Nei giorni scorsi, la difesa di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio e condannato all’ergastolo lo scorso primo luglio, ha depositato l’appello. I suoi avvocati hanno atteso le motivazioni della sentenza, giunte lo scorso settembre, prima di fare ricorso in appello in vista del nuovo processo che con ogni probabilità inizierà la prossima primavera. A commentare la vicenda è stata ancora una volta la criminologa Roberta Bruzzone, che tramite le pagine del settimanale Giallo ha evidenziato: “Le motivazioni della sentenza a mio avviso non lasciano nessuno spiraglio alla difesa del muratore”. La difesa, tuttavia, starebbe puntando tutto sull’influenza che i media avrebbero avuto sui giudici sull’inaffidabilità del Dna prelevato dagli indumenti di Yara Gambirasio. A detta di Roberta Bruzzone, alla luce di tutti questi elementi, “il processo di appello non riserverà alcuna sorpresa” e “non vi sarà riapertura dell’istruttoria su nessuno dei temi indicati dalla difesa” e già ampiamente discussi dai giudici di Bergamo. Le uniche novità, a detta dell’esperta, potrebbero esserci solo sul ricorso della procura contro l’assoluzione per la calunnia.



Lo scorso 26 novembre, per la famiglia di Yara Gambirasio è stato un giorno difficile da rivivere, in occasione del sesto anniversario della scomparsa della ragazzina di Brembate. Per il delitto della 13enne è stato condannato all’ergastolo Massimo Bossetti, muratore di Mapello il quale dal giorno del suo arresto ha ribadito con forza la sua innocenza. Il caso ha spaccato in due l’Italia, che ha seguito con enorme attenzione il lungo processo di primo grado a carico di Bossetti e che si è concluso dopo 40 controverse udienze solo lo scorso 1 luglio, con la sentenza di condanna a carico dell’uomo. La difesa del muratore e presunto assassino di Yara Gambirasio, ancor prima del deposito delle motivazioni aveva annunciato il ricorso in Appello, presentato nei giorni scorsi tramite un lungo documento di oltre 200 pagine. Come ribadisce Il Giorno nella sua versione online, la prima udienza a carico di Massimo Bossetti e che si svolgerà in Corte d’Assise d’Appello a Brescia non è ancora stata fissata, ma quasi certamente si svolgerà la prossima primavera. La difesa del presunto killer di Yara Gambirasio, formata dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, avrebbe già annunciato battaglia, anticipando clamorosi possibili colpi di scena. I due legali contesteranno in modo particolare la prova regina del Dna e che già avevano provato invano a smontare davanti ai giudici di Bergamo. Le parole usate dalla difesa di Bossetti nei confronti del processo di primo grado, non sono state affatto clementi. Come riporta il settimanale Giallo, in vista del processo d’Appello le critiche mosse dai due avvocati alla sentenza di primo grado sono durissime: “Ci siamo trovati di fronte a un pronunciamento e a un processo che hanno fatto a stracci il diritto costituzionale”. Tuttavia, per il team della difesa di Massimo Bossetti, ancora prima dell’inizio del processo si è prospettato un primo grande problema da risolvere: uno dei loro maggiori consulenti, Ezio Denti, sarebbe finito nei guai. Sebbene avesse vantato una laurea in ingegneria conseguita in Svizzera, secondo il settimanale diretto da Andrea Biavardi, la stessa non sarebbe valida in Italia e per tale ragione oggi Denti sarebbe stato indagato proprio per aver detto il falso sul suo curriculum scolastico quando fu chiamato a testimoniare nel processo sul delitto di Yara Gambirasio. Le falsità pronunciate in aula dal consulente della difesa di Massimo Bossetti potrebbero costargli ora anche una sanzione dopo un ulteriore problema. Denti era infatti consulente anche nel pool difensivo di Giosuè Ruotolo, presunto assassino di Trifone e Teresa, ma dopo la notizia della falsa laurea ha perso l’incarico. Come si comporterà la difesa di Bossetti in merito?

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