Contesteranno la validità del dna i legali di Massimo Bossetti che lunedì prossimo 14 novembre presenteranno ricorso in appello contro la sentenza di ergastolo. Il muratore di Mapello è stato infatti condannato in primo grado per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio. Massimo Bossetti è in carcere dal 16 giugno del 2014 e la sentenza di condanna è arrivata l’1 luglio scorso: come ricorda Bergamonews.it, fu proprio la corrispondenza tra il Dna trovato sul corpo della vittima e quello dell’uomo a determinare il suo arresto. Fin dall’inizio però Massimo Bossetti si è dichiarato innocente e ora proverà a dimostrarlo di nuovo nel processo d’appello che si dovrebbe svolgere, secondo quanto riportato dalla testata, davanti ai giudici del tribunale di Brescia, a partire dai primi mesi del prossimo anno. Nel ricorso in appello redatto dagli avvocati di Massimo Bossetti, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, sarà quindi contestata la validità del Dna trovato sugli slip e sui leggings di Yara Gambirasio. La ragazzina scomparve da Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, il 26 novembre 2010 e fu trovata uccisa esattamente tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola, a pochi chilometri di distanza.
Massimo Bossetti non si arrende: condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, si appellerà alla sentenza dello scorso primo luglio. Lunedì 14 novembre 2016 i legali Claudio Salvagni e Paolo Camporini depositeranno un atto di impugnazione in appello contro il verdetto della Corte d’Assise di Bergamo. Il carpentiere di Mapello, in carcere dal 16 giugno 2014, continua a professarsi innocente circa l’omicidio della 13enne scomparsa da Brembate di Sopra il 26 novembre 2010 e trovata morta tre mesi dopo in un campo a Chignolo d’Isola. I legali di Massimo Bossetti contesteranno la validità del Dna trovato sugli slip e sui leggings della ragazza: costituisce la prova principale a suo carico, fu proprio la corrispondenza tra il Dna trovato sul corpo della vittima e il suo a determinare il fermo. L’accusa dal canto suo ha impugnato la parte della sentenza in cui il muratore viene assolto dall’accusa di calunnia ai danni di un collega verso cui ha provato a sviare le indagini. Il processo d’appello si svolgerà presso il tribunale di Brescia a partire dai primi mesi del 2017. La battaglia legale, dunque, è tutt’altro che conclusa: gli avvocati di Massimo Bossetti non demordono, anzi proveranno a far valere le loro ragioni davanti ai giudici.