Ha espresso un po’ di irritazione per il ritiro della richiesta di estradizione di Mullah Krekar da parte del’Italia la premier novegese Erna Solberg. Secondo quanto riportato da La Repubblica, Solberg ha dichiarato che la decisione di Roma “è qualcosa che dobbiamo accettare” e “non sta ai politici giudicare”. Il suo commento è arrivato dopo l’annuncio che il nostro paese ha ritirato la richiesta di estradizione dalla Norvegia di Najmaddin Faraj Ahmad, noto come Mullah Krekar: il religioso islamico è sospettato di essere al vertice di una rete jihadista curda nota come Rawti Shax e ritenuta legata allo Stato Islamico, che avrebbe progettato di rovesciare il governo del Kurdistan iracheno. E’ stata la Procura norvegese a spiegare di aver ricevuto dal Ministero italiano della Giustizia una lettera in cui si comunica la decisione giustificandola con una sentenza emessa da un “tribunale italiano” nel marzo scorso. La sentenza sarebbe quella “del Gip di Trento, Francesco Forlenza, di revoca della richiesta di custodia cautelare per cinque dei 17 presunti jihadisti della rete Rawti Shax che nel novembre del 2015 erano entrati nel mirino di una vasta operazione antiterrorismo, sviluppata in sei Paesi europei con arresti in Italia, Gran Bretagna, Norvegia e Finlandia e perquisizioni anche in Germania e Svizzera”.



Marcia indietro dell’Italia: la richiesta di estradizione dalla Norvegia di Najmaddin Faraj Ahmad, conosciuto come Mullah Krekar, è stata ritirata. A dare l’annuncio la Procura norvegese con un comunicato che non ha specificato le motivazioni della retromarcia effettuata dal Ministero della Giustizia. Nella lettera spedita il 25 novembre il ministero – come riportato da La Repubblica – ha citato la sentenza di un tribunale italiano che ha cancellato ogni requisito sulla richiesta di estradizione senza spiegare il dispositivo della sentenza e il motivo per il quale è servito tanto tempo per il ritiro della richiesta di estrazione di Mullah Krekar, che così può tornare in libertà. Il legale del religioso islamico, l’avvocato Brynjar Meling, ha definito la vicenda una “vittoria del diritto”, perché “dimostra come non sia possibile dissimulare un’espulsione dietro una domanda d’estradizione”. Mullah Krekar, rifugiato in Norvegia dal 1991, era sospettato di essere a capo di una rete jihadista curda, chiamata Rawti Shax e legata allo Stato Islamico, che avrebbe pianificato attentati in Occidente e puntato al rovesciamento del governo del Kurdistan iracheno.



Riavvolgiamo il nastro per ripercorrere le tappe della complessa vicenda relativa alla richiesta di estradizione dalla Norvegia di Mullah Krekar. Arrestato nel novembre 2015 durante un’operazione antiterrorismo che ha coinvolto altri 14 presunti esponenti della rete jihadista curda Rawti Shax, Mullah Krekar non finirà nelle mani dell’Italia, nonostante la scorsa settimana la Corte Suprema abbia accolto la richiesta di estradizione del nostro Paese. L’Italia ha fatto retromarcia, provocando la delusione della Norvegia che voleva liberarsi di un personaggio pericoloso, schedato da Onu e Stati Uniti come terrorista. Finito più volte in carcere, Mullah Krekar non è mai stato rispedito in Iraq perché nessuno avrebbe potuto garantire che non sarebbe stato giustiziato. Irrita la premier norvegese Erna Solberg, ma in conferenza stampa ha precisato che ha dovuto prendere atto della decisione di Roma. 

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