Nell’omelia tenuta stamattina durante la messa a Casa Santa Marta, papa Francesco ha preso spunto dalla lettura dell’Apocalisse: in questa ultima settimana dell’anno liturgico, ha spiegato, la Chiesa fa riflettere sulla fine del mondo e della nostra. “La corruzione è il modo di vivere nella bestemmia, la corruzione è una forma di bestemmia”, ha affermato Francesco, “il linguaggio di questa Babilonia, di questa mondanità, è bestemmia, non c’è Dio: c’è il dio denaro, il dio benessere, il dio sfruttamento. Ma questa cadrà, questa civiltà cadrà e il grido dell’angelo è un grido di vittoria: ‘E’ caduta’, è caduta questa che ingannava con le sue seduzioni. E l’impero della vanità, dell’orgoglio, cadrà, come è caduto Satana, cadrà” ha detto parlando della caduta di Babilonia. Ma c’è poi il grido della gente che loda Dio: “E’ la voce potente dell’adorazione, dell’adorazione del popolo di Dio che si salva e anche del popolo in cammino, che ancora è sulla terra. Il popolo di Dio, peccatore ma non corrotto: peccatore che sa chiedere perdono, peccatore che cerca la salvezza di Gesù Cristo”. I cristiani oggi, ammonisce il papa, fanno fatica a pronunciare questo grido di lode: “dobbiamo impararla da adesso per non impararla di fretta quando arriveremo là”, ammonisce Francesco, che sottolinea la bellezza della preghiera di adorazione, davanti al Tabernacolo. Una preghiera che dice soltanto: “Tu sei Dio. Io sono un povero figlio amato da te”. C’è infine il sussurro, la voce soave di Dio: “La voce di Dio quando parla al cuore è così: come un filo di silenzio sonoro”. Ha concluso così: “E il Vangelo finisce con questa voce: ‘Quando cominceranno ad accadere queste cose – ossia la distruzione della superbia, della vanità, tutto questo – risollevatevi e alzate il capo, la vostra liberazione è vicina’, cioè ti stanno invitando alle nozze dell’Agnello. Il Signore ci dia questa grazia di aspettare quella voce, di prepararci a sentire questa voce: ‘Vieni, vieni, vieni servo fedele – peccatore ma fedele – vieni, vieni al banchetto del tuo Signore’”.