Continua il lungo addio Fidel Castro in una Plaza de la Revolucion gremita. Sul palco molti i leader di paesi stranieri presenti per omaggiare il leader maximo e mostrare il loro appoggio a Cuba. Il fratello Raul ha ringraziato il mondo e il popolo cubano per la sentita partecipazione, ricevendo in cambio una vera e propria ovazione. Hasta la victoria siempre’. Raul Castro ringrazia il mondo per ”la solidarieta’ e il rispetto” mostrati per la morte del fratello Fidel. ”Cuba es Fidel. Yo soy Fidel”. Davanti a migliaia di persone nella Plaza de la Revolucion, la piazza del Comandante en Jefe, sfilano capi di Stato e delegazioni per portare omaggio al Lider Maximo, come riporta in queste ore l’Ansa e e le varie agenzie internazionali. Un lungo addio ma al veleno, dopo le parole dei tanti contestatori all’ormai ex presidente cubano, in particolari quelle molto forti della sorella Juanita che in una intervista a La Stampa ribadisce quanto detto subito dopo la morte del fratello (che l’ha esiliata). «Cuba viveva sotto una dittatura opprimente, e la gente soffriva. Fidel prometteva democrazia e pane per tutti. Ma una cosa era la rivoluzione; un’altra il regime instaurato dopo. Fidel non ha mantenuto le promesse. In parte lo ha fatto, ma il prezzo da pagare è stato troppo alto. Ho rotto con lui quando è diventato comunista e si è alleato con Mosca. Credo lo abbia fatto solo perché pensava che l’Urss lo avrebbe aiutato a durare, e ha avuto ragione, perché così è rimasto al potere mezzo secolo. Però è stata una scelta sbagliata sul piano etico, e anche pratico. Ha compromesso il futuro di Cuba, obbligando due milioni di persone ad abbandonare il Paese», conclude l’intervista alla Stampa di Juanita Castro.



Quando manca poco più di un mese all’inizio della finestra invernale del calciomercato le squadre italiane sono già al lavoro per individuare gli obiettivi giusti. L’Inter, reduce da tre risultati utili consecutivi in campionato, sembra aver tratto vantaggio dall’insediamento in panchina di Stefano Pioli. L’ex tecnico della Lazio ha già avanzato una richiesta, vale a dire il centrocampista argentino Lucas Biglia, suo pupillo in biancoceleste. L’affare potrebbe chiudersi già a gennaio, visto che il rinnovo del Principito con il club del patron Lotito tarda ad arrivare. L’altra squadra di Milan, il sorprendente Milan di mister Vincenzo Montella, sarebbe invece alla ricerca di un attaccante che dia fiato a Suso. Il nome giusto potrebbe essere quello di Manolo Gabbiadini, che a Napoli sta trovando sempre meno spazio, anche se il sogno della dirigenza è Andrea Belotti, che sta disputando un campionato da fuoriclasse con la maglia del Torino.



Il rinnovo non arriva e le notizie su un suo addio al Barcellona si fanno sempre più insistenti. Lionel Messi, cinque volte pallone d’oro, potrebbe lasciare il club nel quale ha militato tutta la vita, per provare nuove esperienze altrove. Tuttavia sono poche le squadre che possono permettersi un ingaggio così alto. Fra queste c’è il Manchester City di Pep Guardiola, che farebbe carte false per incrociare nuovamente l’argentino e metterlo accanto al Kun Sergio Aguero. Fra le compagini con il capitale abbastanza alto da poter pensare ad un acquisto così oneroso c’è il Paris Saint-Germain, che sogna una coppia fenomenale con Cavani e Messi in attacco. Nelle ultime ore è spuntata anche l’idea Inter: Trochetti Provera ha dichiarato che sognare non costa nulla, vedremo se il sogno Messi rimarrà tale o potrà diventare realtà.



