Se il Calendario Gregoriano comunque è sbagliato, allora non ci sono più certezze… beh non esageriamo, il calendario inventato con grande sagacia 434 anni fa da Papa Gregorio XIII ha avuto il merito di sostituire e risolvere il grosso dei problemi causati dal precedente calendario di imperiale memoria, quello Giuliano, che via via si perdeva troppi giorni. Ebbene, secondo gli studi più moderni si è scoperto che neanche il Calendario Gregoriano è poi così corretto: tutti i calendari infatti sono nati per misurare il tempo in base a dei fenomeni di tempo che si dividono in cicli periodici. Peccato però che l’alternanza di notte e giorno, di sole e luna, con le fasi lunari che scandiscono i mesi ma mai in maniera perfetta: mesi, giorni, stagioni, tutto sbagliato dunque? Attenzione, non del tutto visto che per ovviare a questo problema abbiamo creato la furbata dell’anno bisestile che però porta comunque un margine di errore finale che non potrà mai essere cancellato del tutto. E allora? Tutto è falso? Bisogna rifare tutto il conteggio dei calendari? Suvvia ragazzi, forse non ricordate la battuta tra le più geniali della storia del cinema, davanti ad un incredulo Jack Lemmon e con i due piccioncini Maryln Monroe e Tony Curtis in estasi: “nessuno è perfetto”…



Il calendario gregoriano ci fa compagnia da ormai 434 anni e forse un po’ di cose ci sembrano scontate. Il giorno di Natale che corrisponde al 25 dicembre, oppure il primo dell’anno che viene fissato al primo di gennaio. Ma chi lo ha deciso che l’anno inizia proprio a gennaio? In base a quale criterio i fuochi d’artificio scoppiano nella mezzanotte tra il 31 dicembre e l’1 gennaio? In realtà non c’è nessuna regola che lo stabilisca dal punto di vista astronomico: non c’è nell’orbita un punto preciso che ci consenta di identificare l’inizio dell’anno. Allora? Allora menomale che un tredicenne, all’epoca sovrano di Francia, di nome Carlo IX decise nel 1564 di rendere obbligatoria la data del primo gennaio come primo giorno dell’anno. Da quel momento molti Paesi lo imitarono, ponendo fine ad una serie di tradizioni che vedevano l’inizio dell’anno coincidere con l’equinozio di primavera o con la Pasqua. Doveva pensarci un adolescente a mettere tutti d’accordo…



Nel giorno in cui anche Google dedica il suo consueto doodle celebrativo al 434esimo anniversario dall’adozione del calendario gregoriano non si può fare a meno di pensare alle date che ogni anno aspettiamo maggiormente. Di solito sono segnate di rosso: un esempio? Ovviamente il Natale! Anche i bambini sanno che la nascita di Gesù viene festeggiata dalla Chiesa cattolica il 25 dicembre, e forse si dà per scontato che sia avvenuto proprio quel giorno di oltre 2000 anni fa. Ma sapete che non tutti sono d’accordo? Essendo il calendario gregoriano uno strumento introdotto da un Papa cattolico come Gregorio XIII, la chiesa ortodossa si è sempre rifiutata di accettare l’utilizzo di questo metodo di misurazione del tempo. Per questo motivo la Chiesa ortodossa segue il calendario giuliano e celebra il Natale il 7 gennaio: 13 giorni dopo rispetto alla nostra festa. Il Natale, insomma, arriva due volte: chi mai l’avrebbe detto!



Ricorre oggi l’anniversario numero 434 dall’introduzione del calendario gregoriano e viene spontaneo chiedersi come sia possibile che in ben 4 secoli non ci sia stato nessuno che sia riuscito a scombinare le convinzioni di chi per primo pensò questo modo per misurare il tempo. E dire che in molti c’hanno provato: basti pensare a John Herschel, colui che propose di non considerare bisestili gli anni multipli di 4.000. Ma nessuno riuscì meglio di Niccolò Copernico nell’impresa di calcolare con accuratezza l’anno solare. Fu proprio alle misurazioni di Copernico pubblicate nel 1543 (anno della sua morte) nel De Revolutionibus orbium coelestium libri sex (“Sei libri sui movimenti circolari dei corpi celesti”), che i “saggi” scelti da Papa Gregorio XIII si ispirarono cambiando mondo (e il tempo!). Nessuno insomma, nonostante tutto questo tempo, meglio di Copernico…

