Quando Trifone e Teresa furono assassinati, il 17 marzo 2015, il sistema di videosorveglianza della città di Pordenone non funzionava correttamente. Come riporta il quotidiano Messaggero Veneto, infatti, lo scorso anno gli orari delle telecamere non erano sincronizzati e solo la scorsa estate si è proceduto ad un reset. Dopo che le indagini sul delitto di Trifone e Teresa evidenziarono una falla sotto questo punto di vista, l’amministrazione comunale ha deciso di investire installando nuove telecamere in città. All’epoca del delitto, tuttavia, si evidenziano alcune vie di fuga del presunto assassino non coperte dall’occhio elettronico, inoltre il sistema di videosorveglianza presentava tre differenti orari di riferimento. All’orario reale, i due ingegneri incaricati sono giunti solo grazie al Gps dell’auto di Teresa. Proprio il tempo gioca un elemento fondamentale nell’ambito del processo a carico di Giosuè Ruotolo, presunto killer della coppia uccisa nel parcheggio del palasport di Pordenone. Questo rappresenterà anche un possibile argomento di scontro tra pm e legali.
L’obiettivo del processo a carico di Giosuè Ruotolo, sarà chiaramente quello di chiarire quanto accaduto a Trifone e Teresa, freddati nel parcheggio del Palasport la sera del 17 marzo 2016. Al momento ciò che è emerso dalle prime udienze porta con sé ancora molti dubbi e domande, a partire dalla questione legata ai parcheggi disponibili nel piazzale della palestra la sera del delitto. I pm hanno presentato alla Corte una mappa che mostrerebbe una decina di stalli di sosta liberi. A confermarlo è stato anche il capitano Maronese chiamato a deporre nella passata udienza e che, come evidenziato dal Messaggero Veneto avrebbe asserito: “Quando arrivano i vigili del fuoco ci sono sette-otto stalli liberi”. Sul punto però ci sarebbero diverse testimonianze discordanti, come quella del pesista che dopo essere uscito dalla palestra con Trifone e Teresa disse, a sua detta “il parcheggio era completamente pieno”. Lo stesso Giosuè Ruotolo nel corso dell’interrogatorio aveva dichiarato che una volta giunto nel piazzale, non trovando parcheggio aveva deciso di andare a correre al parco San Valentino. La procura starebbe ora tentando di dimostrare che l’imputato in realtà stesse tendendo un agguato a scapito di Trifone e Teresa proprio all’uscita del Palasport di Pordenone.
La verità sul duplice omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza potrebbe venire a galla nel corso del processo a carico di Giosuè Ruotolo, l’ex militare in carcere in quanto ritenuto il responsabile del delitto. Eppure, oltre alla pista che avrebbe spinto i carabinieri di Pordenone ad accendere i riflettori su Giosuè Ruotolo, ce ne sarebbero altre alternative che potrebbero contenere la verità su quanto accaduto nel parcheggio del Palasport il 17 marzo 2015, quando Trifone e Teresa furono freddati a colpi di pistola. Dieci, in tutto, gli scenari alternativi, come riporta Il Messaggero Veneto e che vedrebbero anche la faida mafiosa, la vendetta, lo stalker respinto, il presunto traffico di anabolizzanti e armi e le vite di pregiudicati che ruotano attorno alla scena del crimine. Nell’ultima udienza del processo a carico di Giosuè Ruotolo, presunto assassino di Trifone e Teresa, a prendere la parola sono stati i comandanti del Nucleo investigativo dei carabinieri di Pordenone e che hanno seguito le indagini sul duplice omicidio dei due fidanzati. I carabinieri sentiti hanno ripercorso tutte le tappe salienti dell’inchiesta. Al tempo stesso, la difesa dell’ex militare in carcere dallo scorso marzo avrebbe rivelato ai giudici della Corte d’Assise di Udine le possibili piste alternative: a detta degli avvocati Giuseppe Esposito e Roberto Rigoni Stern, sul luogo del delitto in cui hanno trovato la morte Trifone e Teresa erano presenti altre persone. Oltre a questo, sarebbero emersi anche ulteriori moventi. Tra gli scenari alternativi è stato esposto quello che vedrebbe protagonista Lorenzo Kari, un pregiudicato ora latitante in quale avrebbe dichiarato che Giovanni Bonomelli, implicato nel caso sul delitto di Tiziano Stabile, gli avrebbe commissionato l’omicidio di Trifone e Teresa ritenuti testimoni scomodi. In merito alla pista della stalker sarebbero emersi quattro possibili “candidati” trovati scavando nel privato della ragazza. Ed ancora, ci sarebbe la pista mafiosa subito abbandonata. C’è poi anche lo scambio di persona preso in esame dagli inquirenti. E’ in un contesto simile, costruito attorno a differenti scenari nel quale l’unico seguito fino ad oggi resta quello con protagonista Giosuè Ruotolo che si colloca la teoria della difesa del presunto assassino di Trifone e Teresa. L’avvocato Rigoni Stern ha infatti evidenziato come le indagini sul duplice delitto di Pordenone siano state “forzate dalla necessità di trovare il colpevole”. Per il legale, sin dall’inizio dell’inchiesta ci sarebbero stati depistaggi: “Basti pensare che sulla scena del crimine ci sono almeno cinque persone e nessuna di queste ha assistito all’omicidio”, ha chiosato.