Il trattato di Schengen avrebbe dovuto chiudere i rubinetti europei, già compromessi dalla crisi migratoria in atto. Tuttavia, il disequilibrio dell’accordo con la Turchia non sembra aver sortito effetto, se non in negativo. Molti gli Stati che ugualmente, nonostante il blocco della rotta balcanica, hanno dovuto trincerare i propri confini ed aumentare i controlli per impedire l’accesso smisurato di migranti nei loro territori. Tali limitazioni non hanno fatto altro che gravare ancora di più la situazione già precaria di Grecia ed Italia: l’unica rotta accessibile è a tutti gli effetti solo quella mediterranea, che dalla Libia arriva fino al nostro Paese. Si è sentito parlare a lungo di emergenza migranti, soprattutto perché la preoccupazione maggiore è la conseguente instabilità dell’Italia. Per sopperire a questa mancanza, Report si era fatto portavoce di un progetto ambizioso, che prevedeva la supervisione da parte dell’Europa e la gestione completamente pubblica. Questa sera, lunedì 28 novembre 2016, Report approfondirà di nuovo l’inchiesta, interrogando la schiera politica, chiedendo l’opinione dei sindaci italiani, sia sostenitori che oppositori. L’accoglienza degli Stati del Nord Europa era stata positiva, ma quale è il pensiero dei Primi Cittadini del nostro Paese? Da calamità ad opportunità, il progetto di Report ha fatto un excursus a partire dal Medio Oriente, uno dei Paesi più sottomessi dalle guerre e dall’ISIS. Non è possibile chiudere il Mediterraneo e quindi che cosa si può fare? Dalle soluzioni comunitarie che prevedono corsi, anche sulle leggi italiane, fino all’accoglienza grazie alla ripristino di edifici oggi in disuso e di proprietà dello Stato, come le caserme. Clicca qui per rivedere il primo servizio di Report “La via d’uscita”.