L’emergenza meningite in Toscana arriva in un periodo in cui il tema dei vaccini è già su tutte le cronache per la sempre più crescente volontà “alternativa” di non voler vaccinare i porri figli, con associazioni e numerosi oppositori alla scienza tradizionale e alla medicina mondiale. In contesto del genere, il ministro Lorenzin da qualche settimana ha lanciato il piano del ministero della Salute proprio sui vaccini: dalla meningite all’influenza, l’importanza della conservazione e cura fin dalla nascita è un tema di priorità nazionale. « vera e propria «battaglia per rialzare il livello di vaccinazioni rispetto a malattie che erano scomparse ma se viene meno l’effetto gregge possono ritornare». Tra le novità previste c’è l’offerta gratuita del vaccino antimeningococco B per i nuovi nati su tutto il territorio nazionale, più protezione contro i diversi ceppi di infezione meningococcica per bambini e adolescenti grazie all’offerta del vaccino antimeningococcico tetravalente, vaccinazione contro il papilloma virus anche per gli adolescenti maschi, riporta la fonte del Quotidiano.net. A livello vaccinale il piano del ministro Lorenzin – a maggior ragione urgente dopo i casi in Toscana –  sta per arrivare alle commissioni Sanità di Camera e Senato per poi essere approvato, assorbano dal governo, in Gazzetta Ufficiale entro il 12 dicembre prossimo. 



In queste ore è tutto un profilarsi di annunci e consigli sul vaccino meningite dopo i tre casi in Toscana in poche settimane e i 13 in totale nella regione sull’Arno di tutto il 2016. Dopo che il bambino di 8 anni si è per fortuna salvato, grazie all’incidenza efficace del vaccino, hanno parlato alcuni esperti infettivologi dicendo e rassicurando la popolazione che il rischio pandemia è scongiurato. Nello stesso tempo però la sola vaccinazione da bambino potrebbe non bastare visto che gli anticorpi nella maggiorate dei casi non rimangono nell’organismo per sempre: «Per varie ragioni, può accadere che un vaccino non risulti totalmente protettivo, soprattutto sul lungo termine, ma ciò si verifica molto di rado». Così Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, commenta il caso del bambino di 8 anni ricoverato al Meyer, che ora starebbe rispondendo bene alla cure. «Il vaccino anti meningite – spiega Rezza a La Nazione – così come altri vaccini, può non essere totalmente protettivo per alcune ragioni, ma in casi limitatissimi. La vaccinazione è quindi sempre consigliata, per proteggere i bambini». Sono vari i casi, anche se non frequentissimi, in cui gli anticorpi non funzionano contro meningite e altri virus in potenza letali: per questo motivo, «per varie vaccinazioni sono previsti dei richiami e per la meningite C è previsto un richiamo in età adolescenziale. L’efficacia del vaccino antimeningite, così come degli altri vaccini, non è mai al 100%, quindi in rari casi si possono verificare contagi. Tuttavia, la protezione vaccinale evita che la malattia si manifesti in forme più gravi o con conseguenze più pesanti».



Mentre i casi di meningite continuano in Toscana, è ovviamente salita l’attenzione sul vaccino contro il virus del meningococco C: tre casi, due decessi e un bambino che per fortuna si è salvato, tanto è bastato per far scattare il rischio e il panico da pandemia. È intervenuto proprio per scongiurare tale effetto, l’esperto dottor Antonio Chirianni – presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) – intervistato da La Nazione: «Da gennaio 2015 in Toscana si sono registrati 73 casi da meningococco C: la maggior parte di questi è ascrivibile al sottotipo St11, che rappresenta una variante del meningococco caratterizzata dalla spiccata aggressività e quindi da una maggiore letalità. Solitamente, infatti, la meningite, nei suoi altri ceppi, ha una mortalità inferiore al 10%». Secondo Chirianni però i numeri non devono destare grave preoccupazione, visto che la Toscana avrebbe registrato un superamento delle previsioni ma sempre entro i limiti. «Il mancato superamento di questi limiti non desta preoccupazioni tali da far pensare ad un fatto epidemico di portata nazionale». Niente pandemia insomma, garantisce il presidente del Simit: al netto di tutto, resta però aperto il caldo invito e consiglio al vaccino contro la meningite. 