I numerosi infortuni e le difficoltà incontrate lungo il cammino hanno convinto la dirigenza della Juventus a puntare su due centrocampisti per il mercato di gennaio. I nomi su taccuino dell’amministratore delegato Beppe Marotta e del direttore sportivo Fabio Paratici sono quattro: Axel Witsel dello Zenit San Pietroburgo, Steven N’Zonzi del Siviglia, Corentin Tolisso dell’Olympique Lione (affrontato dalla Juve in Champions League) e Tomas Rincon del Genoa. Quest’ultimo avrebbe il vantaggio di poter giocare la Champions League, a differenza degli altri tre che hanno già giocato nella competizione con altre maglie. Il preferito del tecnico Massimiliano Allegri è il francese Steven N’Zonzi, che a suon di prestazione si è preso il centrocampo del Siviglia, dimostrandosi un giocatore completo e dalla classe cristallina. L’ex Stoke City ricoprirebbe il ruolo di mediano davanti alla difesa, mentre come mezzala piace molto Corentin Tolisso: il classe ’94, nell’incontro disputato allo Juventus Stadium, ha realizzato il gol del definitivo pareggio.

Donald Trump con un post su twitter ha annunciato che si ritirerà da ogni incarico professionale lasciando il mondo degli affari, in questo modo lasciando il suo impero economico, per concentrarsi nel suo mandato di presidente degli Stati Uniti. Trump spiega che nessuna legge in vigore lo obbliga a fare ciò, ma si tratta di una sua scelta volontaria per evitare qualunque conflitto di interesse. Sempre su twitter annuncia una conferenza stampa per il prossimo 15 dicembre insieme ai suoi figli in cui spiegherà nei dettagli come potrà avvenire la cosa. Pare probabile che la leadership del suo impero economico venga lasciata proprio a loro. Nella scorsa settimana diverse persone avevano chiesto che Trump non venisse riconosciuto presidente proprio per il problema del conflitto di interessi, tra questi i consulenti in materia etica di George Bush e Barack Obama. 

Preso per le gambe e tenuto a testa in giù: è così che sarebbe caduto dalla finestra della sua camera d’albergo Domenico Maurantonio, lo studente padovano morto durante una gita scolastica nel maggio 2015 a Milano. Non solo: qualcuno avrebbe messo accanto al suo cadavere pigiama e boxer del giovane dopo che era precipitato e morto. Il corpo, in sostanza, venne spostato dopo la caduta. Perché? Le accuse sono dei legali della famiglia Maurantonio che in questo modo riaprono un caso mai veramente chiuso.  “Lo studente è stato afferrato per le gambe e tenuto a testa in giù. Che poi sia stato fatto precipitare o si sia trattato di un incidente è da verificare”, è la tesi dell’accusa dopo accurati test e indagini di esperti tra cui un ingegnere e un biologo. In sostanza qualcuno ha voluto far credere al suicidio in quanto le lesioni sul corpo non si spiegherebbero con una caduta contro una superficie piana. Il corpo invece avrebbe urtato gli scalini che si trovano davanti al punto in cui è stato trovato il corpo.

Si delineano i contorni dell’allucinante vicenda che ha per protagonisti un medico e una infermiera che operavano all’ospedale di Saronno e che secondo l’accusa sarebbero responsabili della morte di cinque pazienti, tra cui anche il marito della donna, ucciso perché i due erano amanti. Nell’altro caso il medico che si considerava in grado di decidere la vita e la morte dei pazienti li avrebbe uccisi in quanto malati terminali. In una telefonata intercettata dalle forze dell’ordine il medico, Leonardo Cazzaniga, vice primario dell’ospedale, chiede alla donna, Laura Taroni, se vuole che ammazzi anche i suoi figli al che lei dice di no. In altre telefonate i due discutono se quello che stanno facendo sia eutanasia o omicidio volontario. Oltre ai due, risultano indagate altre 14 persone tra cui il primario del pronto soccorso, medici e infermieri accusati di omessa denuncia e favoreggiamento personale, falso ideologico e certificato di false patologie. Da altre intercettazioni risulta che il figlio di 11 anni dell’infermiera fosse non solo al corrente, ma chiedesse alla madre di uccidere la nonna e una zia.

