A meno di 24 ore dalla messa in onda del film dal titolo Io ci sono, basato sulla storia di Lucia Annibali, sfregiata dall’acido e perseguitata dall’ex fidanzato e collega, Luca Varani, è giunta oggi la notizia sulle motivazioni depositate dalla Cassazione e relative alla sentenza di condanna a 20 anni di reclusione a carico dell’uomo. Una pena non indifferente, salita anche per la mancata concessione delle attenuanti generiche e della premeditazione. Subito dopo la diffusione della notizia, non è tardato ad arrivare il commento dell’avvocato di Lucia Annibali, come riportato dal sito del Fatto Quotidiano. “Non possiamo che essere soddisfatti”, ha asserito l’avvocato difensore della 38enne, Francesco Coli. Con l’arrivo delle motivazioni, “si chiude definitivamente questo capitolo”, ha dichiarato. Nessun dubbio, da parte della difesa della donna, in merito al fatto che la verità su quanto accaduto tre anni fa potesse venire alla luce, “e è emersa in tutti e tre i gradi di giudizio. Va benissimo”, ha chiosato il legale.
All’indomani della messa in onda del film di Rai1, Io ci sono, incentrato sulla storia di Lucia Annibali e Luca Varani, sono giunte oggi le motivazioni da parte della Cassazione in merito alla sentenza dello scorso maggio. Come sappiamo, Varani fu condannato a 20 anni di reclusione per tentato omicidio e stalking. Le motivazioni che si celano dietro la decisione della Cassazione, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, sarebbero da rintracciare nel pericolo di vita a scapito dell’avvocatessa aggredita al volto con l’acido. Questa aggressione è stata considerata talmente grave da mettere in “pericolo la sua vita”. Non solo: proprio la scelta di utilizzare l’acido insieme al “regime di vita, l’assunzione di stupefacenti, la condotta processuale e l’assenza di pentimento”, hanno spinto i giudici ad emettere tale pena. Luca Varani era stato condannato a 20 anni con il rito abbreviato sia in primo grado che in Appello. A detta della Cassazione, inoltre, le prove contro Varani sarebbero molteplici e comprenderebbero anche le tracce di acido trovate nell’auto dello stesso ex fidanzato e che stava per rottamare.
Nella prima serata di ieri Rai1 ha ospitato il film Io ci sono, basato sulla storia vera di Lucia Annibali, l’avvocatessa oggi 38enne e vittima tre anni fa di una terribile aggressione con l’acido che le ha sfregiato il viso ma non l’animo. Sui social ed in modo particolare su Twitter, alla vigilia della messa in onda del film dell’ammiraglia Rai che ha ripercorso l’intera vicenda con protagonisti Lucia Annibali e Luca Varani, suo ex fidanzato e collega, letteralmente ossessionato dall’avvocatessa, l’account Twitter di Rainews ha rilanciato il film con Cristiana Capotondi nel ruolo della protagonista. Non è passato inosservato il commento di un utente finito subito nel mirino del popolo social: “Abito poco lontano,lei sapeva che era 1 poco di buono, in fondo se le cercata”. Errori grammaticali a parte, non si è fatta attendere la replica di Lucia Annibali: “Questi commenti offendono donne già abbastanza offese”. In tanti hanno preso le parti dell’avvocatessa esprimendo il proprio disappunto per il commento inopportuno e soprattutto gravissimo, alla luce dei fatti e soprattutto della enormi sofferenza della Annibali fino a pochi mesi fa, quando si è sottoposta ad un ulteriore quanto ennesimo intervento di chirurgia plastica. Clicca qui per leggere i commenti alla replica Twitter di Lucia Annibali.
Il film “Io ci sono” ha messo in luce la storia di Lucia Annibali e di Luca Varani, scritta e voluta proprio dall’avvocatessa sfregiata con l’acido dal suo ex fidanzato ora in carcere: dopo il grande successo di pubblico e di critica per il film di Rai Fiction, arriva anche il consiglio e l’annuncio fatto tramite le scene della storia raccontate in maniera fedelissima a tutte le donne. Per Lucia Annibali l’invito è molto semplice, «E’ sempre preferibile ascoltare le prime avvisaglie” delle violenze, “e lì interrompere prima che possa degenerare. Visto dall’esterno sembra banale dire questo, ma trovandosi dentro è tutt’altra realtà. La denuncia è importante, però presuppone un percorso emotivo e personale di una donna, presuppone la fine di un rapporto affettivo». Durante le riprese e anche nelle conferenze stampa di presentazione del film sulla sua storia con Luca Varani, è stata l’occasione di osservare anche i passi avanti fatti dalla legge in questi anni sul fronte violenze e femminicidio. «Sono stati fatti passi avanti, si possono individuare protocolli che agiscano sulla prevenzione, spero si riesca a farli nei prossimi mesi». Secondo la Annibali, il momento più importante per intervenire – e fuoriesce anche da alcuni dialoghi nel film “Io ci sono” – pè il maltrattamento in famiglia, «che di solito è il passaggio che invece viene lasciato cadere».
