) – Un caso, un precedente, che per Antonio Logli rischia di diventare molto “pesante” e dall’inquietante risvolto. Sull’omicidio di Roberta Ragusa infatti pesa anche il caso di Guerrina PIscaglia: due donne scomparse e due accusati per l’omicidio e la distruzione di cadavere, come Padre Graziano e Antonio Logli. Secondo la difesa del marito di Roberta, il processo che si sta per aprire a Pisa porterebbe questo pesante precedente, dato che il religioso è stato a poco condannato e incarcerato nonostante la donna non sia mai comparsa e non ci siano prove dirette sulla sparizione. La condanna di Padre Graziano rappresenta un precedente giurisprudenziale, che per la sua attualità e per gli elementi di similitudine, avrà sicuramente la sua influenza nel corso del procedimento contro Logli. Per questo motivo, riporta la Nazione qualche giorno fa, «i legali di Logli stanno valutando la possibilità di eludere la giuria popolare. Nelle motivazioni per le quali la Cassazione ha annullato la sentenza gli ‘ermellini’ praticamente ritengono indispensabile il rinvio a giudizio del marito di Roberta sul quale gravano pesanti indizi. E anche – e forse sopratutto – per evitare un processo davanti alla Corte di Assise (lo ricordiamo composta da due giudici togati e appunto sei popolari) che opterà per l’abbreviato».
Si attende il processo su Antonio Logli, il prossimo 18 novembre per cercare di trovare una soluzione al caso Roberta Ragusa, la moglie scomparsa e a questo punto probabilmente morta (la scomparsa per allentamento sembra davvero un’ipotesi da scartare quasi completamente). Antonio è imputata infatti per omicidio e istruzione di cadavere della moglie dopo essere stato prosciolto lo scorso anno ma in nuova udienza dopo le clamorose novità a livello processuale spuntata ad inizio 2016. L’attesa è tutta per la decisione dei giudici che dovranno risentire in aula tutte le parte, compresa la compagna dello stesso Logli, Sara Calzolaio: potranno pesare al processo le parole della donna, riportate dal settimanale Giallo, dal momento che pochi mesi fa commentava così un servizio video del 15 gennaio 2013, subito dopo la scomparsa di Roberta Ragusa. «Io la mano sul fuoco la metto per me, perché so che quella notte dormivo. Ci sono troppo cose che non tornano, Antonio…». Secondo il settimanale, la coppia sarebbe anche separata in questo momento, ma subito smentita dalla stessa Calzolaio: ciò non togli che nel processo Antonio Logli sarà risentito e lì si potrà scoprire il vero stato attuale delle cose.
A pochi giorni dall’udienza preliminare-bis a carico di Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, l’attenzione è massima sul giallo legato alla donna scomparsa da Gello di San Giuliano Terme quasi cinque anni fa. Ad occuparsi del caso è stata anche la trasmissione Mattino 5, che nella giornata di ieri ha approfondito l’aspetto legato alla presenza in aula di Antonio Logli di fronte al nuovo gip di Pisa, Elsa Iadaresta, chiamata a decidere se rinviarlo o meno a giudizio. Con ogni probabilità, il processo per l’omicidio e la distruzione di cadavere di Roberta Ragusa questa volta avrà luogo e questo porterebbe finalmente a fare chiarezza sulla misteriosa scomparsa della donna, ormai sempre più lontana dall’ipotesi iniziale di allontanamento volontario. Anche alla luce dell’eventualità di un processo, la difesa di Antonio Logli potrebbe chiedere il prossimo venerdì di poter procedere secondo il metodo del rito abbreviato, una decisione sofferta ma che, soprattutto dopo quanto accaduto per il caso di Guerrina Piscaglia, potrebbe evitare a Logli una condanna all’ergastolo. Il rito abbreviato permetterebbe all’imputato di godere di uno sconto di un terzo della pena in caso di condanna, ma non solo: verrebbe meno la giuria popolare e Logli eviterebbe l’acquisizione da parte della procura di ulteriori elementi indiziari a suo carico. La possibile scelta del rito abbreviato da parte di Logli è stata commentata nel corso della trasmissione mattutina dell’ammiraglia Mediaset anche da parte dell’avvocato di parte civile, Nicodemo Gentile, che rappresenta l’associazione Penelope. “Difficilmente la mancanza del corpo di Roberta Ragusa potrà essere un elemento ostativo: Antonio Logli è un callido mentitore”, ha commentato il legale. L’avvocato Gentile ha poi anticipato come nell’inchiesta bis ricopriranno un ruolo decisivo le testimonianze dei figli di Roberta Ragusa. “Molte delle loro dichiarazioni smentiscono Logli”, ha chiarito il legale, speranzoso nell’imminente inizio di un eventuale processo a carico dell’uomo. Ancora incerta, tuttavia, l’udienza del prossimo 18 novembre in quanto, come rivela Urban Post, la procura starebbe effettuando ulteriori accertamenti e riascoltando diversi testimoni tra cui proprio il figlio maggiorenne di Antonio Logli e Roberta Ragusa.