Strage nel dormitorio. E’ successo in Turchia in un collegio femminile nella provincia di Adana, dove un incendio sviluppatosi nella notte ha ucciso undici ragazze e la loro allenatrice sportiva. Altre 22 persone sono rimaste ferite. Il collegio era frequentato da ragazze di famiglie povere, secondo i primi accertamenti l’incendio è stato causato da un corto circuito. Nel dormitorio si trovavano 31 ragazze, alcune delle quali hanno cercato la salvezza lanciandosi dalle finestre dell’edificio. Le massime autorità turche si stanno recando nel luogo del disastro, una scuola che offriva istruzione media e superiore a ragazze di famiglie povere dei villaggi circostanti. 

Stavano pulendo una cisterna della nave traghetto “Sansovino,” quando le esalazioni velenose li hanno colpiti uccidendoli. Questa è stata la fine di quattro operai, che hanno trovato la morte ieri nel porto di Messina, mentre erano impiegati in lavori di manutenzione su una nave della Caronte & Tourist. Purtroppo si registra anche un ferito grave, l’uomo un ventisettenne originario di Lipari è stato trasportato presso l’ospedale cittadino, le sue condizioni sono però gravissime. La nave che era ormeggiata presso il molo San Ranieri è stata posta sotto sequestro. Sulla vicenda indaga la procura della città peloritana, mentre le indagini sono affidate alla locale capitaneria di Porto. Sembrerebbe che la causa delle esalazioni sia da attribuire ad un principio di incendio, scoppiato all’interno della cisterna dove i quattro stavano operando. Non si conosce tuttavia la causa che ha innescato il focolaio. 

Sono accusati di almeno cinque morti, di cui quattro avvenute nell’ospedale di Saronno. Arrestati un medico ed un’nfermiera nella giornata di ieri, dai carabinieri di Saronno, su ordine della procura di Busto Arsizio. I due, Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga erano anche amanti e hanno lavorato per un certo periodo presso la stessa struttura ospedaliera, il medico con il ruolo di vice primario. L’uomo, grazie alla sua posizione aveva anche messo a punto un protocollo, chiamato appunto “protocollo Cazzaniga” che contemplava l’uso di un mix di farmaci, che il più delle volte risultava letale. La sua amante era al corrente del suo modo di agire, e sembrerebbe che abbia usato lo stesso medoto sul marito della donna, morto nel 2013. Dalle intercettazioni dei carabinieri emerge un profilo della coppia “demoniaco”. La donna era pronta ad uccidere i figli di primo letto, anche solo per compiacere l’amante. 

Sono ore febbrili nelle stanze europee del potere: molti dei burocrati delle istituzioni finanziari si stanno affannando a mettere a punto un piano di intervento, in caso di vittoria del NO al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Di ieri la notizia che la BCE è pronta ad intervenire alla fine della consultazione elettorale, per limitare eventuali stravolgimenti finanziari, con un pacchetto di proposte che vedrebbero il suo culmine nell’acquisto massiccio di titoli di stato del nostro paese, allo scopo di limitare lo shock sul rendimento degli stessi. Intanto sempre oggi è arrivata la notizia che sia la commissione europea che la cancelleria tedesca sperano in una vittoria dei SI, unica strada per evitare scossoni ad un Europa che è sempre più in balia delle spinte antieuropeiste. 

