Almeno sette infermieri colleghi di Laura Taroni e del suo amante, il medico anestesista Leonardo Cazzaniga, erano a conoscenza del così detto “protocollo”. E’ quanto rivela il sito RaiNews in merito a quanto veniva applicato ai pazienti del pronto soccorso di Saronno. Secondo quanto emerso dalle indagini, la direzione sanitaria non aveva mai dato ascolto alle segnalazioni di due infermieri che avevano sottolineato le anomalie in merito al modo di lavorare di Cazzaniga. Altri avrebbero taciuto quasi sicuramente per paura. Intanto emergono con sempre maggiore insistenza le intercettazioni shock tra i due amanti killer. Laura Taroni sarebbe stata intercettata mentre pronunciava frasi inquietanti del seguente tenore: “Io ogni tanto ho questa voglia di uccidere qualcuno, ne ho bisogno”. In Cazzaniga sarebbe invece emerso tutto il suo delirio di onnipotenza, stando alle sue parole. “Con questo paziente dispiego le mie ali dell’angelo della morte”, aveva asserito in un’occasione. Ed ancora: “io sono Dio”, diceva. Poco alla volta continuano ad emergere i retroscena shock dell’intera vicenda che continua a preannunciarsi ricca di colpi di scena.

Il caso delle morti sospette in corsia a Saronno e che vede in carcere con l’accusa di omicidio volontario il medico anestesista Leonardo Cazzaniga e la sua amante, nonché infermiera, Laura Taroni, sembra essere esploso in modo inarrestabile. Ad intervenire è stato anche l’assessore alla sanità della regione Lombardia, Giulio Gallera, il quale ha detto la sua nella nuova puntata di ieri del programma Effetto Giorno, su Radio 24. A detta dell’assessore, i nuovi dirigenti che sono stati nominati a gennaio, dopo aver preso consapevolezza delle criticità relative a Cazzaniga e dopo aver appreso del sequestro di oltre 50 cartelle da parte dei Carabinieri, hanno allontanato sia lui che l’infermiera Taroni dall’attività di pronto soccorso, collocandoli “con il loro assenso” in un altro presidio ospedaliero “a fare un’attività di ufficio”. La maggiore priorità dell’assessore è ora quella di comprendere “se ci sono quindi delle responsabilità nella vigilanza da parte della direzione generale sanitaria”. A tal fine, in modo da verificare eventuali responsabilità relative alla precedente dirigenza, l’assessore ha annunciato una commissione di inchiesta: “Adesso mettiamo un campo una commissione di inchiesta per capire se negli anni scorsi la dirigenza sanitaria ha agito con lo scrupolo necessario e se non si potesse avere un’evidenza di quello che succedeva o se invece sono stati sottovalutati alcuni elementi o ci sono delle responsabilità”.

Nelle ultime ore i riflettori si sono accesi sul caso di Saronno che vede protagonisti Leonardo Cazzaniga, medico anestesista e la sua amante Laura Taroni, infermiera, accusati entrambi di omicidio volontario. Il loro arresto, avvenuto nella mattinata di mercoledì scorso, ha rappresentato l’apertura di un vaso di Pandora che rischiava ormai di esplodere e che potrebbe contemplare ancora ricchi colpi di scena. Come riporta l’agenzia di stampa Ansa, le indagini sui due “amanti killer”, come sono ormai stati ribattezzati, si starebbero ampliando sempre di più anche alla luce di nuove intercettazioni e di testimonianze che andrebbero a complicare ulteriormente le posizioni di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga. Tutto sarebbe partito dalla morte del marito dell’infermiera, della quale la coppia è accusata in concorso. Altre tre morti sospette in corsia farebbero parte dell’inquietante “protocollo Cazzaniga”, avvenute per mano del medico anestesista, ma al centro delle indagini ci sarebbero anche le morti del padre di Leonardo Cazzaniga e della madre di Laura Taroni, le quali potrebbero essere riconducibili alla serie di omicidi contestati alla coppia. Le morti sospette tra i ricoverati presso il nosocomio di Saronno e i familiari della coppia diabolica avrebbe messo in luce il torbido rapporto di passione tra i due presunti killer ma anche una sorta di etica della morte applicata dal medico e che in molti colleghi avrebbero saputo e taciuto. A completare l’intricata trama di passione e morte, anche le intercettazioni shock tra Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga e che li incastrerebbero alle loro responsabilità. A rivelare solo alcune delle conversazione inquietanti tra i due amanti è il quotidiano Il Secolo XIX: “A questo paziente applico il mio protocollo”, diceva colui che si autodefiniva “l’angelo della morte”. Altre intercettazioni riguarderebbero invece Laura Taroni ed il figlio maggiore di appena 11 anni, il quale veniva educato alla strage. Lei, che si è detta anche pronta a sacrificarli: “E dei miei figli cosa vuoi che ne faccia?”, chiedeva al suo amante. “No, i bambini no”, replicava lui. A fare da sfondo al caso di Saronno ci sarebbe poi il silenzio dei colleghi, per i quali Leonardo Cazzaniga era semplicemente il “dottor morte”. L’inchiesta vede infatti coinvolte anche altre 14 persone, tra cui il direttore sanitario dell’ospedale dove avvenivano le morti sospette e altri specialisti e l’allora direttore dell’Azienda ospedaliera di Busto Arsizio, tutti accusati di omissione di denuncia e favoreggiamento.