, nato da famiglia umile nel 590. Crescendo, imparò l’arte dell’oreficeria a Limonges da Abbone. La tradizione narra che Clotario II gli commissionò un trono consegnandogli l’oro necessario all’opera richiesta. Sant’Egidio, con quello che gli era stato consegnato, ne realizzò due e il re, che rimase impressionato da tanta bravura e onestà, lo consacrò a orafo di corte e maestro di zecca. Le opere a lui attribuite sono diverse fra cui alcuni arredi per le chiese di Notre Dame e Saint Denis a Parigi, Saint Loup di Noyon, San Martino a Limoges e l’abbazia di Chelles. Sotto il potere di Dagoberto I portò a termine anche delle missioni diplomatiche molto delicate come ristabilire la pace tra Bretoni e Franchi. A corte conobbe altri personaggi che diventeranno santi, Sulpizio, Audoeno e Desiderio. Ma scopriamo nel dettaglio la vita del santo. 



Sant’Eligio di Noyon, durante la sua vita si dedicò ad opere di carità compreso il pagamento dei riscatti per liberare i prigionieri, finanziò molte chiese e fondò il monastero di Solignac. Alla morte di Dagoberto I, Sant’Eligio venne eletto vescovo e da quel momento si dedicò alla conversione dei pagani presenti nella sua diocesi e promosse il culto di San Quintino e San Luciano di Beauvais, di cui trovò le spoglie. Morì a Noyion il primo dicembre del 660. Sant’Eligio è patrono di veterinari e maniscalchi poiché si racconta che miracolosamente riattaccò una zampa ad un cavallo, inoltre è patrono degli orafi, fabbri, garagisti, carrettieri, netturbini e dei numismatici. In Francia, per il giorno della sua festa, si protrae l’usanza di benedire i cavalli. Questa usanza è presente anche in alcune zone dell’Italia come Palermo e Casale del Pozzo, che, oltre alla benedizione, presentano vari eventi legati al mondo equestre. Il suo culto è diffuso in Francia, Italia e Germania. A Roma, esiste la Confraternita di sant’Eligio dei Ferrari, già citata nel 1619, anno in cui i canonici della chiesa di Noyon, che conserva le reliquie del santo, inviò in dono un pezzo del braccio che è oggi custodito in un reliquario. Anche gli artigiani legati ai metalli, protetti dal santo, il primo di dicembre festeggiano con diversi eventi. Il 1° dicembre, come tutti i giorni dell’anno, presenta un lungo elenco di santi e beati di cui ricorrono le celebrazioni. Citandone alcuni, possiamo ricordare: l’abate sant’Agerico di Verdum che venne perseguitato da Teodorico per aver dato asilo ai fuggitivi; sant’Albano Re di Ungheria, sant’Alessandro Briant sacerdote e martire, sant’Ansano di Siena che condannato al rogo, si salvò dalle fiamme, ma venne decapitato, beato Casimiro Sykulski che fu fucilato nel campo di concentramento di Auschwitz ed è ricordato con i martiri polacchi, vescovo San Castriziano di Milano, Beata Maria Rosa di Gesù una suora francescana che fece della fede la sua forza, beatificata nel 1987.

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