Il disastro del Moby Prince torna al centro dell’attenzione a distanza di oltre 25 anni dalla tragedia nella quale persero la vita 140 persone. Si sarebbe potuta evitare una simile disgrazia? E soprattutto, come mai non si fece nulla per mettere in salvo le vittime? Sono queste le domande ricorrenti ancora oggi, soprattutto tra i familiari di coloro che erano a bordo del traghetto e che ieri sono state riproposte nel corso della trasmissione Le Iene Show. Il programma di Italia 1 ha riproposto l’audio shock dei soccorritori ma anche le immagini di alcune camere del Moby Prince rimaste intatte durante la collisione con la petroliera Agip. Nel traghetto sono stati evidenziati anche degli spazi di vivibilità e al momento del recupero dei corpi delle vittime, alcuni di questi non erano bruciati. Una commissione d’inchiesta lo scorso giugno e a distanza di 25 anni ha risentito l’ammiraglio Sergio Albanese ma le sue risposte sono state secretate. A Le Iene Show, fugacemente ha commentato: “Nessuno è colpevole per non aver fatto l’impossibile”. Il dubbio, ora, è che l’impossibile non sia stato realmente fatto.



Nella puntata di ieri de Le Iene Show si è tornati ad affrontare il disastro del Moby Prince del 10 aprile 1991 e che coinvolse l’omonimo traghetto, il quale entrò in collisione con la petroliera Agip Abruzzo nel porto di Livorno, costando la vita a 140 persone. A 25 anni dalla tragedia, la trasmissione di Italia 1 ha riproposto le terribili immagini sollevando nuovi dubbi: come mai nessuno tentò di mettere in salvo le vittime? Dagli audio shock di quella tragica notte, emergerebbe una voce: “Purtroppo non c’è nulla da fare”. Era la verità? A detta dei parenti delle vittime, le persone a bordo sarebbero potute essere tratte in salvo. Le domande ed i dubbi sul disastro del Moby Prince si rincorrono ancora oggi: come mai, nonostante un superstite riuscì a salvarsi a distanza di oltre un’ora dallo scontro, si decise di gettare subito la spugna e non tentare il salvataggio delle altre persone presenti sul traghetto? La iena Gaetano Pecoraro ha intervistato il comandante Gregorio De Falco, il quale all’inviato del programma di Italia 1 ha spiegato: “Non c’è stato un soccorso coordinato, mi risulta che quella notte non si trovò per un’ora il traghetto del Moby Prince, che era comunque un traghetto assolutamente visibile per le sue dimensioni e a soli 3 miglia dalla costa”. A detta del comandante, sarebbe stato opportuno proseguire con le ricerche, ma le risposte potrebbe fornirle solo l’allora comandante Sergio Albanese. Quest’ultimo alla stessa trasmissione aveva raccontato quello che era avvenuto la notte del 10 aprile 1991, parlando di un vero e proprio “inferno dantesco” e rivelando la presenza di mezzi dei vigili del fuoco attorno al traghetto Moby Prince. In realtà, pare che gli stessi mezzi fossero tutti in soccorso alla petroliera Agip e non al traghetto, dove invece vi erano solo due rimorchiatori. L’audio shock, tuttavia, rivela come questi ultimi stessero attorno ma non spegnessero le fiamme che intanto erano divampate, come mai?

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