Una notizia come una doccia gelata arriva dalla Francia: il terrorista Isis che ha compiuto la strage dell’attentato di Nizza lo scorso 14 luglio sarebbe passato molte volte in Italia nel 2015 e la sua radicalizzazione sarebbe stata molto rapida e forse avvenuta addirittura anche quella nei nostri confini. La novità arriva da uno dei presunti complici arrestati due settimane fa a Nizza che ha parlato e i media francesi hanno riportati ampi stralci dell’interrogatorio: «Mohamed Lahouaiej Bouhlel si recava regolarmente in Italia con degli uomini barbuti, radicalizzati, per portare del cibo ai migranti siriani». Addirittura, rilancia Repubblica, il 5 agosto 2015 Bouhlel venne controllato al confine di Ventimiglia a bordo di una Fiat assieme a degli uomini noti ai servizi di intelligence per un dossier legato alla Siria. Il camionista-killer però a differenza di quanto affermato pochi giorni dopo la strage su la promenade des anglais si è radicalizzato sì in poco tempo, neanche un anno prima del 14 luglio, ma non lo ha fatto per contro proprio bensì con continui contatti con il mondo della jihad di Isis, sia in Francia e sia soprattutto in Italia. Le prove come si può evincere iniziano ad affiorare a galla: un attentato non improvvisato ma minuziosamente curato e preparato.



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