Anita Gombi è tornata a parlare: la compagna di Loris Gozi, il “supertestimone” del caso di Roberta Ragusa, è intervenuta ai microfoni di Pomeriggio 5. Gozi raccontò agli inquirenti di aver incrociato in auto Antonio Logli, il marito della donna scomparsa, e di averli sentiti litigare. Le sue dichiarazioni sono state sempre considerate inattendibili dalla difesa di Logli, che ha provato a screditare il testimone oculare in tutti i modi. La compagna, però, ha ribadito la versione raccontata agli inquirenti: “Io e mio marito abbiamo visto Antonio fermo in macchina a bordo strada attorno alle 00.30 e l’1. Ho sentito delle urla di paura da parte di una donna. Poi l’ho rivisto nel pomeriggio: mi ha fermata per chiedermi se avevo visto sua moglie, questa signora scomparsa. Poi però ha negato di essere stato a casa nostra e di essere stato su quella strada”, ha raccontato Anita Gombi a Pomeriggio 5.
Barbara d’Urso torna ad occuparsi di Roberta Ragusa, scomparsa misteriosamente nella notte tra il 13 e 14 gennaio 2012. Con l’accusa di omicidio premeditato e distruzione di cadavere è stato rinviato a giudizio il marito Antonio Logli, che – se venisse giudicato colpevole – rischierebbe la pena massima di 30 anni di reclusione, che verrebbero ridotti a 20 in virtù dello sconto della pena previsto dal rito abbreviato. Sono emerse indiscrezioni molto importanti, delle quali si occuperà oggi Pomeriggio 5: un’intercettazione ambientale potrebbe costare caro ad Antonio Logli. “Riesci a vedere? Guarda un po’, siamo alle 10 a luci spente … riesci a vedere qualche cosa?”, diceva Antonio Logli la notte del 25 gennaio 2012 all’amico e collaboratore Manuel, che replicava: “No, no da qui. Da lì non si riesce una cosa del genere”. Si è trattato di un sopralluogo preventivo? Il contenuto integrale dell’intercettazione ambientale ad Antonio Logli è stato diffuso da Quarto Grado, oggi se ne occuperà Barbara d’Urso nella nuova puntata di Pomeriggio 5. Intanto Fabrizio Peronaci, giornalista del Corriere della Sera, ha reso noto che sarebbero state interrogate nel massimo riserbo nei giorni scorsi tre persone in vista dell’udienza del 2 dicembre. Il cerchio si stringe?
Il prossimo 2 dicembre inizierà ufficialmente il processo con rito abbreviato e che vedrà protagonista Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, la donna misteriosamente scomparsa quasi cinque anni fa da Gello di San Giuliano Terme. Ora però, a incastrare Logli, accusato di omicidio e distruzione di cadavere della moglie potrebbe essere una intercettazione emersa nel corso della trasmissione Quarto Grado. Antonio logli si trova con l’amico e collaboratore Manuel, pochi giorni dopo la misteriosa scomparsa di Roberta Ragusa. E’ notte e l’intento di Logli sarebbe quello di verificare se da un punto preciso in via Gigli qualcuno potesse averlo visto: “Riesci a vedere? Guarda un po’, siamo alle 10 a luci spente … riesci a vedere qualche cosa?”, diceva il marito di Roberta. “No, no da qui. Da lì non si riesce una cosa del genere”, replicava Manuel. Secondo gli inquirenti si sarebbe trattato di una sorta di sopralluogo preventivo fatto dall’indagato ancor prima che venisse svelata l’identità del supertestimone e suo principale accusatore, Loris Gozi e che ora potrebbe entrare nel processo che si celebrerà con la prima udienza tra pochi giorni.
Entro la fine dell’anno, il caso di Roberta Ragusa, la donna misteriosamente scomparsa dalla sua casa di Gello di San Giuliano Terme la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012, potrebbe avere un colpevole. Antonio Logli, marito della donna scomparsa, è stato rinviato a giudizio ed affronterà il processo con rito abbreviato, con partenza il prossimo 2 dicembre. A giudicarlo sarà lo stesso gup Elsa Iadaresta, il medesimo che ha deciso per il rinvio a giudizio dell’uomo. Antonio Logli sarà giudicato colpevole o innocente? Ad attendere con grande ansia questo momento saranno anche i parenti di Roberta Ragusa, in modo particolare la cugina Maria, la quale ha commentato la vicenda sulle pagine del settimanale Giallo: “Siamo soddisfatti di come stanno andando le cose ma dobbiamo attendere con fiducia la decisione del giudice”, ha commentato, dopo l’udienza preliminare. La mente inevitabilmente va al passato proscioglimento da parte del precedente gup per il quale Antonio Logli non fu ritenuto colpevole di alcuna accusa a suo carico. Questa volta, tuttavia, la decisione del giudice potrebbe non essere a lui favorevole, come auspicano i familiari della vittima. Intanto, la sua difesa sembra aver scelto la via più sicura per il proprio assistito, ovvero quella del rito abbreviato. Una scelta strategica, a detta di molti, al fine di ottenere – in caso di condanna – una pena inferiore ai 30 anni. Eppure, non tutto è ancora certo in quanto il giudice potrebbe stabilire delle integrazioni probatorie e riascoltare alcuni testimoni. Tra questi, secondo il settimanale diretto da Andrea Biavardi, ci potrebbe essere anche Sara Calzolaio, nuova compagna di Antonio Logli e sua amante quando Roberta Ragusa era ancora in vita, ed il figlio della vittima, oggi maggiorenne, Daniele Logli, ipotesi quest’ultima esclusa tuttavia dalla difesa del padre. Intanto da quasi cinque anni, oltre all’immenso dramma, i parenti di Roberta Ragusa, a partire dalla cugina Maria, portano avanti la loro battaglia con un unico interessa: “Conoscere la verità su quanto è accaduto a mia cugina. Anche se sono consapevole che quella che sarà stabilita il 21 dicembre sarà solo una verità processuale”, ha dichiarato la donna. Il 21 dicembre, infatti, non solo si concluderà il processo-lampo a carico di Antonio Logli, ma quasi certamente giungerà la sentenza che stabilirà se il marito di Roberta Ragusa è ritenuto colpevole o meno rispetto alle accuse di omicidio e distruzione del cadavere della donna. La speranza della cugina, parte civile nel processo che si aprirà nei prossimi giorni, è sempre una: “Che sia lo stesso Logli a dare delle spiegazioni e a rispondere a tutti quei quesiti ancora rimasti senza risposta”. Alla luce dell’atteggiamento dell’uomo avuto finora, a partire dalla sua assenza in occasione dell’udienza preliminare, sarà difficile un cambio di posizione o un’ammissione di colpa. Aspetto, quest’ultimo, smentito anche dalla sua stessa difesa quando ha avanzato la richiesta di rito abbreviato, dichiarando in merito: “Non è assolutamente un’ammissione di colpa, né una strategia per giocare in difesa”.