Il Calendario Gregoriano non ha sempre provocato accettazioni tranquille, specie all’inizio quando si deve pensare che di colpo si deve ribaltare la propria convinzione e calcolo dei giorni con una novità per quei tempi davvero pazzesca: chi più di tutti non accettò per un bel lasso di tempo il cambiamento del calendario gregoriano furono i contadini di quel mondo particolare. Loro pensavano che fosse una sorta di imbroglio del potere, dei signori e della stessa chiesa temporale: non era certo la prima fregatura che ottenevano dai signorotti dell’epoca. Eppure quella volta, la decisione che di fatto “salvò” il tempo recuperando giorni altrimenti perduti con il calendario giuliano, non venne accettata fino ad un intervento decisivo dei preti: convinsero i contadini che i santi avrebbero fatto miracoli secondo le date del nuovo calendario. Una credenza magari eccessiva ma che ebbe il perfetto ruolo di calmare gli animi ed evitare insurrezioni popolari: il calendario funzionò e non fu una fregatura, e questo lo dobbiamo al Papa inventore e agli stessi preti.

“Siamo nel 2016 secondo il Calendario Gregoriano”. “Ehm, caro amico occidentale mi spiace ma siamo nel 28”. Dialogo tra sordi? dialogo tra pazzi? oppure un sano dialogo tra un europeo dei giorni nostri e un simpatico nipponico. Già, perché in Giappone quest’anno siamo al 28, secondo il calendario dell’epoca Hensei: tranquilli, Dragon Ball e i manga non c’entrano questa volta. In Giappone semplicemente gli anni si calcolano secondo le ere degli imperatori attuali, dunque ad oggi siamo ancora nell’anno 28 del periodo Hensei, visto che dal 1989 con l’imperatore Akihito Hirohito si è entrati nella nuova epoca dopo quella Showa. IN Giappone in questi giorni però si parla insistentemente della possibilità di un abdicazione dell’imperatore, stanco dopo quasi un trentennio di potere e con le possibili successioni che darebbero il via ad una nuova transizione nel paese in campo economico, a nuove leggi in ambito politico, ma soprattutto ad un nuovo calendario. Altro che quello Gregoriano, qui si cambia ad ogni piè sospinto della storia… 

Le curiosità sul Calendario Gregoriano sono molte e molteplici e una interessante scoperta che ogni anno “dimentichiamo” oggi ci è stata rimessa in mente dai colleghi di Focus che hanno giustamente ricordato a tutti come con calendari diversi sono ovviamente diverse le date principali dell’anno religioso. Eh sì, la religione è primaria quando si parla di calendario (interessante sarebbe anche approfondire il motivo, visto che con un Dio presente assume senso anche il tempo, ma questa è un’altra storia) e tra ortodossi e cattolici la lotta in questo campo non finisce neanche nel 2016: in sostanza, gli ortodossi non accettano un tempo scandito da un papa cattolico e per questo motivo le grandi feste comandate, Natale, Pasqua e così via vengono sempre differite di anno in anno per via del semplice diverso modulo a calendario. Su tutti il giorno della Nascita di Gesù Cristo differisce: da noi il 25 dicembre, per loro il 7 gennaio, ben 13 giorni dopo, ovvero lo sfasamento arrivato tra i due calendari nel corso degli anni. Resta che a livello nazionale i Paesi ortodossi usino in via commerciale il calendario gregoriano ma per le feste comandate e religiose ritorna in auge quello giuliano. Come si dice del resto (chissà se anche in Russia), il Natala, quando arriva arriva…

