La morte di Umberto Veronesi, il celebre oncologo milanese che avrebbe compiuto nei prossimi giorni 91 anni, ha rappresentato una grande perdita per il mondo dell’oncologia e della medicina in generale. I milanesi potranno salutarlo per l’ultima volta domani, a Palazzo Marino nella camera ardente allestita in Sala Alessi. In tanti hanno reso omaggio a Umberto Veronesi nelle ultime ore, tra cui Marco Bianchi, celebre divulgatore scientifico entrato nella medesima squadra dell’oncologo scomparso, il quale ha voluto salutare il professore su Facebook con una foto ed un messaggio ricco di significato. Nell’immagine Bianchi stringe la mano a Veronesi: “Un grande Uomo di Scienza e di Cultura, un Riferimento, un Uomo dall’animo nobile. Mi mancheranno le chiacchierate con Lui. La stimo Prof! Tanto. Sarà sempre con me”, scrive. Non sono mancati commenti di cordoglio, come quello di una utente che ha scritto, proprio sotto la foto di Marco Bianchi: “Il mondo intero ha perso un grande pilastro…la scienza e la ricerca hanno perso tutto…il cancro ha perso il suo nemico. Noi donne che abbiamo vinto la battaglia contro il cancro abbiamo perso il nostro punto di riferimento. Grazie di cuore prof Umberto Veronesi!!!”. Clicca qui per vedere il post Facebook e leggere i commenti.
Sarà aperta domani 10 novembre a Milano la camera ardente per Umberto Veronesi, l’oncologo morto ieri sera a quasi 91 anni di età. La camera ardente sarà allestita nella sede del comune, in Sala Alessi, a Palazzo Marino e sarà aperta dalle ore 11 fino alle ore 22.30 per dare la possibilità agli italiani che lo desiderano di dare un ultimo saluto all’oncologo. Sarà possibile rendere omaggio a Umberto Veronesi anche venerdì 11 novembre: la camera ardente sarà infatti riaperta dalle ore 8.30 fino alle 11, quando si terrà la commemorazione civile. Il funerale laico dell’oncologo si terrà sempre a palazzo Marino. La figlia di Umberto Veronesi, Giulia, ha spiegato così la scelta, come riporta Tgcom24: “E’ una proposta che ci ha fatto il Comune, e da giovedì (domani, ndr) sarà aperta la camera ardente”. Venerdì poi Milano saluterà l’oncologo con una cerimonia laica “come lui desiderava”.
È morto suo papà ma per Paolo, figlio di Umberto Veronesi, la morte del oncologo più famoso d’Italia è avvenuta in serenità e senza rimpianti. Ricordo commosso lasciato al quotidiano Il Giorno per Paolo Veronesi che la mattina dopo la scomparsa del fondatore dello Ieo e della Fondazione sulla ricerca contro i tumori celebra così lo scienziato genitore: «sereno e senza rimpianti. Conscio di aver fatto tutto quello che doveva fare. E questo, per noi, è di grande conforto. Dagli esami non è mai emerso nulla di particolare, nessuna malattia specifica… negli ultimi due mesi ha via via perso lucidità». È morto per l’età, 91 anni, senza una malattia particolare ma dopo averne curate moltissimo nel corso della sua vita; lucidità persa negli ultimi giorni, ma grande capacità di ascolto, come ricorda sempre il figlio di Umberto Veronesi. «Negli ultimi due giorni papà non ci riconosceva più e quindi non era possibile dialogare. Ma quello che più mi piaceva di lui, quello che fin da piccolo mi ha sempre reso felice di trascorrere del tempo insieme a lui, era proprio il fatto che avesse sempre qualcosa da dire e una grande capacità di ascoltare. Ci ha sempre spronato a essere critici, a non fermarsi mai ai risultati raggiunti ma ambire, invece, ad andare oltre. Queste sono le qualità e l’insegnamento che conserverò sempre».
