È morto sabato mattina a Roma Cranio Randagio, all’anagrafe Vittorio Bos Andrei, l’ex concorrente di X Factor 2015 e da allora è tutto un turbine parallelo tra indagini e saluti: la musica romana e non solo è rimasta sconvolta e uno dei suoi compagni più scatenati durante le puntate di X Factor dello scorso anno è rimasto davvero choccato, tanto da parlare solo qualche giorno dopo. È Giò Sada, il vincitore del talent di Sky, che sul suo profilo Instagram ha voluto salutare e ricordare in maniera breve, concisa e commovente allo stesso tempo il suo amico Cranio Randagio: “L’unica cosa che va ricordata di te è che eri un animo buono, un animo raro”. Ancora non sono chiare le cause certe della morte del rapper: gli amici con cui si trovava hanno confessato che durante la notte hanno fatto uso di alcol e droghe e che la mattina, quando si sono svegliati, Cranio Randagio era già deceduto. Disperata la madre, la quale crede che ci sia qualcosa sotto che non torna, e che chiede verità e giustizia per quello che è successo al figlio. Ma resta comunque fortissimo il ricordo che tanti avevano di lui, con Giò Sada e tanti altri che ancora nelle prossime ore proveranno a salutare il loro amico particolare e ribelle, ma dal cuore buono.
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Sono usciti i primi risultati dell’autopsia sul corpo di Cranio Randagio, il rapper meno conosciuto col nome di Vittorio Bos Andrei e a loro modo sono molto importanti: infatti, secondo le prime stime fatte dagli anatomopatologi di Roma che l’hanno operato, il rapper 22enne ex X Factor non era affetto da alcuna patologia o malattia cardiaca, come si era invece paventato nei primi momenti dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Vittorio. Si riducono dunque le ipotesi sulla sua morte, anche se ora bisognerà attendere gli esami tossicologici e istologici sui tessuti prelevati per stabilire al 100% le cause della morte del rapper Cranio Randagio. Le indagini sul decesso ovviamente continuano, specie dopo alcune parole rilasciate dagli amici interrogati e che erano con lui la notte della tragedia. L’uso di stupefacenti è stato confermato, “Ci siamo ammazzati di canne”, ha raccontato qualche ragazzo ascoltato dagli investigatori, anche se nell’appartamento non sarebbe stato trovato né hashish né marijuana, come viene riportato su Roma Fanpage. Resta il mistero sulla scomparsa di Vittorio e le prossime ore saranno decisive per le notizie ufficiali sull’autopsia.
Un video muto di un minuto in cui Cranio Randagio e Riccardo Inge ‘aspettano’ l’uscita del nuovo disco del cantante pop rock. Il video è stato pubblicato da Inge pochi giorni prima della morte del rapper: il filmato è stato postato sulla pagina Facebook dell’artista che ieri avrebbe dovuto festeggiare proprio l’uscita del suo primo singolo. Uscita rimandata visto il lutto che ha colpito il mondo del rap. E anche perché Cranio Randagio aveva collaborato alla realizzazione del disco e quindi sarebbe dovuto essere un momento di festa che purtroppo non sarebbe stato. Ecco che cosa aveva scritto Inge su Facebook per accompagnare il video realizzato in macchina con Cranio Randagio: “Visto che non sono un tipo impaziente (no, ma figurati), ci sarà ancora un pochetto da aspettare per l’uscita di tutto…e quindi i tempi di attesa si dilungano come nel video qui sotto. Ovviamente c’è una ragione positiva nel dover aspettare – speriamo solo di fare in fretta perché sennò mi mangio tutte le macine con Cranio Randagio e divento tutto cicciotto” (clicca qui per vedere il video).
