Tra pochi giorni Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, potrebbe comparire, salvo colpi di scena, al cospetto del nuovo Gip Elsa Iadaresta, in vista dell’udienza preliminare-bis. Un’udienza che deciderà sul rinvio a giudizio dell’uomo ma che potrebbe anche slittare, come rivelato nei giorni scorsi dal giornalista Fabrizio Peronaci, che da mesi si occupa con assiduità del giallo di Gello di San Giuliano Terme. Il caso sarà centrale nel corso della nuova puntata di Chi l’ha visto in onda stasera su Rai 3 e che potrebbe aggiungere ulteriori risvolti in vista della data del prossimo 18 novembre. Nel frattempo, l’avvocato Nicodemo Gentile, legale rappresentante di Penelope, l’associazione che si occupa di assistere le famiglie delle persone scomparse, oltre alle varie interviste nei maggiori programmi tv si è espresso anche sulle pagine del settimanale Giallo sostenendo: “Per il caso di Roberta Ragusa daremo vita alla madre di tutte le battaglie”. A detta del legale, sarebbero tanti gli indizi che richiedono necessariamente un processo. “Antonio Logli ha raccontato tante bugie che non possono rimanere impunite o quantomeno sottoposte al vaglio di un giudice”, ha aggiunto senza mezzi termini l’avvocato Gentile.

Nella puntata di oggi, mercoledì 16 novembre 2016, di Chi l’ha visto si torna a parlare di Roberta Ragusa, la donna scomparsa dalla sua abitazione a Gello San Giuliano Terme quasi 5 anni fa. Il corpo della donna non è mai stato ritrovato, ma in attesa che venerdì 18 il gip di Pisa, Elsa Iadaresta, decida se mandare o meno a processo per il presunto omicidio della moglie, Antonio Logli, sembra farsi sempre più insistente il convincimento per cui i legali dell’uomo avrebbero optato come strategia difensiva per la richiesta del rito abbreviato. A pesare in maniera decisiva sarebbe stata la vicenda di Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa il cui corpo non è stato mai ritrovato, che pochi giorni fa è culminata con la condanna a 27 anni di carcere per padre Graziano Alabi. La conferma di ciò arriva anche dal giornalista de Il Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci, che sul suo profilo Facebook pochi giorni fa spiegava:”Come annunciato nei giorni scorsi da questo gruppo di Giornalismo Investigativo, la decisione sul rinvio a giudizio del marito della povera Roberta, attesa per l’udienza del prossimo 18 novembre, è destinata a saltare. Il rito abbreviato consentirebbe all’indagato di non comparire al cospetto di una Corte d’assise e di sollecitare, attraverso i suoi legali, un forte sconto di pena. Verrebbe anche meno la possibilità di acquisire nuove prove dal libero dibattimento e confronto tra le parti in aula”. Inoltre, come previsto dal nostro ordinamento giudiziario, Logli in caso di condanna beneficerebbe di uno sconto di un terzo della pena.

Nel caso in cui Antonio Logli dovesse essere mandato a processo per il presunto omicidio della moglie Roberta Ragusa, scomparsa da Gello San Giuliano Terme la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2016, a risultare decisivi in presenza di un’inchiesta-bis potrebbero essere le rivelazioni dei figli della coppia, gli ultimi ad avere visto in vita la loro madre. Se ne parla anche questa sera a Chi l’ha visto su Rai Tre ma come rivela Urban Post, per quanto stia prendendo sempre più corpo l’ipotesi del rito abbreviato con successivo slittamento dell’udienza fissata per il 18 novembre, in questi giorni la Procura starebbe svolgendo nuovi accertamenti investigativi beneficiando anche dell’ausilio di nuove testimonianze, e in particolare di quella del figlio maggiorenne di Ragusa e Logli. Come confermato ai microfoni di Mattino Cinque da parte dell’avvocato Nicodemo Gentile, il legale dell’Associazione Penelope che offre sostegno ai familiari delle persone scomparse, “saranno fondamentali i contributi dei figli” poiché “molte delle loro dichiarazioni smentiscono Logli”. Il marito di Roberta Ragusa sarà incastrato dai propri figli?