Mentre gli inquirenti stanno cercando di risalire ai movimenti di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, l’infermiera e il primario di anestesia di Saronno coinvolti in diversi casi di morti sospette, arriva una notizia che potrebbe stravolgere l’intera inchiesta. Come riportato da varesenews.it, infatti, l’avvocato dell’infermiera Laura Taroni, Monica Alberti, avrebbe inoltrato la richiesta di una perizia psichiatrica di parte sulla sua assistita. A svolgere tale perizia, secondo i piani della difesa dell’infermiera, dovrebbe essere il consulente Nicola Poloni. Una svolta, la seguente, per certi versi prevedibile, volta a voler dimostrare che eventuali comportamenti criminali da parte della Taroni sarebbero stati ispirati non da una mente diabolica come inizialmente ipotizzato, ma da una psiche malata. Spetterà dunque agli esperti della Procura di Busto Arsizio chiarire se davvero Laura Taroni era incapace di intendere e di volere come ipotizzato dalla difesa.

A partire dal prossimo lunedì riprenderanno gli interrogatori degli indagati coinvolti nel caso di Saronno e che vede protagonisti Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga, la coppia di amanti – lei infermiera, lui anestesista – che si sarebbero macchiati di tutta una serie di decessi, in corsia e non solo. L’inchiesta, come riporta Corriere.it, in questo momento starebbe seguendo due differenti quanto complessi filoni: da una parte si cerca di ascoltare tutti i medici che nel 2013 fecero parte della commissione d’indagine interna all’ospedale di Saronno e che non accertò le responsabilità del dottor Leonardo Cazzaniga, dall’altra si indaga su altre possibili morti sospette attribuite all'”angelo della morte” ed alla sua amante Laura Taroni. Negli ultimi giorni, infatti, è stato istituito un apposito centralino al fine di raccogliere tutte le segnalazioni sul caso di Saronno e che al momento sarebbero molteplici. Nello specifico, sarebbero emersi 20 nuovi casi sui quali gli inquirenti avrebbero puntato l’attenzione e che si vanno ad aggiungere a quelli già presi in esame. Sebbene si sia parlato di oltre 80 decessi sospetti, potenzialmente realizzati in seguito all’applicazione del “protocollo Cazzaniga”, il gip di Busto Arsizio finora ha accolto solo quattro casi di morte in corsia e uno in ambito familiare, ovvero quello di Massimo Guerra, marito dell’infermiera indagata e che sarebbe stata provocata proprio dall’azione di Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga. Ma i due amanti diabolici, in carcere dallo scorso 29 novembre, sarebbero gli artefici di altri inquietanti omicidi, per i quali restano indagati. Emblematico il caso della morte della madre di Laura Taroni, avvenuta il 4 gennaio 2014, esattamente quattro giorni dopo un litigio violento con Leonardo Cazzaniga. Sul fronte delle indagini, nel frattempo è emerso un altro aspetto che riguarderebbe una delle 15 persone indagate nell’ambito del caso di Saronno. A detta di Fanpage.it, si tratterebbe di un maresciallo dei carabinieri al quale sarebbe stata indirizzata una lettera da parte di un medico dell’ospedale, anche lui indagato per falso ideologico, nella quale esprimeva i suoi dubbi in merito all’operato di Laura Taroni, in riferimento alle “cure” riservate al marito Massimo Guerra, poi di fatto morto. La lettera però non sarebbe mai stata comunicata in procura e lo stesso carabiniere ha ammesso di non averla mai ricevuta. Sul caso è intervenuto anche il procuratore capo di Busto Arsizio, Gianluigi Fontana, il quale all’Ansa si è detto colpito per l’enorme eco mediatica conquistata dall’inchiesta che vede tra i protagonisti assoluti Laura Taroni e Leonardo Cazzaniga ed ha smentito il “muro di omertà” rispetto all’interrogatorio che ha coinvolto di recente per sette ore l’ex direttore sanitario Roberto Cosentina, il quale al contrario avrebbe “fatto chiarezza e risposto” a tutte le domande.