Cranio Randagio e Riccardo Inge. I due musicisti avevano collaborato a un disco ma dopo la morte di Vittorio Bos Andrei, in arte appunto Cranio Randagio, il musicista Riccadro Diaferia, in arte Riccardo Inge, ha deciso di fermare tutto per rispetto e per evitare “strumentalizzazioni”. Inge non ha però solo messo in stand by quanto realizzato con Cranio Randagio: lo ha infatti voluto anche ricordare domenica scorsa, poche ore dopo la morte del rapper, con un post e una foto pubblicati su Facebook. Nel post Inge ricorda pure un episodio in cui è stato preso in giro da Cranio Randagio per il nome d’arte scelto: ” ‘Ma che nome è Inge? Senti come suona Cranio Randagio’ e giù a discutere prendendoci in giro per i nostri nomi d’arte”. Inge racconta poi come è avvenuto l’incontro con il rapper morto: “Ti ho conosciuto per caso e dopo tanti anni eravamo finalmente pronti a fare uscire qualcosa insieme: due mondi così diversi e lontani i nostri, ma uniti dalla passione (quella vera) per la musica”. Infine un saluto particolare: “Metto questa foto che a te non piaceva così ti faccio incazzare un po’…ovunque tu sia. Ti abbraccio forte da lontano rastone” (clicca qui per leggere tutto il post).
Le indagini sulla morte di Cranio Randagio continuano, ma il “lascito” del cantante rapper romano che vene scoperto dai più ad X Factor 2015 è davvero il peso più grande da sopportare per amici e famiglia, ma anche colleghi. Qui sotto vi abbiamo riportato una grossa parte della lettera inviata dagli amici di Vittorio Bos Andrei, che assieme alle parole della mamma, fanno cogliere tutto il peso della tragedia capitata e sulla quale si sta indagando. Un ragazzo speciale e molto profondo, dicono i suoi amici più stretti, con una voglia di vivere che non fa altro che alimentare lil senso di disperazione per una vita finita improvvisamente. Leggendo poi i suoi testi questo senso di grande attaccamento alla vita si accompagna al forte senso di smarrimento per una esistenza comunque complicata e sofferente: prendiamo Petrolio ad esempio, una canzone in queste ore molto cliccata su YouTube da chi magari non conosce Cranio Randagio e che si interessa alla sua musica ora da postumo. «Io volerò, io volerò via, volerò via, come un gabbiano anche se il petrolio i pesa sul dorso smorzando la scia… io volerò via, volerò via perché nel cielo c’è molto di più che in questa terra sbranata da gru, che in questo cielo sempre meno blu…». Una canzone che pare ormai un testamento e che fa riflettere ancora più in profondità rispetto alla fine della sua esistenza.
Mentre proseguono le indagini sulla morte di Cranio Randagio, il rapper Vittorio Bos Andrei trovato morto a Roma tre giorni fa, nella notte tra il 12 e il 13 novembre 2016, il cantante pop rock Riccardo Inge annuncia che non uscirà il video che era stato realizzato in collaborazione tra i due artisti. Riccardo Inge, nome d’arte di Riccardo Diaferia, lo ha fatto sapere ai fans con un post sul proprio profilo ufficiale su Facebook. Inge ha infatti suonato ieri e ha ricordato il collega Cranio Randagio ma non ha pubblicato il video che i due avevano realizzato insieme e che sarebbe dovuto uscire. “Mi spiace non poter rispettare quanto promesso anche se già programmato da tempo – scrive Inge – ma preferisco aspettare qualche tempo per rispetto della sua famiglia e ridurre le strumentalizzazioni dei leoni da tastiera. “Solo questa penna mi rende un po’ meno debole, ma cosa resterà di me quando l’inchiostro finirà?” #inge #craniorandagio #nondimenticare” (clicca qui per leggere tutto). Solo lo scorso 5 novembre Inge aveva annunciato così l’uscita del disco: “FINALMENTE è TEMPO DI FARVI SCOPRIRE “COSA RESTERÀ DI NOI” DAL 14 NOVEMBRE! Ho l’indescrivibile piacere di dirvi che sta per uscire il mio primo singolo “Cosa resterà di noi”. Per l’occasione Cranio Randagio, uno dei rapper più talentuosi e in crescita nel panorama italiano, ci ha scritto sopra delle rime speciali”.
