Sul Prosecco questa sera si parla eccome nella puntata di Report con il lungo servizio che anticipiamo qui sotto sui due rischi più grandi per uno dei vini più famosi e di successo d’Italia: le critiche per i nuovi regolamenti del Ministero sono solo un lato della medaglia visto che sul territorio molti cittadini lamentano una coltura intensiva che mirerebbe alla conservazione delle viti ma che avrebbero come conseguenza possibili danni per la salute di tutti, specie i bambini. Spiega il giornalista di Report, nelle anticipazioni che rilascia al Corriere della Sera, Bernardo Iovene: «con le irroratrici i trattamenti delle vigne sono permessi fino a 20 metri da strade e case nel periodo estivo e a 30 metri in primavera. Ma le prescrizioni siano troppo spesso violate. Ai danni dei produttori più seri, che finiscono per essere messi nel mazzo, ma soprattutto dei cittadini che vivono lì. Bambini delle materne compresi». In sostanza i rischi derivano dalla conservazione di pesticidi che di certo sarà il fulcro della puntata di questa sera: «Spruzzano le viti ogni tre, quattro giorni. Indifferentemente se i bambini sono fuori o no. Sabato hanno buttato il diserbante», racconta Alina a Report, «Si sentiva un odore molto strano in gola e un fastidio agli occhi…» Una signora sospira: è assediata da quattro diversi proprietari che innaffiano in quattro giorni diversi: «Dovremmo tenere dentro i bambini per quattro giorni a settimana, non aprire le finestre per quattro giorni a settimana, non stendere il bucato per quattro giorni a settimana…»



Il Prosecco è protagonista di uno dei servizi realizzati da Report per la puntata di oggi, lunedì 14 novembre 2016: il programma di Raitre condotto da Milena Gabanelli manderà in onda l’inchiesta di Bernardo Iovene sulla produzione di questo apprezzatissimo vino. Le telecamere di Report si sono recate in Veneto, dove si producono circa 500 milioni di bottiglie di Prosecco. Questo vino, storicamente prodotto tra Conegliano e Valdobbiadene, prende il nome da una piccola frazione del costone carsico del comune di Trieste. Per gli abitanti di Prosecco oggi è diventato complicato coltivare la vite, a causa di un decreto ministeriale secondo cui l’uva chiamato prosecco debba cambiare nome in glera. Per questo i viticoltori della frazione triestina hanno chiesto nel 2009 dei finanziamenti per avviare vigneti sul loro territorio. Finora, però, il protocollo d’intesa firmato in cambio dell’utilizzo del nome è stato disatteso dal ministero e dalla Regione. Gli abitanti di Prosecco chiedono, quindi, royalty su ogni bottiglia venduta, altrimenti minacciano di scendere in campo per impedire che altri utilizzino il nome della loro frazione.



Clicca qui per il video promo del servizio.

La produzione di Prosecco è un successo mondiale per il Veneto, ma lo spumante bevuto in tutto il mondo è al centro di un caso su cui Report ha provato a fare luce nella puntata odierna. Un decreto ministeriale del 2009 ha, infatti, stabilito che l’uva chiamata dal 1969 “prosecco” dovesse cambiare nome e quindi diventare “glera”. Da quando questo regolamento è entrato in vigore, al di fuori delle nove province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, nessuna azienda ha potuto produrre spumante da quel vitigno e venderlo come “prosecco”. Per i produttori locali il cambio di denominazione è stato accolto positivamente ed è stato considerato un’operazione intelligente, ma si è rivelato una beffa per gli abitanti di Prosecco, che ora vogliono royalty su ogni bottiglia venduta. Il servizio “Le frazioni di Prosecco” di Report, però, si occuperà anche di un altro aspetto della vicenda: la crescente richiesta di mercato (ogni giorno nel mondo si stappano un milione di bottiglie di prosecco) e il successo del business delle bottiglie (il valore dell’export è di 2,5 miliardi di euro all’anno) ha provocato l’espansione delle vigne nel Veneto che ha portato a colture intensive e trattamenti spinti anche a ridosso di case, scuole e strade. In Veneto ora conviene trasformare le zone edificabili in agricole con le conseguenze che mostrerà Report oggi.