La soluzione del giallo della scomparsa di Stefano Cerri è arrivata dopo la morte di Stefano Savasta, condannato come mandante dell’omicidio dell’imprenditore. Il caso sarà ricostruito questa sera nella puntata di Un giorno in pretura, in onda su Rai3. Si tratta di un giallo che trova la sua soluzione solo dopo la condanna definitiva, sottolinea infatti la trasmissione che ricorda come tutto iniziò la sera del 10 dicembre 2008 quando Stefano Cerri, un piccolo imprenditore del settore grafico dell’ hinterland milanese, scompare. Inizialmente le ipotesi furono varie, all’allontanamento volontario all’assassinio, passando per una rapina finita male: le indagini sulla scomparsa di Stefano Cerri non esclusero alcuna pista. Scavando però nella vita privata dell’imprenditore si scoprì che, pur essendo sposato, aveva una relazione con Ivana Siviero. E proprio la donna indicò che Stefano Savasta, uomo con cui aveva avuto una relazione extraconiugale, c’entrava con l’omicidio. Quale però la molla dell’omicidio: la gelosia?
Il caso di Stefano Cerri, imprenditore dell’hinterland milanese, fatto uccidere dal suo rivale in amore nel 2008, sarà al centro della nuova puntata del programma di Rai3, Un giorno in pretura. All’epoca dei fatti, Stefano Cerri aveva 48 anni ed era legato sentimentalmente ad Ivana Siviero. La sua scomparsa, considerata sin da subito misteriosa, avvenne il 10 dicembre 2008. Quella sera, Cerri non fece mai più ritorno a casa dando il via ad un giallo dai contorni complessi, la cui conclusione arriverà solo dopo la condanna definitiva a carico dei responsabili. Inizialmente la scomparsa di Stefano Cerri aprì la strada a una serie di interrogativi da parte degli inquirenti: si trattava di un allontanamento volontario? Oppure dietro la sua sparizione vi era l’ombra della rapina finita male o ancora dell’omicidio premeditato? Tutte piste che furono seguite dagli inquirenti nei primi mesi delle indagini. Il primo colpo di scena avvenne nel marzo 2009, con l’ingresso nel giallo di un nome, quello di Stefano Savasta, imprenditore grafico 50enne e finito in manette per le continue persecuzioni nei confronti della sua ex fidanzata. Si trattava di Ivana Siviero, la stessa donna alla quale era legato Stefano Cerri fino al giorno della sua scomparsa e che la stessa indicò come autore dell’omicidio del compagno. Savasta fu legato sentimentalmente a Ivana dal 1994 al 2005 e covava nei suoi confronti “un’ossessione distruttiva”, come rivelò il pm nel corso della sua requisitoria. Da questo momento, le indagini sulla scomparsa di Stefano Cerri videro come principale responsabile proprio il suo rivale in amore.
Le indagini sulla scomparsa di Stefano Cerri, il cui caso sarà centrale nella nuova puntata di Un giorno in pretura, proseguirono per sei lunghi mesi, durante i quali la Procura arrivò ad indicare come mandante dell’omicidio dell’imprenditore milanese e della sua sparizione proprio Stefano Savasta. Quest’ultimo avrebbe assoldato quattro dominicani affinché facessero sparire il rivale in cambio di 2 mila euro. A ricostruire quanto accaduto la sera del 10 dicembre 2008, fu proprio uno di loro, Wilton Valles Martinez: i tre sudamericani avrebbero teso un agguato ai danni di Stefano Cerri proprio davanti alla sua piccola ditta. Nell’atto di abbassare la saracinesca, l’uomo fu compito alle spalle a colpi di spranghe e piccone per poi farne sparire il corpo sottoterra. Inizialmente si dubitò che il cadavere di Cerri fosse stato sciolto nell’acido poiché per anni fu impossibile trovarlo. Stefano Savasta nel ruolo di mandante, insieme ad altre tre persone, nel maggio 2013 furono condannati all’ergastolo per concorso in omicidio aggravato dalla premeditazione, dai motivi abietti e futili, e dall’occultamento di cadavere. Nei mesi precedenti alla condanna all’ergastolo, a Savasta furono concessi i domiciliari per motivi di salute. Il 19 novembre 2014, Savasta tentò la fuga dai domiciliari ma fu colto da un infarto che lo portò alla morte.
Con la morte improvvisa di Stefano Savasta si assiste ad un’ulteriore svolta nel giallo di Stefano Cerri, per il cui omicidio finirono all’ergastolo quattro persone. Marky Antonio Ernandez Rodriguez, uno dei dominicani assoldati da Stefano Savasta, solo dopo la sua dipartita si decise a parlare con il pm ed a rivelare quanto accaduto realmente a Cerri, picchiato fino a perdere i sensi, poi trasportato in auto, legato con nastro isolante e fascette da elettricista ed infine sotterrato in un bosco fra Garlasco e Tromello, nel Pavese. E’ proprio qui che nel gennaio 2015 furono rinvenuti i resti dell’imprenditore scomparso. Gli scavi durati oltre un mese, hanno visto anche l’intervento dei cani molecolari e furono proprio questi ultimi a fiutare qualcosa, ad un metro di profondità. Si trattava del cadavere, ormai ridotto a mero scheletro, di Stefano Cerri, ancora con il nastro isolante sul capo e le fascette da elettricista alle caviglie. La zona del ritrovamento e che ha portato alla chiusura definitiva del giallo, si trova nei pressi della provinciale 596, esattamente dove uno dei dominicani esecutori materiali del delitto di Stefano Cerri possedeva una casa.