L’arcivescovo di Milano Angelo Scola ha concluso la fase diocesana del processo di beatificazione di Carlo Acutis, un ragazzo scomparso dieci anni fa all’età di 15 anni a causa di una leucemia fulminante che lo ha ucciso nel giro di soli tre giorni. Adesso il fascicolo che lo riguarda giungerà a Roma. Secondo quanto riporta oggi il Corriere della sera il prefetto della segreteria per la comunicazione della Santa Sede monsignor Viganò ha espresso l’auspicio che il giovane diventi patrono di Internet. Ufficialmente un patrono della Rete esiste già, è san Isidoro di Siviglia, l’autore della prima enciclopedia, ma Acutis, fa notare il monsignore, è nato e vissuto nell’era digitale di Internet. La storia di Carlo è semplice e affascinante. Nato in una famiglia non particolarmente religiosa, come dice la mamma, dimostrò da sempre una fede profondissima, andando a messa tutti i giorni, recitando il rosario, impegnandosi nel volontariato e in parrocchia. Allo stesso tempo era appassionato di computer e inventava algoritmi, dicendo che voleva diventare scienziato informatico. La sua fede era diventata così evidente a tutti che a 7 anni dopo un esame condotto dall’ex segretario di Paolo VI, monsignor Macchi, riceve la comunione tre anni prima di quanto normalmente previsto. Profeticamente due mesi prima della morte quando non era ancora malato aveva registrato un video ritrovato solo dopo la sua scomparsa in cui diceva di essere pronto a morire e di voler essere sepolto ad Assisi. Ci sarebbero poi testimonianze al momento tenute segrete di episodi miracolosi.



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