Il vicesegretario provinciale della Lega Nord, Stefano Bolognini (che è stato anche assessore provinciale alla Sicurezza), non mette di certo in discussione il fatto che arriveranno (e sottolinea il futuro) i militari a Milano per garantire maggiore sicurezza ai milanesi. Rimane piuttosto sorpreso per il modo in cui è maturata ed è stata presentata questa “chiamata” improvvisa e inaspettata, che in genere è una scelta politica della destra, non di una coalizione metropolitana di sinistra. Quindi è inevitabile che commenti con una un pizzico di ironia le dichiarazioni e le interviste del sindaco di Milano, Giuseppe Sala.



Scusi Bolognini, Sala ha dichiarato a Repubblica, come a molti altri giornali e mezzi di comunicazione: “La sicurezza è di sinistra, ecco perché voglio i militari nelle strade di Milano”. Che cosa, in fondo, c’è di strano in una dichiarazione come questa? Si potrebbe dire che è dettata anche dal buon senso.

Mi chiedo solamente perché fino a pochi giorni fa, prima della sparatoria avvenuta vicino a piazzale Loreto, prima della morte di una persona, nessuno ha mai parlato di una questione come questa: cioè della necessità di chiamare i militari nelle strade di Milano. L’impressione è che sia stata quasi una “scoperta improvvisa” quella della necessità di garantire maggiore sicurezza ai milanesi. Mentre si può parlare con tanti cittadini, di diverse zone della città, soprattutto delle periferie, per rendersi conto che il problema esiste da molto tempo, che sta diventando sempre più grave e che rischia di esplodere nel giro di poco tempo con una politica dell’accoglienza di questo tipo. Insomma, il buon senso si poteva usare da tempo.



Forse Sala si è preoccupato che la situazione degeneri e quindi ha fatto questa richiesta.

Allora, cerchiamo di fare un ragionamento. La necessità di maggiore sicurezza era evidente per tutti e da molto tempo. Bastava guardare la realtà di certe periferie, di certe strade, dove il problema sicurezza è all’ordine del giorno. Il fatto è che prima i media, i giornali non si interessavano molto a questa situazione milanese, quasi la sottovalutavano. Tre giorni dopo invece il fattaccio di piazzale Loreto, questa volta i media sono intervenuti in modo più ampio e documentato. E così il sindaco arriva a chiedere i militari, che si dice arriveranno. È certo un fatto a cui non ci opponiamo, ma la richiesta e l’intervento di Sala hanno tanto il sapore di un intervento che è stato suggerito dall’esposizione mediatica. Ma perché non si parla anche della situazione del Giambellino, del Lorenteggio, dell’occupazione delle case? Sto solamente citando alcune realtà che si possono vedere con grande facilità, che sono sotto gli occhi di tutti.



Secondo lei Sala teme che la situazione possa sfuggirgli di mano?

Numeri alla mano, e vista la situazione complessiva dell’immigrazione, non c’è dubbio che Milano, con la sua provincia e la regione comincino a entrare in uno stato di sofferenza. C’è un fatto che non va poi dimenticato: abbiamo perso anni anche a Milano con la Giunta Pisapia. Non si è raggiunto alcun risultato significativo. Quindi la giunta di Giuseppe Sala, di fronte a fenomeni come questo, sente la necessità di recuperare consensi. Insomma, c’è in questa richiesta di Sala il sapore di una manovra politica.

Che problemi può avere la giunta di Sala in un momento come questo?

Se la situazione dell’immigrazione e della sicurezza diventa problematica a Milano, la giunta perde più consensi di quanto si possa immaginare. C’era già un fenomeno periferico che aveva dato indicazioni anche in campagna elettorale, se il problema si allarga, si sposta in una zona tutto sommato quasi centrale come via Padova e piazzale Loreto, la giunta di sinistra può andare incontro a problemi di consenso. E in questo momento simili problemi sono temuti sia a livello locale che a livello nazionale.

 

In che senso Bolognini?

Credo che la giunta di Milano, in questo momento, abbia la necessità di rifarsi il maquillage, abbia bisogno di un’operazione di autentico maquillage politico. E questo può servire anche al voto referendario, quello in arrivo tra un paio di settimane. La situazione di disagio che ha investito il Paese, non ha risparmiato neppure una grande città come Milano, che pure vive una realtà migliore rispetto al resto dell’Italia. In questa situazione di incertezza, di insicurezza, qualsiasi disagio ulteriore può incidere negativamente sull’immagine del governo nazionale e della giunta di Milano, quella che meglio rappresenta in pieno la linea di Matteo Renzi.

 

(Gianluigi Da Rold)