Io ci sono, il film sulla storia di Lucia Annibali e Luca Varani, andato in onda ieri sera su Rai 1, era stato presentato in anteprima sempre ieri a Pesaro. Erano presenti, come riporta l’agenzia di stampa Ansa, alcuni dei veri protagonisti della vicenda dell’avvocatessa sfregiata dall’acido. La proiezione del film ha emozionato fino alle lacrime e al termine del film si è svolto un dibattito con il pm inquirente Monica Garulli e Matteo Ricci. Poi è stata anche inaugurata una panchina rossa realizzata dagli studenti della scuola d’arte Mengaroni come simbolo della lotta alla violenza contro le donne. Il film Io ci sono ripercorre la storia di Lucia Annibali che il 16 aprile 2013 fu aggredita sul pianerottolo di casa: per l’aggressione con l’acido è stato condannato a 20 anni di carcere, come mandante, l’ex fidanzato Luca Varani. Nella pellicola una parte è riservata al vero difensore di Lucia Annibali, l’avvocato Francesco Coli, che nella sua arringa descrive Luca Varani come “un uomo che non potendo avere per sé Lucia decide che la ragazza non dovrà essere di nessun altro”.
Su Lucia Annibali, per sempre, rimarrà impresso il marchio di Luca Varani. Luca Varani è colui che ha incaricato i due uomini, di origine albanese, di gettarle l’acido sul volto. E’ l’ex fidanzato, con cui l’avvocatessa marchigiana aveva vissuto una di quelle storie (malate) che non si chiudono mai veramente. Se il film “Io ci sono” rappresenta la vicenda di Lucia Annibali dal suo punto di vista, dalla sua soggettiva, a dare voce all’uomo il programma di Franca Leosini, Storie Maledette. Nei primi mesi di quest’anno, una puntata porta di fronte le telecamere Luca Varani, condannato a 20 anni di reclusione ed attualmente detenuto nel carcere di Teramo. Nella lunga intervista, l’uomo descrive nel dettaglio il suo rapporto con Lucia Annibali, partendo fin dal giorno della loro conoscenza, avvenuta nel 2009. A quel tempo Luca Varani aveva un’altra relazione, che porterà avanti in parallelo con la storia con l’avvocatessa. E questo nonostante, come afferma, considerasse Lucia “carina”, ma non tanto da far vacillare il suo amore per la compagna storica. La conduttrice rievoca infine anche l’accusa che gli è stata mossa di tentato omicidio, riferendosi ad un evento accaduto prima dell’agguato con l’acido. In quell’occasione Lucia Annibali sente un forte odore di gas non appena entra in casa, subito dopo aver trovato Luca Varani di fronte alla propria porta d’ingresso. “Ma assolutamente no”, sottolinea l’uomo alla conduttrice, “fino a che non mi è stata mossa quest’accusa, io non sapevo neanche dove fosse un tubo del gas e questo chi mi conosce lo sa”. Clicca qui per rivedere l’intervista di Luca Varani a Storie Maledette
In questi ultimi minuti, Io ci sono è entrato nella fase più cruciale della storia di Lucia Annibali. La donna è appena stata sfregiata con l’acido ed in quell’attivo in cui ha sentito il volto bruciarle in modo orrendo, ha subito capito che il colpevole è l’ex compagno Luca Varani. La trama segue pedissequamente ciò che è accaduto nella realtà all’avvocatessa marchigiana. La paura di portarsi addosso i segni dell’agguato ed il timore di non farcela, tanto da avvisare subito chi l’ha soccorsa chi fosse il colpevole di un gesto così brutale. Tuttavia, la relazione fra Lucia Annibali e Luca Varani si è rivelata nella sua crudità fin dal suo inizio. Diversi gli episodi di rabbia di Luca Varani, in un crescendo sfociato infine in ferocia e crudeltà. “Il tempo con lui è stato una bestia che digrignava i denti e io mi lasciavo sbranare”, scrive la stessa Lucia Annibali nel libro omonimo, pubblicato nel 2014. Racconta anche cosa ha vissuto in quei pochi attimi: “Un minuto dopo la belva era ammaestrata”. In quell’istante stesso, l’avvocatessa si è “ritrovata di fronte alla morte ma ho scelto la vita, e l’ho scelta per sempre”, come ha affermato in una recentissima intervista di Vanity Fair.
