Mancano meno di venti giorni alla nuova udienza preliminare che vedrà protagonista Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa. L’uomo si troverà nuovamente a dover rispondere all’accusa di omicidio volontario aggravato e distruzione di cadavere della povera moglie misteriosamente scomparsa. Antonio Logli si troverà davanti ad un nuovo Gup del Tribunale di Pisa che si pronuncerà in merito. Due sono le possibilità: proscioglimento o rinvio a giudizio. In merito si è espressa la criminologa Roberta Bruzzone che tramite le pagine del settimanale Giallo ha commentato: “Alla luce della lettura delle motivazioni della Corte di Cassazione, sono convinta che questa volta Logli verrà rinviato a giudizio per l’omicidio della moglie e che il processo si farà”. La criminologa ha aggiunto un altro elemento contro il marito di Roberta Ragusa relativo alla falsificazione della firma della moglie su alcuni documenti. “La procura di Pisa sembra considerare questo scenario come conferma indiretta del delitto della donna. E io sono dello stesso avviso”, ha chiosato la Bruzzone.
Si riaccendono i riflettori sul caso di Roberta Ragusa, anche in occasione dell’avvicinamento della data del 18 novembre, quando il marito Antonio Logli sarà in aula e scoprirà se sarà o meno rinviato a giudizio. Intanto, come evidenzia il giornalista Fabrizio Peronaci sul suo gruppo dedicato al Giornalismo Investigativo, la pista dell’omicidio volontario è diventata prioritaria rispetto a quella dell’allontanamento, ormai abbandonata da tempo. Dopo le varie piste del boschetto e dell’incendio, a svelare un nuovo possibile scenario è stato ancora una volta Luigi Murò, collaboratore dell’Arma, come spiegato in maniera approfondita appena sotto. In seguito alla nuova testimonianza, il giornalista avrebbe realizzato un’analisi approfondita. Oltre a quanto già evidenziato nelle dichiarazioni di Murò, Peronaci avrebbe sottolineato come nell’operazione di prelievo forzato Roberta Ragusa possa aver riportato la rottura o lesione al dito di una mano rimasto incastrato nella porta; una testimone inoltre avrebbe evidenziato possibili azioni mirate a depistare o modificare lo stato dei luoghi relativi allo scenario omicidiario. Infine, sul luogo della sepoltura si troverebbe un oggetto di non grandi dimensioni riconducibile proprio alla vittima. Come evidenziato dal giornalista, questa analisi può essere considerata frutto di un approfondimento giornalistico inedito e basato in parte su quanto finora emerso dagli atti. Ciò alimenterebbe inoltre sempre più la tesi dell’omicidio della povera Roberta Ragusa.
Mancano meno di venti giorni all’udienza che si terrà il 18 novembre per la scomparsa di Roberta Ragusa. La gip Elsa Iadaresta dovrà decidere in quell’occasione se Antonio Logli, marito della vittima e principale indagato per il delitto, dovrà essere rinviato e giudizio oppure no. In queste ultime ore sono molte le notizie che circolano ancora una volta riguardo al caso, alla ricerca non solo di qualche indizio che chiarifichi la dinamica dell’omicidio, ma anche i suoi autori. Anche in questo caso è Luigi Murò, commerciante di Pisa che nel passato ha collaborato con le autorità in qualità di informatore, a riportare alla memoria degli italiani alcune notizie sull’omicidio di Roberta Ragusa. Va precisato che non si tratta infatti di rivelazioni, quanto di ipotesi già diffuse dai media nazionali. Qualche settimana fa il sensitivo Craig Warwick, collavoratore dell’FBI, ha parlato a lungo del caso durante la trasmissione Parliamone sabato, condotta da Paola Perego. All’inizio del mese, Warwick aveva infatti evidenziato alcuni punti sul delitto di Roberta Ragusa, a partire dal coinvolgimento di un secondo uomo, individuabile grazie ad un tatuaggio sul bicipite destro. Quest’ultimo avrebbe trascinato la casalinga di Gello al di fuori della villa, facendole superare il cancello presente sul retro. Un’azione che ha visto la Ragusa cercare di divincolarsi e che l’ha portata a lasciare alcune tracce sul posto. Secondo Warwick, inoltre, le vere prove si troverebbero nelle lacrime della donna, particolare su cui si sarebbero dovute concentrare le indagini. La vittima sarebbe stata uccisa inoltre in un bosco adiacente alla casa di famiglia e sepolta infine al di sotto di un grande albero. A fare portavoce di Murò è il giornalita Fabrizio Peronaci, che si sta interessando del caso fin dall’inizio delle indagini e che ha riportato il fatto all’interno del proprio gruppo Facebook “Giornalismo investigativo by Fabrizio Peronaci“. Particolari inquietanti che si possono tuttavia associare ad altri indizi sviluppati nei mesi scorsi, come il famoso incendio avvenuto nel bosco, in cui presumibilmente si potrebbe aver cercato di eliminare prove importanti collegate al delitto di Roberta Ragusa.