Cosa dobbiamo attenderci, realmente, dal processo di appello a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio? Questa domanda sorge spontanea dopo le ultime rivelazioni sul giallo emerse dal settimanale Oggi e dalla trasmissione Pomeriggio 5. Una recente e lunga lettera di sei pagine scritta da Bossetti ed indirizzata alla madre e alla sorella gemella avrebbe sollevato vari dubbi i quali potrebbero essere svelati prossimamente proprio nel corso del nuovo processo. Per la prima volta dal giorno del suo arresto, come rivelato dal giornalista Giangavino Sulas alla trasmissione pomeridiana di Canale 5, il muratore di Mapello rivela che qualcuno gli avrebbe chiesto di autoaccusarsi in cambio di uno sconto di pena ma non solo: avrebbe dovuto accusare una seconda persona che nel frattempo sarebbe morta. Questo aspetto potrebbe rappresentare l’inizio del processo di assoluzione pensato dalla sua difesa? Nella stessa lettera, Massimo Bossetti avrebbe anche scritto una frase diretta alla sorella: “Prima o poi dovrai convincerti che tuo fratello non ti ha mai mentito”. Cosa significa realmente? Si tratterebbe di una frase allusiva ma dal contenuto poco chiaro e che potrebbe entrare anche questa nel processo di appello che si svolgerà la prossima primavera presso la Corte d’Assise di Brescia.



Il caso che vede protagonista Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, è tornato centrale nella cronaca nera nostrana, in vista del processo d’Appello che potrebbe iniziare già dalla prossima primavera. A tal proposito, la sua difesa ha già iniziato a lavorare alla propria strategia promettendo anche numerose novità. Le ultime rivelazioni arrivano direttamente dal carcere di Bergamo, dove Massimo Bossetti sta scontando la pena dell’ergastolo. Il settimanale Oggi ha pubblicato una struggente dichiarazione di innocenza dell’uomo, attraverso una lettera inviata alla madre e alla sorella gemella in occasione del suo compleanno (e di quello di Laura Letizia), e resa nota nei giorni scorsi durante la trasmissione Pomeriggio 5. “Ciao Mamma e Laura, quel passerotto disperato, chiuso senza colpa in gabbia, è disposto lasciarsi anche morire pur di non beccare, mangiare infame…”: con queste parole il presunto assassino di Yara Gambirasio ha fatto intendere di non avere nessuna intenzione di confessare un delitto che, sin dal giorno del suo arresto ha sempre detto di non aver eseguito ed al quale hanno sempre creduto la sua famiglia ed i suoi avvocati difensori, pronti ora a dare battaglia in appello.



Si avvicina sempre di più il processo d’Appello a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio e condannato lo scorso primo luglio alla pena dell’ergastolo, al termine del lungo processo di primo grado. Quasi certamente la data di inizio sarà fissata alla prossima primavera, ma la difesa del muratore di Mapello ha già iniziato a comporre la propria strategia annunciando grandi colpi di scena. E’ stato l’avvocato Claudio Salvagni ad anticipare alcuni passaggi di quelli che saranno i punti chiave della linea difensiva nell’ambito del processo d’Appello a carico di Massimo Bossetti. Come riporta il sito UrbanPost, nel corso della passata puntata di Quarto Grado l’avvocato Salvagni ha parlato del ricorso in Appello contro la condanna all’ergastolo, presentato nei giorni scorsi e lungo oltre 250 pagine, all’interno del quale sono stati contestati diversi aspetti dell’indagine. Il primo ha a che fare essenzialmente con quella che è stata definita lungo tutto il processo di primo grado “la prova regina”, ovvero il Dna di “Ignoto 1” rivenuto sui vestiti di Yara Gambirasio. In secondo luogo gli avvocati difensori di Massimo Bossetti avrebbero contestato l’intero modus operandi degli inquirenti in fase di indagine. Per l’avvocato Salvagni, lo scorso luglio si è concluso un processo che “è stato influenzato e continua ad esserlo da pressioni esterne”, mirate a “individuare un colpevole ad ogni costo” ma anche a esaltare i metodi d’indagine che hanno portato al presente imputato”. Anche la sorella di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio, in una recente intervista telefonica trasmessa dalla trasmissione Pomeriggio 5 aveva posto l’accento su questo aspetto, sottolineando come gli inquirenti abbiano voluto trovare “un colpevole” e non “il colpevole”. A detta di Claudio Salvagni, proprio la forte attenzione mediatica avrebbe avuto delle conseguenze negative sul suo assistito in quanto Massimo Bossetti sarebbe finito nel mirino di ” un’opinione pubblica forcaiola”. A carico dell’uomo, sin dal suo arresto bollato come “l’assassino di Yara Gambirasio”, dunque, sarebbe giunta una condanna emessa dai media, ancor prima che dai giudici.

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