopo sei ore passate in caserma, ecco la decisione di dirottare i migranti in tre strutture di Ferrara, Fiscaglia e Codigoro. Ancora attivo un posto di blocco stradale, mentre i pescatori hanno annunciato che non andranno in mare e non manderanno i figli a scuola fino a quando il “rischio” che nuovi profughi vengano smistati a Gorino non verrà scongiurato del tutto. La protesta sembra dunque destinata a continuare…