Il film Io ci sono porterà sul piccolo schermo la tragedia vissuta da Lucia Annibali, l’avvocatessa marchigiana sfregiata dall’acido dall’ex fidanzato Luca Varani. Il titolo stesso mette in luce i due diversi aspetti della Annibali. Da una parte l’agguato, dovuto ad un amore malato, quello che lei stessa ha definito nel libro omonimo un “non amore” e dall’altra la sua nuova vita, quella che le è stata donata proprio la notte dell’agguato. “Ho pensato di morire”, afferma Lucia Annibali durante la presentazione del docu-film di Rai 1, “poi ho reagito scegliendo la vita”. L’avvocatessa ha inoltre marcato sul fatto che chi compie questa scelta intraprende una strada senza ritorno, faticosa e positiva allo stesso tempo. “Ci si porta dietro il peso di un dolore così grande”, sottolinea infatti, ma contemporaneamente la tragedia diventa trampolino di lancio per qualcosa di nuovo, diverso e bello. Sia per se stessa che per gli altri. La decisione di Lucia Annibali di scrivere il romanzo ed infine portarlo sul piccolo schermo, nasce proprio dal desiderio di condividere la sua sstoria con le altre donne. Il progetto, scottante e crudo, è “uno dei più importanti che la Rai abbia realizzato negli ultimi anni”, ha ribadito Eleonora Andreatta, la direttrice di Rai Fiction, come riporta Adnkronos.
La fiction di Rai Uno “Io ci sono” riporta alla ribalta la storia di Lucia Annibali, la donna che il 16 aprile del 2013 è stata sfregiata con l’acido dal fidanzato dell’epoca Luca Varani. Nella conferenza stampa di presentazione della serie nella sede Rai di Viale Mazzini, come riporta agi.it, è intervenuta la Annibali in persona, esprimendo le sue sensazioni personali su una vicenda che ha sconvolto l’opionione pubblica italiana:”Un po’ mi ha ucciso, perché quella che vedete oggi non è la persona che è stata cresciuta dai propri genitori. Il viso che i miei genitori hanno conosciuto non gli sarà mai restituito…”. Lucia Annibali rivela che “c’è stato un momento in cui mi sentivo come risucchiare sempre di più, dentro si era creata questa sensazione fisica di baratro che però ho voluto subito stoppare. Ma è una scelta in realtà quotidiana perché vivo difficoltà proprie di un ustionato, porto questo peso, questa sofferenza che ho fatto mia”. Toccante uno degli ultimi pensieri espressi in conferenza stampa:”Sono molto affezionata a questo mio volto, gli voglio bene, siamo in sintonia e andiamo avanti così, in direzione di un futuro spero radioso”.
Lucia Annibali, un nome sempre più conosciuto dopo il film che questa sera verrà presentato in prima serata sulla sua drammatica storia di aggressione subita con l’acido dal fidanzato di allora, quel Luca Varani in carcere ora. La storia ben interpretata da Cristiana Capotondi è al centro delle ultime interviste della coraggiosa donna che come tante altre sue “colleghe” hanno subito la stessa sorte di aggredita e perseguitata. «Il giorno dell’agguato mi sono trovata di fronte alla morte, ma ho scelto la vita. E l’ho scelta per sempre», ha detto in diretta a Domenica In pochi giorni fa quella Lucia Annibali che in volto porta i segni dell’atroce cattiveria umana. «o ripartivo oppure morivo. La forza è tutta lì, in maniera paradossale l’aggressione è stata una sorta di illuminazione: è stato il momento in cui ho preso per mano la mia vita. Ho deciso che fare di me, se andare verso la morte o proiettarmi verso la vita». Una donna forte che ha passato tutte le fragilità possibili con l’acido in volto che ancora oggi porta i segni ma che non fa scattare in lei l’odio per l’umanità e neanche per il suo aggressore Luca Varani: «la mia non è una storia solo di violenza, ma prima di tutto di speranza per tutti gli ustionati e gli aggrediti di acido. La mia speranza la voglio raccontare a tutti, uno stato d’animo rinato», ha detto di fronte a Pippo Baudo. Oggi sarà protagonista in tv con il film “Io ci sono” ma la storia di Lucia Annibali è proprio vera, altro che fiction.