Si può dire che Iran, Nepal, Afghanistan e Etiopia, non avendo il Calendario Gregoriano come regola ufficiale, sono leggermente “fuori-tempo” rispetto a tutto il mondo moderno. Ma chi decide chi è fuori-tempo? Il tempo è relativo, direbbero stimati filosofi, eppure l’estremo relativismo non ha mai portato a nulla di buono, cari i nostri bell’intellettuali… Il tempo è relativo nel senso che si riferisce ad un dato di realtà e questo dato da ormai 500 anni è il calendario Gregoriano. Chi dunque ancora non si arrende alle “novità” del tempo? Abbiamo detto, in Etiopia terra africana oppure in Asia, con Nepal, Iran e Afghanistan che hanno un calendario profondamente diverso e molto più “lento”: un esempio? Come ricorda il sito di Focus, il capodanno del 2000 ad Addis Abeba si è festeggiato…. nella notte tra l’11 e il 12 settembre 2007, mica male no? Altri Paesi si sono arresi negli ultimi anni, affiancando il calendario gregoriano accanto a quello locale, come Israele, Pakistan, Burna e India che dunque sono entrati in un limbo che almeno permette delle comunionicazioni più semplici rispetto al resto del mondo. Il mondo è relativo ma è soprattuto “relazionale” e questo forse vale più di tutto.

Calendario Gregoriano o calendario giuliano? La domanda se la sono posti in tanti nel corso degli anni e alla fine c’è anche chi si è dimenticato di rispondere. Prendete la Svezia: nel 1699 l’impero decise di passare dal calendario giuliano a quello gregoriano cercando di rimettersi in pari con i 10 giorni di “anticipo” previsti dal sistema voluto da Papa Gregorio XIII. Per farlo si decise di eliminare tutti gli anni bisestili dal 1700 al 1740 così da recuperare un giorno ogni 4 anni, che avrebbe portato il calendario svedese ad adeguarsi a quello gregoriano appunto per il 1740. Cosa accadde di così trascendentale da impedire questa realizzazione? Che gli svedesi si dimenticarono di applicare il piano, forse perché il re che lo aveva pensato, Carlo XII, era in guerra contro la Russia. Fu così che quando ci si accorse dell’errore, si decise di tornare al calendario giuliano e per recuperare i due giorni degli anni bisestili saltati (1704 e 1708), si aggiunse un “secondo giorno” a quello extra già in calendario del mese di febbraio “bisestile” del 1712. In Svezia, dunque, nel 1712 febbraio ebbe trenta giorni e per farla finita con tutti quei calcoli così complicati, ad un certo punto nel 1753 si decise di saltare i giorni dal 18 al 28 febbraio: molto più facile no?

Un Calendario Gregoriano che ha rivoluzionato il mondo, ma non solo: un calendario che vede il Papa stracciare Giulio Cesare, mica l’ultimo degli imperatori, per ben 10 a 0. No, non abbiamo le traveggole, semplicemente dieci sono i giorni in cui si è creato il solco di differenza tra il calendario giuliano, proprio quello introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C. e il calendario gregoriano invece, creato nel 4 ottobre 1582. Curiosa la storia che vede infatti tutti gli abitanti del pianeta conosciuto all’epoca che si sono coricati a letto la sera del 4 ottobre e risvegliati ben il 15 ottobre, con dei giorni letteralmente volati via. Questo per poter dettare giustamente il nuovo calendario voluto da Papa Gregorio XIII che nel corso dei secoli aveva calcolato come si erano persi proprio 10 giorni con il conteggio falsato del calendario giuliano. Misure drastiche ma per il bene del tempo e dell’umanità, non parole vuote, ma una decisione incredibile che cambiò le sorti, comunque, dei tempi moderni. Mi raccomando dunque oggi è il 4 ottobre, non sbagliatevi con il calendario gregoriano, non è il 25 settembre!

Google celebra oggi, martedì 4 ottobre 2016, la comparsa del calendario gregoriano, lo strumento che da ormai 434 anni ci aiuta a scandire il ritmo delle nostre vite. Ma come si arrivò a questo passaggio dal calendario giuliano a quello attuale? E soprattutto perché? Per farla breve furono motivi di religione. Il fatto di cercare di assecondare l’anno solare, ovvero il periodo di tempo che la Terra impiega per completare un giro intorno al Sole, creò non pochi problemi alla società del tempo. Gli astronomi del tempo, infatti, si accorsero che il percorso della Terra intorno al Sole durava 11 minuti e 14 secondi in meno rispetto al calendario giuliano. Accadde così, ad esempio, che per rispettare la tradizione per cui la Pasqua doveva essere la prima domenica dopo il plenilunio di primavera, non vennero osservati i periodi di Quaresima e Pentecoste. Da qui la scelta di adottare un nuovo calendario “gregoriano”, da Papa Gregorio XIII che lo introdusse. Tutto per 11 minuti e 14 secondi… 