Non sembrerebbero avere dei dubbi i sismologi, che ieri hanno lanciato l’allarme su un nuovo sciame sismico, che sta interessando le località interessate dal devastante terremoto di fine agosto. Nel pomeriggio di ieri, il picco di questi nuovi movimenti tellurici si è registrato vicino Amatrice, ad una profondità di 14 chilometri. La scossa che ha avuto un magnitudo di 4.4 gradi non ha portato grossi danni, ma ha fatto scattare nuovamente la paura tra i pochi abitanti che ancora risiedono nella zona interessata. Il Professore Alessandro Amato, commentando il nuovo movimento ha sottolineato che non si può escludere l’avvio di un nuovo sciame sismico.

Una squadra che fino a pochi anni fa giocava nei dilettanti, e che oggi avrebbe dovuto disputare la finale dell’equivalente sud americana dell’Europa League. Questa era la Chapecoense, definita da molti il Leicester brasiliano. La “favola”, questa volta non ha avuto purtroppo un bel finale, con quasi tutta la squadra morta in un tragico incidente aereo. Adesso gli aneddoti sui giocatori emergono con maggiore forza, ma quello che è certo pero che non solo il Brasile è in lutto, ma l’intero mondo del calcio, che si ritrova per la terza volta (dopo il grande Torino e lo United) a piangere dei campioni che forse hanno lasciato la vita terrena troppo presto. La competizione com’era prevedibile è stata annullata e gli stessi avversari che hanno chiesto l’assegnazione della coppa alla Chapecoense, in onore di una “favola” che non ha avuto… un bel finale. 

Si fa sempre più corposa l’ipotesi di uno slittamento del “closing” per la vendita del Milan. La firma definitiva prima stabilita per il 4 dicembre, era già stata spostata al 13 di Dicembre, ieri però sono insorte nuove complicazioni riguardo all’ottenimento di alcuni documenti, cosa che potrebbe far slittare la chiusura definitiva dell’affare di almeno altri 30 giorni. Fassone in qualità di uomo forte dei cinesi, ha incontrato i vertici della Fininvest. A loro oltre a prospettare le difficoltà insorte ha offerto un ennesima caparra, stimata tra i 50 e i 100 milioni di euro, caparra che deve servire a sottolineare la volontà all’acquisto dei “cinesi”. Tale slittamento non fa altro che confermare le parole di Berlusconi, che indispettito dai “tira e molla”, lunedì ha dichiarato che potrebbe ripensare all’intero affare. 

Non riuscirà certo a far smaltire la delusione per la sconfitta di Genoa, ma di certo un sorriso a Allegri il ritorno di Paulo Dybala lo strapperà. Il fuoriclasse argentino potrebbe ritornare in panchina già nel prossimo turno contro l’Atalanta, e nel caso di partita compromessa potrebbe finanche vedere il terreno di gioco. Ma non sarà solo il suo rientro a tenere banco, ormai dovrebbe essere imminente la notizia del rinnovo del contratto, Marotta e lo staff del giocatore stanno “limando” i dettagli, per l’asso ex Palermo è pronto un allungamento della scadenza e una sostanziale ricompensa economica, ricompensa che dovrebbe far arrivare il suo ingaggio a oltre 5 milioni di euro a stagione, fonti bene informate sottolineano come nel contratto sarà regolamentata anche la “vestizione” di quella maglia numero 10 da sempre ambita dal giocatore, e da quest’anno lasciata senza un proprietario. 

Infortunio finito per uno dei campioni di golf più famosi della storia, quel Tiger Woods che nel passato ha guadagnato le prime pagine dei giornali, non solamente per merito delle imprese sportivi sui green di tutto il mondo. Il campione americano dopo 16 mesi di lontananza dai campi dovrebbe rientrare a New Providence nelle Bahamas, in un torneo organizzato dalla fondazione che porta il suo nome. Woods nelle interviste è apparso molto determinato, sottolineando come abbia sofferto la lontananza dai campi, il suo intento è adesso risalire nella classifica mondiale, una classifica che lo ha visto retrocedere dal 1° posto fino ai margini dei primi 1000 giocatori al mondo.