Gravissima tragedia familiare a Novara la scorsa notte: un uomo, vedovo e con figlio disabile, disperato per la condizione della sua esistenza ha soffocato nel sonno uccidendolo il ragazzo e poi ha tentato di togliersi la vita accendendo il gas. Una tragedia che va oltre al mero fatto di cronaca e che tiene dentro una serie di interrogativi realmente drammatici: una situazione familiare con un figlio disabile è comunque una situazione che genera fatiche, dubbi, sofferenze ma che porta anche tutta la meraviglia di un dono come può essere un figlio, comunque sia e in qualsiasi modo e “forma”. Purtroppo non per tutte le famiglie il sostegno e l’aiuto ad una vita comunque faticoso sono presenti o peggio, alle volte, sono rifiutate proprio per l’estrema difficoltà nel calarsi ed essere accettati dalla realtà quotidiana, dai pregiudizi e dai pettegolezzi. Poi va aggiunto il dramma di una madre che è scomparsa un anno fa, come nel caso di Vespolate in provincia di Novara: la donna si era sempre occupata del figlio disabile ma dopo la sua morte è stato il padre a tentare di reggere il peso di una vita insieme e purtroppo, senza l’apporto della moglie, non ce l’ha fatto. La tragica scelta è stata fatta due notti fa, con l’uomo che ha agito di impulso e provocando volontariamente la morte per soffocamento del ragazzo innocente. Come riporta il Corriere della Sera, «Secondo le prime informazioni, il padre temeva per il futuro del figlio, che sarebbe rimasto solo quando sarebbe mancato, e ha deciso di uccidere il suo ragazzo e di farla finita. L’uomo è ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Novara». Il suicidio tentato è l’ennesimo caso purtroppo di reazione all’essersi reso conto del dramma inferto e al non reggere l’intero peso della vicenda.