Il Calendario Gregoriano ha decisamente cambiato il mondo, armonizzandolo e “sanando” una imprecisione del calendario Giuliano che “condannava” l’equinozio a scivolare nel tempo con conseguenze che – per l’epoca, ma non solo – sono state giudicate culturalmente devastanti. Ci voleva quindi il papa, Gregorio XIII, a rompere gli indugi e a prendere in mano la questione. Una riforma che investiva il calendario e le decisioni del Concilio di Nicea, che aveva già inquadrato il problema poco dopo il 300. E che la commissione presieduta da Cristoforo Clavio fosse appunto guidata da un gesuita farà sicuramente drizzare le antenne a chi ha la sensazione che la Chiesa anche oggi avrebbe in mente riforme di carattere epocale. Allora si mise mano al calendario, e la questione fu il discrimine tra cristianità e altre tradizioni, ma rivelandosi più ragionevole dei precedenti calendari pian piano paesi anche non cattolici assunsero questo calendario, anche se con 300 o 400 anni di differenza. Chiaramente, la rivoluzione bolscevica non avrebbe mai potuto lasciare alla chiesa cattolica questo primato e quindi nel 1923 verò il Calendario Rivoluzionario Sovietico, che sostituiva il calendario gregoriano e si imponeva come calendario del soviet. Con la razionalità che ha da sempre distinto i gerarchi sovietici il metodo per calcolare gli anni bisestili fu cambiato. Non bastava dividerli per quattro, ma dividerli per cento e vedere se – dividendoli ulteriormente per 9 – avessero il resto di 2 o di  6. Ecco quelli sarebbero stati gli anni bisestili. Ora l’unione sovietica non c’è più ma nasce un piccolo mistero. Nel 2800 gli anni bisestili del soviet e del calendario gregoriano differiranno, e questo calendario è ufficialmente ancora in vigore in russia. Cosa succederà? I più pazienti di noi lo scopriranno forse solo tra 784 anni…

Il calendario gregoriano è basato sull’anno solare, quindi l’anno di 365 o 366 giorni (chiamato bisestile) è composto da 12 mesi, che però hanno durate diverse. Come si può ricordare il numero dei giorni di ogni mese? C’è chi ricorre ad una celebre filastrocca e chi, invece, ricorre ad un vecchio trucco popolare: basta unire i pugni e contare i mesi sulle nocche e gli avvallamenti delle mani, partendo dal pugno sinistro. Quindi, se il mese cade su una nocca è di 31 giorni, se cade su un avvallamento è di 30 giorni, tenendo ovviamente conto che febbraio rappresenta un eccezione. C’è anche una corrispondenza con i tasti del pianoforte: partendo dal fa, che corrisponde al tasto bianco lungo, e per una intera ottava, si individuano i mesi di 31 giorni (tasti bianchi) e quelli di durata minore (tasti neri).

Oggi, martedì 4 ottobre 2016, si celebra il 434esimo anniversario dell’introduzione del calendario gregoriano, il sistema più diffuso nel mondo occidentale. Per l’occasione Google, il motore di ricerca più usato al mondo, ha deciso di festeggiare questo avvenimento speciale cambiando il logo con un “doodle”, che in questo caso specifico è caratterizzato da una serie di pagine del calendario. I doodle non sono altro che versioni modificate del longo che compaiono sulla homepage di Google in occasioni particolari o ricorrenze come quella odierna. Il doodle sul calendario gregoriano non sarà disponibile ovunque, ma solo in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, la Spagna e il Portogallo, dove è stato introdotto per la prima volta. Il calendario gregoriano prende il nome da papa Gregorio XIII, che lo introdusse nel 1582, accogliendo la proposta di modifica del calendario giuliano avanzata da Luigi Lilio. Per il passaggio al calendario gregoriano, però, furono “cancellati” dieci giorni: si passò dal 4 ottobre direttamente al 15 ottobre 1582.