La storia di Lucia Annibali è una delle più dolorose e drammatiche della cronaca italiana. Dopo essere stata raccontata in un libro dalla donna stessa, verrà proposta in televisione: “Io ci sono” è il film realizzato da Luciano Manuzzi, con Cristiana Capotondi protagonista, sull’aggressione che ha cambiato la vita dell’avvocato di Urbino. Verrà trasmesso oggi, martedì 22 novembre 2016, su Rai Uno. Cosa è accaduto a Lucia Annibali? Dobbiamo tornare indietro fino alle 21.30 del 16 aprile 2014, quando l’allora 35enne venne aggredita sul pianerottolo di casa da un uomo incappucciato che le gettò addosso dell’acido solforico, mentre un altro uomo faceva da palo. Altistin Prevcetaj e Rubin Talaban, entrambi albanesi, furono incaricati di sfregiare la donna da Luca Varani: il mandante della violenza fu l’ex fidanzato di Lucia Annibali. Sposato e in attesa di un figlio da sua moglie, l’avvocato pesarese decise di punire la donna perché lo aveva lasciato dopo una lunga e tormentata storia. Lucia Annibali capì subito che dietro quel terribile gesto c’era Luca Varani, ma non che la tragedia e la sofferenza vissute a partire da quella notte sarebbero diventate con il tempo una chance per rinascere. Lucia Annibali ha attraversato un calvario di dolore e interventi chirurgici, ma non si è lasciata annientare da quell’aggressione. Le sue cicatrici sono, dunque, diventate un punto di forza: ha rischiato di perdere la vista, l’acido l’ha sfregiata e cambiata, ma non si è mai nascosta, anzi ha usato le sue ferite come simbolo per combattere la violenza. Luca Varani nel frattempo è stato condannato a 20 anni di reclusione, mentre i due uomini che hanno materialmente commesso il reato sono stati condannati a 12 anni.
Quella sera di aprile di quasi quattro anni fa, rimarrà indelebile nell’avvocato, sia dal punto di vista fisico che spirituale. L’ex fidanzato Luca Varani, all’epoca 35enne ed a sua volta avvocato, non ha mai accettato che la donna lo avesse voluto lasciare. Non per quel motivo che nella sua testa era futile. Lucia Annibali aveva deciso infatti di troncare la loro relazione dopo aver saputo che l’uomo aveva già una compagna e che erano in attessa di una bambina. Per questo Luca Varani incaricò i due uomini di tendere un agguato all’avvocato, in quegli anni residente ad Urbino. L’acido venne gettato da uno dei due, mentre l’altro controllava che la strada fosse libera, e sfregiò viso e collo della donna. Le ustioni erano tali che la donna ha rischiato di perdere la vista ed ha dovuto sottoporsi a molteplici interventi di ricostruzione. Lucia Annibali ha fatto subito il nome di Luca Varani perché sapeva, dato il comportamento ossessivo dell’ex fidanzato. Come riporta Il Post, alcuni mesi prima, infatti, l’uomo aveva manomesso le valvole del gas della abitazione di Lucia Annibali.
Costruire la propria vita attorno a se stessi e ripartire da zero è fondamentale: è questa la tesi di Lucia Annibali, che ha rivelato di aver fatto l’esatto opposto. L’avvocatessa di Pesaro in un’intervista rilasciata a Io Donna in occasione della promozione del film “Io ci sono” ha spiegato che ha lasciato all’ex fidanzato Luca Varani il compito di definire chi fosse. Ma Lucia Annibali non ha mai pensato di avere delle responsabilità sul comportamento dell’uomo: “Non dobbiamo cadere nella trappola di pensare che un po’ è colpa nostra“. Il film, che è tratto dal libro scritto da Lucia Annibali con la giornalista Giusy Fasano e che verrà trasmesso da Rai Uno oggi, è stato co-prodotto da Rai Fiction e Bibi Film.