91 anni ed una vita spesa nella battaglia contro il cancro: Umberto Veronesi, deceduto ieri, lascia un grande vuoto nella Medicina. Professionista ed anche uomo, l’oncologo non si è mai considerato di successo, dato che non è mai riuscito a sconfiggere il cancro. “Però posso dire che una battaglia importante l’ho vinta, ed è quella di convincere i miei colleghi a cambiare strategia contro i tumori”. Queste le parole che lo specialista ha usato durante un’intervista di due anni fa. La battaglia è quella che lo ha portato, fin dal 1973, a compire una vera e propria rivoluzione nel mondo dell’oncologia. E’ sua, infatti, la scoperta che i tumori al seno di dimensioni ridotte non necessitassero per forza la mastectomia totale e la conseguente mutilazione del corpo della paziente. E’ qui che Umberto Veronesi introduce la quadrantectomia, un particolare tipo di intervento chirurgico che permette la rimozione del tumore al seno e di assumere una dose inferiore di farmaci e radioterapia. La scoperta racchiude inoltre il pensiero del luminare, da sempre attento ai diritti civili ed alla dignità dell’uomo. Per Veronesi, infatti, la scienza doveva affinare le tecniche necessarie affinché si potesse garantire un’esistenza integra e dignitosa a tutti i pazienti, evitando menomazioni dolorose sia dal punto di vista fisico che mentale. Restano aperti numeri dubbi sulle questioni etiche che spesso hanno diviso invece che dividere ma resta un grande protagonista della scienza italiana.
Lutto nel mondo della medicina per la morte di Umberto Veronesi, promotore della prevenzione, soprattutto nei casi di cancro. Inventore della quadrantectomia, una nuova tecnica di cura per la guarire le donne affette da tumore al seno. Sono queste le basi su cui ha fatto leva nel periodo in cui è stato Ministro della Sanità, negli anni 2008-2011, forte di studi incessanti che ha portato avanti fino all’ultimo giorno. Una carriera brillante, spesso contestata ed ostacolata, ma che gli ha permesso di ottenere 13 lauree honoris causa, sia internazionali che nazionali. Gli ultimi anni della sua vita, Umberto Veronesi si è concentrato maggiormente sulla radioterapia e sulle tecniche che potevano migliorare questo tipo di esame. In ultimo, ha introdotto la intraoperatoria, riuscendo ad assottigliare i meccanismi burocratici previsti per molti degenti. Forte ed anticonformista, Veronesi si è spento nella sua casa di Milano, dopo aver trascorso le ultime settimane in un progressivo peggioramento dal punto di vista della salute.
La morte di Umberto Veronesi, promotore della prevenzione, ha sicuramente lasciato un segno per il grande rispetto che questi ha avuto per la vita nella sua disperata lotta contro una malattia incurabile come il cancro. Tutto è stato vissuto lungo anni di studio e grande riflessione. Sono tantissimi i ricordi che diversi personaggio noti hanno affidato ai social network. Tra questi spunta ovviamente il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che sottolinea: “Ricordo Umberto Veronesi, un grande italiano“, clicca qui per il tweet. Commenti che arrivano anche dal mondo della musica e dello spettacolo, come Emma Marrone che scrive: “Buon viaggio grande dottore!!! #UmbertoVeronesi“, clicca qui per il tweet di Emma.
È morto a Milano Umberto Veronesi, il celebre oncologo famoso in tutto il mondo scientifico per la sua ricerca incessante contro il male della modernità, quei tumori per cui ha dato vita ad una fiorente Fondazione e fondando anche un ospedale di ricerca a livello internazionale come lo Ieo. 91 anni, una vita spesa contro il cancro con due parole d’ordine come ricerca e laicità che hanno attirato numerose critiche quanto elogi: uno scienziato e un uomo di campo, con le battaglie portate avanti non sempre del tutto inattaccabili ma spesso importante verso il bene della ricerca. E allora eutanasia, alimentazione vegetariana, la cultura scientifica stessa e poi ovviamente anche l’aborto, uno dei temi più controversi per cui spesso è intervenuto in convegni e incontri pubblici per dire la sua ripetiamo molto controversa opinione a riguardo dell’interruzione volontaria di gravidanza. «L’aborto volontario è un evento grave, ma l’aborto clandestino è una tragedia: per questo offrire a una donna l’opportunità di abortire in modo legale e controllato corrisponde alla scelta del «male minore». E allora, all’interno di questo male minore, la modalità della pillola RU486 – che ho sostenuto sin dai primi accenni alla possibilità di una sua introduzione in Italia – è la scelta migliore, perché è quella meno dolorosa per la donna», scrisse Veronesi nel suo saggio “Dell’amore e del dolore delle donne”. Con Umberto Veronesi, se ne va un protagonista della scienza e cultura italiana, personaggio controverso se ce n’era uno, ma che sicuramente scatenerà reazioni e commenti dopo la sua morte.