Potrebbe trovare soluzione il giallo sull’omicidio di un camionista, Roman Mazukin, trovato morto nella serata di sabato scorso all’autoporto di Fernetti, poco distante da Trieste. La vittima sarebbe deceduta dissanguata dopo essere stata accoltellata con un unico fendente mortale, giunto al culmine di una violenta lite. Autori del delitto sarebbero due camionisti della medesima nazionalità, finiti in stato di fermo all’alba di oggi in quanto ritenuti gravemente indiziati dell’omicidio. A darne notizia è il quotidiano Il Piccolo, secondo il quale i due presunti assassini sarebbero già stati sentiti questa mattina dal pm Lucia Baldovin, al cospetto del quale si sarebbero definiti innocenti ed estranei alla vicenda. Contro di loro, tuttavia, ci sarebbero gravissimi indizi. Tanto per iniziare, sui loro vestiti sarebbero state rinvenute macchie ematiche. Tracce di sangue riconducibili al camionista accoltellato sono state trovate anche all’interno della cabina del camion che sarebbe stato attribuito alla vittima. Ma come avrebbero tentato di giustificarsi i due russi in stato di fermo? Entrambi avrebbero asserito che le macchie di sangue sarebbero da ricondurre al tentativo di aiutare il loro connazionale, ritrovato ferito tra i Tir. La vittima, accoltellata all’addome, era ancora viva quando i due russi lo hanno trovato a terra. Ad allertare i soccorsi è stato un impiegato dell’autoporto Fernetti, il quale si sarebbe accorto della presenza dell’uomo, agonizzante e rantolante sull’asfalto, chiamando immediatamente i sanitari del 118, ma al loro arrivo non è rimasto altro da fare se non constatarne il decesso.



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