In attesa della nuova puntata di Quarto Grado, in onda stasera su Rete 4 e che tornerà nuovamente sul caso di Yara Gambirasio, ieri la trasmissione Pomeriggio 5 ha trasmesso un’intervista telefonica alla sorella di Massimo Bossetti, Laura Letizia. Bossetti attende con ansia il processo di appello che si svolgerà la prossima primavera. Nel frattempo, la donna è andata a trovare il fratello in carcere confermando: “Sta bene, è molto forte e molto carico”. Laura Letizia ha anche commentato la lunga lettera ricevuta nei giorni scorsi da Massimo Bossetti in occasione del loro compleanno: “Quando uno sa di essere innocente, dopo quasi tre anni in carcere c’è da capirlo”. Oltre a Massimo Bossetti, anche la moglie Marita Comi ed i figli starebbero bene. La sorella del presunto assassino di Yara Gambirasio inoltre, è certa che la situazione possa ribaltarsi in vista del processo di appello. Gli avvocati e l’intero team, a sua detta, potrebbero anche ribaltare la prova regina del Dna. “Quel Dna non è suo”, ha detto la donna. “Hanno voluto prendere un colpevole, non il vero colpevole. Massimo non c’entra niente e lo sanno anche loro”, ha chiosato.
Del caso di Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, se ne occuperà questa sera la trasmissione Quarto Grado, in vista del processo d’appello che si svolgerà nella prossima primavera. Intanto, nella puntata di ieri di Pomeriggio 5, in collegamento dall’esterno del carcere di Bergamo è intervenuto il giornalista di Oggi, Giangavino Sulas con alcune novità eclatanti. Bossetti, nei giorni scorsi, ha inviato una lunga lettera di sei pagine indirizzata alla madre ed alla sorella gemella in occasione del suo (e loro) compleanno. A detta del giornalista è stata una lettera “struggente, molto affettuosa molto piena di tante cose…”. A colpire sarebbe stata in particolare una frase: Bossetti per la prima volta rivela che qualcuno gli ha chiesto di autoaccusarsi in cambio di uno sconto di pena. A detta di Sulas, la richiesta nei suoi confronti è stata fatta chiedendo di accusare un complice che sarebbe nel frattempo morto. Il giornalista ha chiarito che non sarebbero state le forze dell’ordine a convincerlo. “In questa notizia c’è qualcosa di molto più grosso e che potrebbe esplodere nel corso del processo di appello nella prossima primavera”, ha aggiunto Sulas. Nella lettera in questione, Bossetti si immagina dietro le sbarre e scrive: “Quel passerotto disperato chiuso senza colpa in gabbia e disposto s lasciarsi anche morire pur di non beccare mangiare infame quella dannata gabbia toccata a me. Solo adesso mi rendo conto quanto bella era la libertà”. Parole durissime e che lascerebbero molti dubbi.
Dopo alcune settimane di silenzio, negli ultimi giorni si è tornati a parlare di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato lo scorso 1 luglio in primo grado alla pena dell’ergastolo per l’omicidio e l’occultamento di cadavere della tredicenne Yara Gambirasio. Il caso tornerà centrale nel corso della nuova puntata di Quarto Grado, la trasmissione in onda stasera su Rete 4. Dopo aver appreso le motivazioni con le quali la Corte d’Assise di Bergamo aveva condannato al carcere a vita Massimo Bossetti, la sua difesa rappresentata dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, nei giorni scorsi ha presentato il ricorso di 258 pagine contro la condanna a carico del proprio assistito. Il deposito dell’appello, come riporta il sito Bergamosera.it, è avvenuto presso il Tribunale di Como. Una scelta di comodo dettata unicamente dal fatto che i due legali avrebbero entrambi lo studio in città. “Il processo non regge, ci siamo trovati di fronte a una sentenza e a un processo che ha fatto a stracci il diritto sostanziale, il diritto processuale e il diritto costituzionale”, avevano commentato all’agenzia di stampa Ansa i due difensori di Massimo Bossetti. A detta della difesa del presunto assassino di Yara Gambirasio, nel corso del lungo processo di primo grado caratterizzato da 40 udienze, i consulenti avrebbero “fatto a gara per smentire loro stessi”. Non ci sarebbe stato dunque alcun confronto con la difesa in materia di prova scientifica. Per la difesa del muratore di Mapello esistono ancora oggi delle valide piste alternative a Massimo Bossetti e capaci di dimostrare la sua innocenza e ribaltare totalmente il quadro accusatorio finora emerso, ma che non sarebbero mai state prese in esame nel corso del processo, a partire dal Dna del muratore sugli slip e sui leggings di Yara Gambirasio. Ci si domanda poi come mai non sia stata disposta una nuova perizia. Proprio alla trasmissione di Rete 4, l’avvocato Claudio Salvagni, nel commentare gli elementi che a suo dire rappresenterebbero i punti deboli dell’intera inchiesta a carico di Massimo Bossetti, rivelerà anche le prossime mosse in vista del processo di appello nei confronti del suo assistito e presunto assassino di Yara Gambirasio. Proprio in appello potrebbero esserci delle novità clamorose in merito alle quali difesa e imputato sembrano essere molto ottimisti. A detta di Salvagni, ciò che non reggerebbe della sentenza di condanna a carico di Bossetti sarebbe l’intero processo. Un processo che, secondo la difesa dell’uomo, sarebbe dunque tutto da rifare, con nuovi elementi attualmente in possesso degli avvocati e che potrebbero ribaltare addirittura la sentenza all’ergastolo in primo grado.