A tre giorni dalla morte di Cranio Randagio si inseguono le ipotesi sulla sua morte, da una malformazione genetica che ha provocato l’arresto cardiaco, oppure un possibile reato prodotto contro di lui o ancora un mix troppo letale su alcol e sostanze stupefacenti. Le indagini proseguono con gli inquirenti che dovranno arrivare ad una conferma per una o più di queste ipotesi: intanto però parallelamente il mondo a lui vicino piange una scomparsa troppo assurda per essere vera. Dagli amici alla mamma, fino ai colleghi rapper romani, la morte di Cranio Randagio, nome d’arte di Vittorio Bos Andrei, ha davvero sconvolto tutti: «è strano trovarci tutti insieme riuniti dietro un computer, cercando le parole giuste per descrivere quello che sei per noi. A salutarti, per l’ultima volta. Avremmo preferito farlo a modo nostro, ieri sera, nel bel concerto che avevamo organizzato tutti insieme per riabbracciarti. Era tutto organizzato: la location, la scaletta, la strumentazione. A te sarebbe bastato portare il tuo sorriso contagioso e la tua irrefrenabile voglia di cantare la vita in versi: ne sarebbe uscita una serata perfetta». Suona così la prima parte della lettera inviata al quotidiano Giornalettismo di alcuni amici di Vittorio che si dicono sgomenti per quanto capitato. «E no, neanche il successo che hai ottenuto è riuscito a farti montare la testa e a permetterti di dimenticarti di noi: sei rimasto sempre fedelmente riconoscente alle tue origini. La tua sensibilità riusciva a mettere in rima la vita di tutti i noi: dalla serata in terrazza, alla birra tutti insieme, all’incontro in oratorio con gli scout. Sempre a modo tuo, senza farti mai mettere i piedi in testa da nessuno», parole accorate, di affetto per un ragazzo davvero amato. Un Cranio Randagio, «Quel randagio di Vittorio che ci ha lasciati così, con un computer in mano e un vuoto troppo grande dentro al cuore».
Ancora mistero sulla morte di Vittorio Bos Andrei, conosciuto come Cranio Randagio e rapper che aveva incantato i giudici di X Factor. Una festa a Roma, fra alcool e droga, lo scenario in cui si èspenta la vita del giovane artista. Diversi i pensieri espressi sui social da cantanti ed artisti, da Giò Sada a Mika, da Er Piotta a Fedez. Nei prossimi giorni verrà chiarita la causa che ha portato alla morte Cranio Randagio, mentre gli inquirenti sospettano già possa trattarsi di un’anomalia congenita al cuore oppure di un mix letale di droga ed alcool. Nell’aria solo una voce, qulla di Vittorio Bos Andrei, che secondo molti avrebbe racchiuso nella sua canzone Petrolio una sorta di testamento. “Nel cielo c’è molto di più che in questa terra sbranata da gru”, recita una strofa. E chissà che Cranio Randagio non abbia davvero trovato la risposta all’annoso quesito, mentre l’attenzione mediatica si concentra sul rapper solo in virtù della sua tragedia. A rompere la coltre di polemiche e contestazioni, che in questi giorni stanno affollando testate e web, la voce della madre, che non si capacita di come il ragazzo sia uscito per andare ad una festa con gli amici e non sia mai più tornato. “Mi devono dire cos’è successo veramente”, sottolinea Carlotta Matiello, la madre della vittima, non credendo alla possibilità che il figlio sia morto appena 21 enne per cause sconosciute. “La sua fine è abbastanza ingloriosa rispetto ai suoi messaggi: anche per questo voglio che sia fatta chiarezza”, ha concluso la madre in un’intervista de La Repubblica.