La notizia più importante relativa all’omicidio di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte strangolata lo scorso 13 gennaio dal suo ex alunno Gabriele Defilippi con la complicità dell’amico/amante Roberto Obert, è quella riguardante Caterina Abbattista, la mamma di Gabriele, che è stata di fatto “scagionata” dal suo cellulare. Il fatto che il suo apparecchio abbia agganciato la cella telefonica di Montalenghe, come accertato dai carabinieri, non costituisce la prova che la donna abbia abbandonato l’ospedale, suo posto di lavoro, nelle ore in cui la povera Gloria Rosboch veniva uccisa. Mentre rimangono i dubbi sul suo ruolo di “mandante morale” dell’uccisione della prof di Castellamonte, pochi giorni fa il fratello della Abbattista a Pomeriggio Cinque, come riporta Lapresse, è apparso rinfrancato dalla novità dell’assegnazione ai domiciliari della sorella:”Caterina non sta bene: avere un figlio che ha commesso un reato del genere, certo non fa piacere. Ho sempre creduto che mia sorella quel giorno fosse rimasta in ospedale e ora ci sono anche le prove a dimostrarlo”.



Il giallo relativo all’uccisione della professoressa di Castellamonte, Gloria Rosboch, ha rappresentato uno dei casi di cronaca più cruenti di questo 2016. La donna fu uccisa lo scorso 13 gennaio per mano del suo ex allievo, Gabriele Defilippi, aiutato dal complice ed ex amante Roberto Obert. Per il delitto fu indagata e arrestata anche la madre di Gabriele, Caterina Abbattista, accusata di concorso in omicidio. Alla base dell’uccisione di Gloria Rosboch, come sappiamo, vi era un movente di natura economica: il giovane, suo ex studente, aveva truffato la donna portandole via con l’inganno il tesoretto di famiglia del valore di 187 mila euro. Quando Gloria avanzò l’intento di denunciarlo, scaturì in Gabriele Defilippi il desiderio di eliminarla per sempre. Per gli inquirenti anche la madre Caterina era a conoscenza del raggiro messo in atto dal figlio, eppure di recente è stata scarcerata e continua a scontare la sua pena ai domiciliari. A portare a questa decisione sarebbe stata una perizia effettuata dai Carabinieri del Ros sul cellulare della donna. Come ricorda anche il settimanale Giallo, Caterina Abbattista è accusata di aver fornito un supporto logistico al figlio ed all’amico proprio nel giorno del delitto di Gloria Rosboch. Alla base di questa ipotesi, il sospetto è che la Abbattista quel pomeriggio abbia abbandonato il posto di lavoro, l’ospedale di Ivrea dove svolgeva il ruolo di infermiera, per andare a prendere in auto Gabriele Defilippi, dopo aver ucciso la professoressa. Dubbio che sorge dal fatto che il suo telefonino agganciò la cella di Montalenghe, distante dall’ospedale. A scagionarla, almeno in parte, però, sarebbe stato proprio il cellulare: i carabinieri hanno effettuato un esperimento lasciando un dispositivo identico a quello dell’indagata dentro l’ospedale per dieci giorni, senza spostarlo. Al termine hanno costato come il telefonino abbia di fatto agganciato più volte la stessa cella di Montalenghe e ciò avveniva proprio quando il cellulare non riusciva ad agganciare la cella più vicina. Alla luce di ciò non sarebbe possibile affermare con certezza che quel pomeriggio del 13 gennaio scorso Caterina Abbattista si trovasse lontana dal posto di lavoro. Ma se questo ha contribuito a “scagionarla”, altri indizi la incastrerebbero alle sue responsabilità. Come riporta il settimanale diretto da Andrea Biavardi, il più grave a carico della donna sarebbe il ruolo di “mandante morale” dell’omicidio di Gloria Rosboch. Dopo la denuncia per truffa a carico di Gabriele, infatti, sarebbe stata proprio la madre a convincerlo a sbarazzarsi del “problema”. A confermarlo è stata anche l’ex fidanzata di Defilippi. Al momento Caterina è ai domiciliari e subito dopo la sua scarcerazione avrebbe commentato soddisfatta: “Finalmente è stata riconosciuta la mia buona fede”, prendendo al tempo stesso le distanze da quanto fatto dal figlio Gabriele Defilippi.

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