Dopo due mesi torna la paura: ieri tre violenti scosse di terremoto hanno colpito la Val Nerina, nella zona compresa tra le province di Macerata e di Perugia. La località più vicina all’epicentro è Castel Sant’Angelo sul Nera (Macerata). Alle 19,11 una scossa di magnitudo 5.4, registrata fino in Austria, ha fatto tremare e crollare alcuni edifici, senza per fortuna causare vittime (ma a Tolentino un anziano è morto di infarto). Due ore dopo si è verificata un’altra scossa ancora più forte, questa volta di magnitudo 5.9, e poi di nuovo alle 23,42 (magnitudo 4.6). Molto vicini all’epicentro anche i Comuni di Visso, Ussita e Preci. Nell’area coinvolta dal terremoto sono saltate le linee elettriche e si sono verificati diversi crolli di edifici storici. Il sisma ha coinvolto l’intero Centro Italia ed è stato avvertito anche a Roma. Ne abbiamo parlato con Domenico Angelone, membro del Consiglio Nazionale dei Geologi.



C’è un legame tra questa scossa e quella che ha colpito Amatrice due mesi fa?

Questa scossa fa parte della stessa dinamica. Anche l’Ingv parla di una correlazione tra i due fenomeni, anche se chiaramente è una nuova faglia che si è attivata. Questa nuova scossa è avvenuta più a nord ed è abbastanza distante, però fa parte dello stesso fenomeno e della stessa cinematica.



Dobbiamo abituarci a un’emergenza continua?

Assolutamente sì, ma sapevamo già di essere in un settore della catena molto delicato. Il fenomeno sismico in questi ultimi mesi si sta un po’ intensificando, dallo sciame in Molise di gennaio a un’altra serie di scosse, anche se abbastanza deboli. Ora il fenomeno si sta concentrando tutto sull’Appennino umbro e marchigiano, ma è l’intera catena a essere soggetta alla stessa dinamica crostale. D’altra parte si era già parlato della possibilità di nuovi eventi a nord di Amatrice, verso Norcia e ancora più su. Infatti siamo proprio lì, tra le province di Macerata, Ascoli e Perugia.



I sismologi avevano previsto un grande terremoto in Italia ogni cinque anni. Ora si stanno verificando a distanza di settimane?

La casistica dei cinque anni è un dato casuale, ma non c’è nessuna correlabilità tra la ricorrenza di questi eventi e la dinamica crostale. Del resto sono eventi in qualche modo disgiunti gli uni dagli altri, perché sono faglie diverse. Il terremoto de L’Aquila e quello di Amatrice coinvolgono faglie diverse, e quindi non sono correlati dal punto di vista causa/effetto.

Significa che non c’è nessuno legame?

Un terremoto non genera l’altro, sono sollecitazioni crostali indipendenti ma che fanno parte della stessa famiglia. Il fatto che qualcuno abbia parlato di una ricorrenza ogni cinque anni era forse più per rimarcare il rischio cui siamo esposti ogni giorno, non tanto per trovare un algoritmo matematico che potesse tradurre gli eventi con una cadenza ben precisa.

Quindi la cadenza è casuale?

Se vediamo San Giuliano di Puglia, L’Aquila e Amatrice, la cadenza non è quinquennale ma piuttosto abbastanza causale. Dobbiamo abituarci ad aspettare decine di anni, decine di mesi come è accaduto, se non addirittura decine di giorni. Rientra nell’imprevedibilità dell’evento e quindi nell’impossibilità di localizzarlo nel tempo e nello spazio.

 

(Pietro Vernizzi)