Le domande attorno alla morte di Cranio Randagio, il rapper 22enne Vittorio Bos Andrei, resta ancora un mistero. La famiglia non smette di chiedere che possa essere fatta chiarezza su questo caso di cronaca che ha sconvolto il mondo della musica e dei talent show, in quanto Cranio giunse ad un passo dalla partecipazione a X Factor 2015. Alla camera ardente dei giorni scorsi, allestita al Policlinico Gemelli a Roma, hanno aderito molti amici e fan di Cranio Randagio. In queste ore circolano sul web i ricordi di chi aveva conosciuto Vittorio, come persona e come artista. A tal proposito, Nanopress ha riportato il ricordo commosso di un fan. “Mi sento ridicolo a piangere per uno che neanche conoscevo, ma la sua musica mi dava forza, parlava di cose che conosciamo tutti”, ha dichiarato il ragazzo. Il suo fan ha però ricordato anche come la sua morte deve servire a fare attenzione a chi si frequenta “perché io sono ragazzo, ci sto in quel mondo”. La morte ancora misteriosa di Cranio Randagio, a detta del giovane, ha anche avuto un altro insegnamento: “quello di non abbattersi mai che è il suo cavallo di battaglia”.



Cranio Randagio purtroppo, mentre viene ricordato e salutato con affetto in queste ore, potrebbe essere morto per la presenza al festino nell’appartamento romano di cocaina e anfetamine, oltre che molto alcol. Nulla ancora è stato provato e l’autopsia fugherà probabilmente ogni dubbio, ma questo non toglie che potrebbero esserci responsabilità negli amici presenti alla festa e hanno ritrovato il corpo senza vita del rapper xi X Factor il giorno dopo. Non solo marijuana è stata usata durante la notte, raccontano alcuni partecipanti del party ascoltati dal commissario Claudio Cacace, che abbiamo già riportato ieri: «Alla festa circolavano anche dosi di anfetamine e cocaina». Vittorio Bos Andrei è morto a 21 anni e questo aggiunge peso ad una tragedia che forse poteva essere evitata: secondo le testimonianze però, e questa è la novità, non sarebbero entrati dei pusher nell’appartamento, cosa che invece veniva presupposto all’inizio delle indagini. Questo però significa però che le droghe erano di qualcuno degli 11 invitati presenti alla festa assieme a Cranio Randagio.



Alla Camera Ardente di Cranio Randagio ha parlato un amico di famiglia e scrittore di alcuni testi teatrali che conosceva molto bene il rapper morto in circostanze ancora da chiarire: a Repubblica ha confidato, fuori dalla camera ardente del Policlinico Gemelli di Roma come il ragazzo ha sofferto in tutti questi anni dopo la morte del padre e non solo. «Vittorio è certamente un talento artistico. ma è soprattutto un ragazzo che è stato costretto a crescere troppo in fretta. I suoi brani dicevano tanto della sua sofferenza e credo che la sua fine sia stata dettata anche da una voglia inconscia di capire i perché di questo mondo ingiusto. Forse ha accelerato un po’ troppo». Cresciuto in fretta o meno, resta la morte di un ragazzo come Cranio Randagio che nessuno avrebbe mai voluto e che nemmeno Vittorio stesso forse immaginava. Una tragedia per ora ancora senza la parola fine visto che tutt’ora a sette giorni dal ritrovamento del corpo, non si è ancora compreso di che cosa sia effettivamente morto il rapper di X Factor e autore di canzoni della Roma giovane.



Cranio Randagio, la sia figura e il suo caso continua a far parlare mentre ancora dopo una settimana non sono giunte novità sul fronte dell’autopsia e dunque ancora non si è riuscito a capire di cosa sia morto e come sia mancato il giovane rapper ex X Factor 2015. Ma negli ultimi due giorni il saluto e l’affetto dei tantissimi amici che sono andati a trovarlo alla Camera Ardente al Gemelli di Roma hanno per qualche ora fatto dimenticare la tragedia sul lato giudiziario. Tanti, tantissimi che hanno risposto all’appello di mamma Carlotta ad andare a salutarlo, mantenendo comunque un rispetto ed una forma altamente privata. Alla Camera ardente è arrivata anche la fidanzata, che ancora non ha voluto parlare e si è chiusa nel suo dolore, distrutta da quanto successo ma senza polemiche o critiche da avanzare. Commoventi le parole di alcuni suoi ex compagni di classe del Liceo Seneca di Roma: «Vittorio voglio ringraziarti perché con la tua musica hai salvato tanta gente. Nonostante quello che hai passato non mostravi mai il tuo dolore, ma aiutarvi gli altri a reagire, a combattere le difficoltà della vita», sospira Clarissa, 20 anni, che lo aveva conosciuto a scuola durante il periodo in cui purtroppo il padre di Cranio Randagio scomparve dopo una malattia. Un ragazzo amato e un uomo che ha interrotto la vita troppo presto. Il dolore della famiglia Andrei purtroppo continua ancora.