Frasi choc e clamore provocato dalle affermazioni del Patriarca Kirill, la guida della Chiesa Ortodossa Russa sui matrimoni gay e sulla legislazione occidentale del nuovo millennio. In una lunga intervista a RT, il patriarca ortodosso ha usato parole molto forti per esprimere la sua contrarierà ad alcuni leggi e pratiche della contemporaneità, “che minerebbero l’esistenza della razza umana”. «Quello che sta accadendo nei Paesi occidentali è che, per la prima volta nella storia umana, la legislazione va contro la natura morale degli esseri umani. In qualche modo possiamo paragonarlo all’apartheid in Sudafrica o alle leggi naziste: frutto di un’ideologia». Le parole di Kirill riecheggiano in tutto l’Occidente nel già difficile lavoro di equilibrio tra Russia, Europa e Stati Uniti: le parole e la spiegazione di Kirill entra nel merito della vicenda ed offre spunti di discussione, dato che lo stesso Patriarca non condanna la presenza sessuale e neanche la persona che commette l’atto bensì la legislazione che tutela e difende questo atto.



«Noi diciamo – ha sottolineato il patriarca nella sua lunga intervista con RT – che la Chiesa non può mai ridefinire il bene e il male, il peccato e la giustizia, ma noi non condanniamo le persone che hanno diverse preferenze sessuali. Grava sulla loro coscienza e sono affari loro: ma ciò non deve essere discriminato o punito, come era pratica comune in alcuni stati. Tuttavia, in nessun caso questo dovrebbe essere accettato come norma sociale non diversa dalla norma sociale che deriva dalla nostra natura morale, cioè il matrimonio tra un uomo e una moglie per creare una famiglia e avere dei figli. Ecco perché crediamo che questa nuova tendenza costituisca una grave minaccia per l’esistenza della razza umana», afferma nell’intervista tradotta su Tgcom24. Un esempio però Kirill lo porta a livello pubblico sull’intera vicenda e mostra come secondo la Chiesa Ortodossa l’insistere su queste legislazioni riporta alla mente non solo il Nazismo ma anche l’ideologia del totalitarismo sovietico. «La Chiesa – continua – deve affrontare questo e dire che è una brutta cosa, ma abbiamo visto che le autorità di alcuni paesi hanno cercato di mettere a tacere gli ecclesiastici. Un pastore protestante è andato in galera per aver chiamato nel suo sermone un matrimonio omosessuale un peccato. Questo ricorda molto quello che accadeva sotto il totalitarismo sovietico. Nei paesi che dichiarano il loro impegno per la libertà di parola, è possibile essere puniti per aver espresso la propria opinione. Questa è una tendenza pericolosa e io spero che si esaurisca e che l’ordine naturale delle cose prevalga: io non voglio nemmeno pensare a cosa ci potrebbe accadere altrimenti». Un caso divenuto virale e mondiale ma che a ben vedere, come spesso accade, viene ingigantito una affermazione e portata alle estreme conseguenze: la Chiesa monitora e riporta cosa secondo Lei è bene o male, senza condannare mai il peccatore ma solo il peccato. A voi giudicare se in questo caso si è andati oltre, ma non prima di entrare nel ventre del problema e non far finta di conoscere la vicenda “sparando” giudizi a prescindere.

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