Mentre l’allerta meteo dei giorni scorsi e il maltempo ingente ha provocato e sta continuando a provocare problemi grossi in Liguria e in Piemonte – non è migliorata la situazione nel quartiere Quezzi di Genova, con il rischio frana che mette sotto stretta allerta alcuni palazzi costruiti sui colli genovesi (spieghiamo tutti qui sotto) – la piena del Po è arrivata in Lombardia dopo il maltempo terribile dei giorni scorsi. Le piogge in Piemonte hanno ingrossato il letto del fiume e ora la portata d’acqua arriva fino alla Lombardia: al momento pare che la situazione sia sotto controllo ma quello che preoccupa nelle prossime ore è il freddo polare che arriverà dalla giornata di domani. Gelo su tutto il nord che non aiuterà la conta dei danni su campi e campagne, piene di fango e che ora vedono il rischio del ghiaccio; intanto a Pavia è esondato il Ticino nella zona del quartiere Borgo, nella parte più bassa della città. Zero problemi al momento, ma la situazione dell’allerta meteo resta comunque monitorata per tutta la giornata.



La minaccia e l’allerta meteo per la giornata di oggi prosegue anche senza grandi piogge previste nelle prossime ore: il maltempo che ha devastato Liguria e Piemonte al nord, Sicilia e Calabria al sud, ora non solo fa contare gli ingenti danni ma rende alcune zone impraticabili e con ancora parecchi rischi per la sicurezza. Ad esempio nella notte a Genova si è temuto il peggio nel quartiere Quezzi, dove alcuni palazzi sono stati evacuati in grande fretta per una frana e alcuni smottamenti che minacciano due palazzi molti vicini tra loro. A dare l’allarme alcuni abitanti che si sono svegliati con il boato del crollo di un muro di contenimento che ora minaccia seriamente il crollo dell’intero palazzo di 6 piani, su un piccolo colle dove passa un torrente che negli anni ha messo in crisi la struttura abitativa. «Gli edifici minacciati dalla frana si trovano in via Daneo e via Portezza. Circa 60 le famiglie interessate dallo sgombero. I detriti sono in parte finiti nel rio Fereggiano. Sul posto sono intervenuti, con i pompieri, uomini della Protezione civile, Polizia, Carabinieri e Vigili urbani. A Quezzi sono arrivate anche diverse ambulanze per assistere malati ed anziani», scrive l’Ansa. L’emergenza ancora non è finita e l’allerta meteo rimane alta.



Si allontana il maltempo dal nostro paese dopo l’alluvione che ha devastato nei giorni scorsi in particolare Liguria e Piemonte al nord e Calabria e Sicilia al sud. Secondo le previsioni del tempo di Meteo.it infatti la perturbazione che ha investito l’Italia si sta allontanando verso est, spostandosi sui Balcani e sul Mediterraneo orientale. Il tempo è quindi in deciso miglioramento: entro martedì è però atteso l’arrivo del freddo con un calo delle temperature cali anche di 10 gradi. Oggi il clima sarà in prevalenza bello anche se sono escluse deboli piogge tra Veneto e Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda i fiumi il Centro Funzionale Decentrato della Regione Veneto ha dichiarato, dalle ore 14.00 di oggi alle ore 14.00 di mercoledì 30 novembre, lo stato di attenzione per possibili criticità idrauliche lungo il Po: è previsto infatti il superamento del primo di livello di guardia dal pomeriggio di oggi. L’allerta riguarda i comuni rivieraschi interessati dalla piena del fiume nel territorio veneto.



Situazione ancora difficile in Piemonte e Liguria dopo il maltempo e l’alluvione che hanno investito vari comuni nei giorni scorsi. Centri abitati e campi allagati hanno provocato disagi e preoccupazione nelle popolazioni coinvolte. Per evitare in futuro altri allagamenti legati alle alluvioni, Alessandro Barabino, Guida Ambientale Escursionistica dal 1992, intervistato da ilSussidiario.net, lancia l’idea di “creare per i fiumi delle zone di esondazione controllate In modo da rallentarne il flusso in caso di alluvione”. “Ci vuole uno studio attento – sottolinea Barabino – ma credo che ci si possa lavorare per evitare case e centri storici allagati in pianura”. Barabino spiega che “purtroppo è stata fatta opera di cementificazione degli argini e così i torrenti in piena si velocizzano, l’acqua acquista non solo velocità ma anche potenza”. Il Po, il Tanaro e i fiumi di fondo valle “ricevono tanta acqua dalle montagne”, aggiunge Barabino, ribadendo che “bisognerebbe studiare nuove forme di regimentazione delle acque”.

L’allerta meteo rossa scaturita dal maltempo diffuso su tutta l’Italia continua a creare danni anche in questo sabato 26 novembre 2016. Secondo quanto riportato dall’Ansa, in queste ore c’è da registrare anche l’esondazione del Ticino in provincia di Pavia, con il fiume in piena che ha invaso la zona del quartiere Borgo nella parte più bassa che si affaccia direttamente sul corso d’acqua. Nel frattempo la situazione in Piemonte è delle più complicate come chiarito dallo stesso governatore Chiamparino, che sul suo profilo Facebook ha annunciato: “Abbiamo chiesto al governo di dichiarare lo stato di calamità naturale perché i danni materiali sono davvero molto ingenti. Non mi arrischio a quantificarli ma ci sono attività commerciali, turistiche e industriali compromesse, per non parlare delle infrastrutture, delle strade e dei ponti che hanno ceduto e della ferrovia Ceva-Ormea interrotta per una frana”

Pioggia battente nelle ultime ore su Ostia e ora è allerta per i canali di scolo a rischio esondazione. L’impianto fognario del X Municipio è stato messo in ginocchio dal maltempo: il sistema di smaltimento è andato in tilt. “Il canale di via del Collettore Primario ha raggiunto livelli record e solo per una fatalità non è tracimato”, la denuncia di Gaetano Di Staso del locale comitato cittadino. L’allarme per i corsi d’acqua resterà alto fino a quando non terminerà l’allerta meteo. “L’acqua è arrivata al limite massimo consentito e noi viviamo nell’incubo di allagarci ogni volta che c’è un temporale”, ha aggiunto Di Stato, denunciando poi la mancanza di manutenzione ordinaria, un problema per il quale fu aperta un’indagine nel gennaio 2014 dalla Procura di Roma. In quella circostanza la polizia giudiziaria certificò la mancanza di manutenzione dell’impianto delle pompe di sollevamento che portò all’esondazione dei canali di scolo di Stagni.