In vista del processo con rito abbreviato e che si celebrerà nei prossimi giorni con protagonista Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa ed accusato del suo omicidio e della distruzione del cadavere, l’attenzione mediatica si è posata sempre di più sulla sua vita privata. Quella vita che, da giorno della scomparsa misteriosa della moglie, Logli ha deciso di condividere con Sara Calzolaio, ex amante dell’uomo nonché baby sitter e amica di Roberta Ragusa. La sua presenza in casa Logli non fu vista di buon occhio dai genitori di Antonio, come trapelato da alcune intercettazioni trasmesse nel corso della trasmissione Quarto Grado. Lo stesso programma tv ha poi trasmesso anche le intercettazioni con protagonista Sara Calzolaio. In una telefonata con Logli la donna appariva delusa in seguito all’allontanamento di Roberta Ragusa ed al suo non ritorno in vista del compleanno di uno dei figli. In una ulteriore telefonata, invece, la donna appariva affranta ed in lacrime a causa della solitudine. Nonostante questo e la forte pressione mediatica delle ultime settimane Sara ha continuato a restare accanto al suo uomo, smentendo le voci di una loro presunta crisi.

Il caso di Roberta Ragusa, la donna misteriosamente scomparsa da Gello di San Giuliano Terme, negli ultimi giorni è stato caratterizzato da una svolta importante: il marito Antonio Logli è stato rinviato a giudizio ed affronterà il processo che si concluderà dopo appena due udienze, con la probabile sentenza, proprio il prossimo 21 dicembre. A commentare la richiesta della difesa dell’uomo che ha avanzato ed ottenuto per il proprio assistito il rito abbreviato, è stato lo psichiatra Alessandro Meluzzi, intervistato dal sito Intelligonews.it. La richiesta di Logli l’ha definita “tecnicamente corretta”. Antonio Logli, oltre che dell’omicidio di Roberta Ragusa è accusato anche della distruzione del suo cadavere. Alla domanda su cosa possa portare un uomo, ancor più un marito, a distruggere il corpo della moglie, Meluzzi ha replicato in modo preciso: “C’è una spiegazione oggettiva, distruggendo il cadavere le indagini risulteranno molto più difficili e non si avrà la certezza dell’omicidio. La distruzione del cadavere è un corollario necessario dell’omicidio, non è una cosa in più, ma un comportamento razionale. A meno che uno non sia in grado di mettere in atto per il depistaggio delle tecniche straordinarie, come trasferire sul cadavere il Dna di qualcun’altro”. In caso di distruzione, essendo un’operazione complessa, a sua detta quasi certamente è necessaria la presenza di complici sebbene in questo processo che inizierà tra qualche giorno, l’unico imputato risulti solo Logli: “Quindi se lui ha distrutto il cadavere ha agito da solo”. E sulle piste alternative finora emerse, Meluzzi ha chiosato: “Non so quanto queste piste siano state approfondite, però mi pare che non vi sia nessun elemento né indiziario né probatorio”.

Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, la donna misteriosamente scomparsa quasi cinque anni fa da Gello di San Giuliano Terme, attende la prima udienza del suo processo lampo. Nel frattempo, emergono alcune indiscrezioni clamorose, come quella resa nota nel corso della trasmissione Quarto Grado e ripresa da Ultimenotizieflash.com. Il programma di Rete 4, nell’ultima puntata andata in onda proprio nel giorno in cui Logli è stato rinviato a giudizio, ha trasmesso alcune intercettazioni con protagonisti i genitori del marito di Roberta Ragusa. I signori Logli non avrebbero affatto apprezzato la decisione del figlio di portare subito a casa Sara Calzolaio: “Poteva anche solo portarla a lavorare all’autoscuola, ma in casa con i bambini…”, è stato il commento di papà Valdemaro e della moglie. I genitori erano anche a conoscenza della crisi matrimoniale tra Antonio e Roberta Ragusa e la stessa madre aveva più volte consigliato il figlio di prendere una decisione. Nelle intercettazioni, dunque, emergono le perplessità dei genitori di Antonio Logli, ma la frase destinata a far discutere è un’altra. “L’ha fatta fuori lui”, dichiarò Valdemaro, ignaro di essere intercettato. Una frase shock sulla quale però anche la moglie apparve concorde e che evidenziò i dubbi della famiglia in merito alla triste fine di Roberta Ragusa.

Lo scorso venerdì Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, è stato rinviato a giudizio per l’omicidio della moglie e l’occultamento del suo cadavere. Assente in aula, i suoi avvocati hanno immediatamente avanzato la richiesta di rito abbreviato anticipando così un processo lampo che con ogni probabilità si concluderà dopo appena due udienze, il prossimo 21 dicembre, quando potrebbe essere letta la sentenza. A commentare i retroscena dell’udienza preliminare a carico di Antonio Logli, nelle passate ore è stato il giornalista del Corriere della Sera, Fabrizio Peronaci, da sempre molto attento al caso di Roberta Ragusa. Il giornalista ha scritto un nuovo post sul gruppo Facebook dedicato al “Giornalismo Investigativo” e da lui creato, aggiungendo alcune ulteriori considerazioni già condivise in precedenza sul rito abbreviato scelto dalla difesa di Logli. Oltre a rappresentare una vera e propria “scorciatoia” descritta da Peronaci come “amara e deludente”, rispetto al sentimento di verità e giustizia diffuso attorno al caso dell’imprenditrice misteriosamente scomparsa quasi cinque anni fa da Gello di San Giuliano Terme, Peronaci ha anche maturato una serie di perplessità sulla linea difensiva adottata dalla famiglia di Roberta Ragusa. Secondo il cronista, gli avvocati di parte civile avrebbero manifestato ad oggi un certo disinteresse rispetto alle novità relative agli ultimi mesi, compresa la testimonianza della vigilessa in merito al boschetto, pista molto interessante e che potrebbe contenere una parte di verità, se non la soluzione, sulla tragica fine della donna. A detta di Peronaci, la famiglia di Roberta avrebbe ignorato se non addirittura osteggiato questa teoria. Un atteggiamento ritenuto strano dal giornalista alla luce della sua importanza e dei dati emersi sulla presunta sepoltura della vittima, nonché sul presunto coinvolgimento di personaggi legati alla famiglia dell’imputato in quel determinato posto. Peronaci evidenzia come nessuno dei legali della famiglia di Roberta Ragusa abbia mai chiesto “un supplemento di indagine serio e immediato sulle nuove piste emerse”. Un atteggiamento che si è rivelato favorevole per la difesa di Antonio Logli che, scegliendo il rito abbreviato ha ribaltato la situazione. Fabrizio Peronaci, senza mezzi termini, dunque, avanza la sua teoria sul risultato finale del processo lampo a carico del marito di Roberta Ragusa: “In mancanza di prove granitiche, adesso, l’ipotesi dell’assoluzione dell’imputato rientra nel computo delle possibilità. Di più: va ritenuta probabile”.