Dopo due decessi per meningite nel giro di pochi giorni, il terzo caso in Toscana che ha colpito questa volta un bambino di Collesalvetti (Livorno) ha per fortuna un esito positivo: il vaccino per la meningite sembra essere funzionato in questo caso, come riporta l’assessore al diritto alla Salute della Regione Toscana. Il vaccino che il bimbo, originario di Collesalvetti, in provincia di Pisa, aveva effettuato nel 2009, spiegano i dottori, ha mitigato l’infezione, proteggendolo: «Sono contenta di questo miglioramento e faccio al bambino i miei auguri per una pronta guarigione. Anche in questo caso il vaccino è servito ad attenuare la gravità della malattia», ha detto l’assessore al diritto alla salute della regione Toscana, Stefania Saccardi. Il rischio pandemia esiste anche se al momento tutti gli esperti escludono l’ipotesi su tutta la Toscana: per questo motivo resta comunque caldo l’invito che l’assessore rimette a tutti i cittadini che ancora non si sono vaccinati in questi ultimi anni. «Ancora una volta rinnovo il mio invito a tutti quanti rientrano nelle categorie per le quali il vaccino contro il meningococco C è indicato, a vaccinarsi, dal proprio medico di famiglia o dal pediatra, o agli ambualtori della Asl. Il vaccino è gratuito. La campagna straordinaria contro il meningococco C è stata prolungata fino al 31 marzo 2017», chiude la nota dell’assessore Saccardi.

L’ultimo caso di meningite in Toscana ha fatto scattare l’allarme e la corsa per il vaccino meningite in modo da combattere l’allerta e panico di massa scatenato dai tanti casi in queste ultime settimane nella regione Toscana. Una psicosi che fonda elementi di realtà per via di alcuni casi riconosciuti del ceppo C del meningococco: solo questa notte, è per fortuna migliorato di condizione, anche se resta in prognosi riservata, il bambino di 8 anni di Livorno che aveva accusato i sintomi di meningite fulminante. Per questo motivo è stato ricoverato al Meyer di Firenze e pare che le sue condizioni di salute siano migliorate nella notte, rispondendo finalmente alle terapie. Come riporta La Nazione, sono ancora poche le persone vaccinate contro la meningite in questo ultimo anno, circa 700mila, ed è ovviamente scattata ora la grande corsa verso la profilassi per proteggersi dalla malattia virale. Appelli, timori e panico ancora non hanno convinto la vaccinazione di massa dei toscani che secondo gli esperti medici sarebbe l’unica a poter debellare definitivamente questo nemico invisibile che colpisce senza distinzioni di età o di genere. Stando alle parole dell’Asl, il vaccino è gratuito con effetti collaterali rarissimi, ma di grande efficacia contro il batterio. La Regione ha rinviato al 31 marzo prossimo la possibilità di aderire alla campagna vaccinale.

Per procurarsi il vaccino contro il meningite in Toscana la procedura è assai semplice: i residenti e domiciliati sanitari possono rivolgersi direttamente al proprio dottore: al momento hanno aderito alla campagna il 77% dei pediatri di famiglia e l’85% dei medici di medicina generale. In alternativa si può prenotare la vaccinazione senza alcuna ricetta medica tramite Cup telefonico (840.003003 da fisso o 199.175955 dal cellulare), i Cup territoriali o online sul sito www.asf.toscana.it. Riporta il sito dell’Azienda Usl Toscana come la lista di attesa è del tutto azzerata ed è dunque possibile vaccinarsi nel giro di poche ore in tranquillità; su tutto il territorio di Firenze e dintorni il vaccino è gratuito per tutti i residenti e i domiciliati sanitari, ovvero quelli che hanno sul territorio il proprio medico curante. Secondo il sito de La Nazione, il vaccino è gratis anche per i frequentatori di comunità in cui è stato rilevato un caso di contagio e ai viaggiatori internazionali in zone a rischio con età inferiore a 20 anni. «Tutti gli altri (non residenti e non domiciliati sanitari o viaggiatori over 20 anni) possono fare il vaccino, ma con una quota di copagamento».