Il caso di Maria Ungureanu rileva ancora parecchie perplessità dopo le contrastanti ultime notizie che da un lato, per gli inquirenti, porterebbero alla conferma della colpevolezza di Daniel Ciocan e dall’altro, con le parole della criminologa della difesa Ursula Franco, distacca la morte della piccola bambina rumena dalle presunte responsabilità di Daniel e Cristina Ciocan. Secondo la criminologa infatti l’omicidio non esiterebbe e sarebbe stato scambiato invece un drammatico incidente come un fatto di reato. Ursula Franco ha infatti contattato direttamente i colleghi del Corriere di Caserta per spiegare la sua versione da consulente della difesa in attesa dei prossimi passi della magistratura: «Da consulente della difesa di Daniel e Cristina Ciocan mi sento di affermare che Daniel riportò Maria a casa la sera del 19 giugno, dopodiché non la incontrò più; non è un caso che le risultanze delle indagini escludano un coinvolgimento di Daniel e Cristina Ciocan nella morte di Maria Ungureanu né che sia stato trovato alcunché che accrediti un omicidio perché un omicidio non c’è stato. Continuare a speculare sulla storia dei calzini da parte dell’avvocato Gallo lo trovo irrispettoso nei confronti di due ragazzi innocenti coinvolti in questa triste storia loro malgrado, i calzini ritrovati nell’auto di Daniel appartenevano alla sorella Cristina e con tutta probabilità Maria quella sera non indossava i calzini, per questo motivo non ne sono stati trovati». Secondo la criminologa della difesa di Daniel Ciocan e sua sorella Cristina, «Maria Ungureanu è morta in seguito un incidente, come lo sono la maggior parte delle morti per annegamento. Ritengo che la bambina fosse in compagnia di almeno un’altra ragazzina più grande di lei ed è lei che la procura deve sentire per risolvere il caso». Il caso resta sempre più avvolto nel mistero e intanto la famiglia della piccola bimba Maria piange la sua mancanza e la morte tragica ad un’età così piccola.
A quasi cinque mesi dal giallo di Maria Ungureanu, la bambina di origini romene trovata senza vita nelle acque della piscina di un resort a San Salvatore Telesino, in provincia di Benevento, potrebbero giungere prossimamente delle novità importanti. Dopo le dichiarazioni degli inquirenti, sempre più certi della presenza dell’indagato Daniel Ciocan sul luogo del delitto, negli attimi in cui la bambina di quasi dieci anni veniva uccisa, ora l’attenzione sembra essersi spostata su un altro aspetto misterioso e che vale la pena analizzare e chiarire. Lo rende noto il settimanale Giallo, il quale parla di un dettaglio inquietante relativo alla sera del 19 giugno scorso, quando di Maria Ungureanu si persero le tracce per poi essere rinvenuta cadavere a distanza di alcune ore dalla sua scomparsa. Pare infatti che proprio la sera dell’omicidio della bambina, le luci e la musica delle giostre montale a San Salvatore Telesino in occasione della festa del santo patrono si accesero tra le 21 e le 22. Un fatto inconsueto anche perché in quelle ore pioveva e non c’era nessuno nel piccolo luna park. Questa circostanza avrebbe sollevato non pochi dubbi: è possibile che proprio mentre Maria Ungureanu veniva uccisa, qualcuno avesse deciso di accendere la musica delle giostre forse al fine di coprire le urla di dolore della bambina? Le luci, invece, potrebbero essere servite a impedire di vederla in compagnia del suo assassino. Quelle avanzate dal settimanale diretto da Andrea Biavardi appaiono come mere ipotesi ma che non possono essere ignorate. Probabilmente, chi ha ucciso Maria Ungureanu si è servito proprio delle giostre presenti in paese per coprire chi, a distanza di pochi metri, stava uccidendo la bambina. Il luna park, inoltre, ritorna nuovamente nel giallo sulla morte di Maria Ungureanu. Nei mesi scorsi, infatti, era stato proprio il padre della bambina uccisa a riferire la presenza di alcuni giovani romeni dipendenti – forse a nero – dei giostrai e che ripartirono il giorno successivo al delitto della piccola, facendo perdere le loro tracce. Uno di loro, la sera prima dell’omicidio, regalò proprio a Maria un gettone per un giro gratis. Un fatto, questo, al quale assistette il padre e che gli apparve sin da subito sospetto. Gli stessi giostrai, una volta interrogati, negarono la presenza di dipendenti romeni, ma le loro dichiarazioni andrebbero a scontrarsi con le testimonianze dei compaesani e del padre stesso di Maria Ungureanu, il cui giallo resta ancora molto fitto.