Per assurdo si può dire che lo sciame sismico che, dal 24 agosto ad oggi, ha interessato le zone di Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo era diventato una sorta di abitudine. Scosse che non andavano molto oltre il terzo grado di magnitudo, abitudine che aveva convinto migliaia di persone a lasciare le tendopoli, rientrare nelle case agibili, a rimanere nei luoghi terremotati. Poi ieri sera, 10 minuti dopo le sette, la terra ha tremato di nuovo, in maniera vorticosa, violenta, con una magnitudo di grado 5.4. Panico, paura, scene già viste e immagini mentali devastanti. La scossa di terremoto, a poco meno di 10 chilometri di profondità, ha avuto il suo epicentro nella provincia di Macerata, tra Sant’Angelo in Nera, Preci e Visso.



Una scossa che si è sentita dal Tirreno all’Adriatico, anche a Roma i lampadari hanno tremato e alcuni palazzi sono rimasti lesionati. Un terremoto più a nord di quello del 24 agosto, si dice una nuova faglia accanto alla precedente e da questa attivata. Le cronache, fortunatamente, questa volta non registrano danni gravi alle persone. Due feriti ufficiali, nessuna persona deceduta. Lungo la Salaria un costone di roccia si è staccato dalla montagna sovrastante finendo sul manto stradale, nelle vicinanze di Arquata del Tronto, causando un incidente, fortunatamente di lieve entità. Dopo la prima scossa numerose sono state quelle successive di undershock, con una magnitudo massima di 3.4 gradi di magnitudo. Crolli ci sono stati, soprattutto nelle zone rosse dei paesi devastati a fine agosto, palazzi che erano già inagibili, che erano già lesionati. A Norcia danni a una chiesa del 1600.



Quello che invece è un danno emergente è la paura della gente, tante persone non sono volute rientrare in casa questa notte, hanno cercato soluzioni di emergenza nonostante la totale assenza di energia elettrica, la presenza di lampi, tuoni e forte pioggia. Molti studenti universitari di Perugia e Macerata hanno deciso, tra la tarda serata e la notte, di fare rientro nelle proprie città di residenza e fuggire per paura di una seconda scossa violenta. Molto lavoro da parte delle squadre di soccorso per cercare di arrivare in piccoli centri montani inizialmente isolati. Per consentire le verifiche nelle strutture scolastiche oggi non ci saranno elezioni a Terni, Perugia, Rieti, Ascoli Piceno, Teramo, L’Aquila per quanto riguarda i capoluoghi di provincia e in diversi paesi di quei comprensori. 



E mentre scrivevo, poco dopo le 21, le mura hanno cominciato a muoversi di nuovo. Questa volta la scossa è stata più lunga, più forte e il pensiero di possibili crolli è diventato subito concreto. Magnitudo di 5.9 e i danni, soprattutto nelle Marche, sono diventati imponenti. 

La prima scossa della sera ha salvato molte vite. La gente aveva ormai lasciato le abitazioni e pochi feriti, non gravi, si sono registrati a Camerino, la cittadina più popolosa tra quelle colpite dalle scosse di ieri. A Camerino è crollato un campanile, il centro storico è fortemente danneggiato, i collegi che ospitano studenti universitari sono stai evacuati.

Il punto della situazione verrà fatto oggi, con la luce, quando i danni saranno più visibili. La macchina dei soccorsi ha ricominciato a muoversi in pochi minuti. Nei paesi terremotati dell’ascolano la protezione civile era già presente, nel maceratese la gente era invece in fuga, in preda al panico e le forze dell’ordine hanno dovuto cercare di tranquillizzare le persone. Una situazione in continuo divenire, una notte all’addiaccio, sotto la pioggia per centinaia di persone. Che pregano che il mostro si riaddormenti.