Nel corso del processo a carico dei Ciontoli, alla sbarra per il delitto di Marco Vannini, durante la passata udienza a prendere la parola è stato il cugino della vittima, Alessandro Carlini. Dopo di lui sono stati ascoltati anche i vicini di casa di Antonio Ciontoli e della sua intera famiglia che hanno raccontato delle urla strazianti udite la sera dell’omicidio di Marco Vannini, avvenuto il 17 maggio 2015. “E’ stata veramente durissima sapere che Marco gridava dal dolore e li implorava di aiutarli. Ci lascia tanta rabbia dentro”, ha commentato il cugino alla trasmissione di Rai 1, La vita in diretta. Secondo le parole della vicina di casa dei Ciontoli, infermiera professionale e che avrebbe potuto prestare soccorso se solo Antonio o le altre persone presenti le avessero chiesto aiuto, quella sera si sarebbero udite “grida sovrumane” da parte di Marco Vannini e durate quasi un’ora. La deposizione shock in aula ha rappresentato per i genitori della vittima appena 20enne un ulteriore dolore in attesa di poter far luce una volta per tutte sul terribile omicidio avvenuto quasi un anno e mezzo fa nella villetta di Ladispoli.



Nella giornata di ieri si sono riaccesi i riflettori sul caso di Marco Vannini, il giovane di appena 20 anni di Cerveteri, ucciso in circostanze ancora poco chiare il 17 maggio 2015 mentre si trovava nella villetta della fidanzata, Martina Ciontoli. Per il suo delitto sono a processo tutti i membri della medesima famiglia, a partire da Antonio Ciontoli, padre di Martina, il quale avrebbe ammesso di aver sparato al giovane Marco Vannini “per uno scherzo”. Nel corso dell’ultima udienza – la quarta – che si è svolta ieri in Corte d’Assise a Roma, a prendere la parola è stato il cugino della vittima, Alessandro Carlini e successivamente i vicini di casa che la sera del delitto erano nella loro abitazioni, pur avendo udito le urla del povero Marco. In aula, anche questa volta non è mancato Antonio Ciontoli alle spalle della sua difesa. Il caso di cronaca è stato affrontato nel pomeriggio di ieri anche dalla trasmissione di Rai 1, La vita in diretta, come rivela il sito Baraondanews.it. Al programma sono intervenuti i genitori di Marco Vannini e il cugino Alessandro, al quale la vittima era molto legato. Proprio quest’ultimo avrebbe a lungo parlato del suo rapporto con Martina Ciontoli, l’allora fidanzata della vittima in merito alla quale Carlini avrebbe asserito di aver avuto pochissimi rapporti dopo la morte di Marco. Dopo il delitto del giovane, Alessandro ha ammesso di aver sentito Martina per la prima volta solo il giorno successivo: “Era una Martina molto fredda però. Le chiesi se sapeva o se poteva dirmi cosa fosse realmente accaduto a Marco. Lei mi rispose che in quel momento si trovava in bagno, ma che forse è partito un colpo mentre il padre Antonio stava facendo vedere l’arma a Marco”, ha raccontato il giovane. Mentre la ragazza – imputata insieme al padre Antonio, alla madre ed al fratello Federico – avanzava il racconto del colpo d’aria di cui inizialmente tutti erano convinti, il fratello in sottofondo le suggeriva le parole da dire. “Per il resto delle domande, mi ha sempre risposto che non era il caso di parlarne al telefono di certi argomenti. Mi disse però, su mia richiesta, che Marco era vestito. Così dopo tanti cambi di versione e risposte poco chiare, ho deciso di chiudere ogni tipo di rapporto”, ha chiosato il cugino. In effetti, le dichiarazioni di Martina date ad Alessandro Carlini andrebbero a contrastare con le dichiarazioni di un Carabiniere presente la sera del delitto di Marco Vannini presso la Stazione di Civitavecchia, secondo il quale la giovane Ciontoli addirittura mimò con i gesti quanto accaduto al povero Marco Vannini fino ad indicare persino il punto esatto in cui si trovava l’ogiva. Proprio le bugie di Martina verranno a galla nel corso del processo nel quale è imputata con l’accusa di omissione di soccorso anche la fidanzata del fratello, Viola Giorgini? La prossima udienza sarà celebrata tra quasi due mesi, esattamente il prossimo 21 dicembre.

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