È giunto oggi pomeriggio nelle ultime notizie che arrivano dalla Turcha, la rivendicazione del terribile attentato avvenuto ieri sera ad Istanbul: il doppio attacco bomba che ha causato almeno 38 morti e centinaia di feriti è stato rivendicato dal gruppo Tak. Una frazione staccatasi anni fa dal Pkk, il gruppo filo curdo ha emesso sul suo sito online il comunicato di rivendicazione degli attentati avvenuti ieri sera in Turchia durante il match del campionato Besiktas-Bursaspor. Come riporta l’Ansa, si tratta dei Falchi della Libertà del Kurdistan (Tak) e la stage “è servita”: dal neo governo insediato in Italia arriva la ferma condanna per quanto avvenuto a Istanbul, «La Farnesina condanna con forza gli attentati di Istanbul della scorsa notte che hanno causato decine di vittime e il ferimento di oltre 160 persone». Erdogan punta però il dito ancora contro il Pkk: «non ci sono dubbi, ma se credono di spaventarci, si sbagliano. I responsabili pagheranno un prezzo molto alto», è quanto affermato dal presidente turco.
Ennesimo attentato contro i Cristiani d’Oriente e del’Africa: questa mattina, a Il Cairo è esplosa una bomba vicino alla Cattedrale costa del quartiere di Abbasseya, provocando 25 morti e feriti altri 40 e seminando il panico nella popolazione riunita per la messa della domenica. Oggi ricorre in tutto il mondo islamico il Moulid el Nabi, l’anniversario della nascita di Maometto: non si sa ancora se la matrice dell’attentato sia Isis o altri gruppi terroristici islamisti, di certo rimane la strage, l’ennesima, provocata contro chi semplicemente è “colpevole” di avere fede in Cristo. «L’esplosione è avvenuta, secondo le ultime testimonianze , all’interno di una piccola chiesa che all’interno del complesso della cattedrale, mentre si celebrava una messa. Sono stati utilizzati, secondo rilievi degli artificieri, ben 12 chili di tritolo», come riporta l’Ansa nel suo focus di approfondimento. Un secondo attentato dopo quello di ieri a Istanbul, con matrici e modalità del tutto diverse – si pensa ad un attacco del Pkk curdo – ha risvegliato nel Medio Oriente la paura e il terrore di una nuova stagione di stragi.
Istanbul torna protagonista di un attentato terroristico proprio vicino allo stadio di una delle sue squadre simbolo, il Besiktas, e come spesso accade in Turchia, rivolto contro la polizia. Anche a diverse ore dall’attentato di Istanbul le informazioni sono frammentarie, nel paese esiste – e maggiormente dopo il tentativo di colpo di stato per destituire Erdogan – una serie di limitazioni delle libertà individuali e di stampa tali che le informazioni sulla bomba che ha fatto saltare in aria un intero pullman di poliziotti in assetto antisommossa sono ancora frammentarie. Al momento si sa che i morti sono tredici e decine i feriti, dai più gravi a quelli più lievi. La partita tra Besiktas e Bursarpor era finita da circa due ore quando due forti esplosioni si sono verificate proprio nei pressi dello stadio. Poteva essere una strage di proporzioni molto più gravi. Ambulanze e polizia hanno subito preso possesso della zona, ma le immagini sono poche e filtrate dalla censura. Le dichiarazioni del governo di Erdogan non attribuiscono responsabilità specifiche anche se il ministro dello sport Akif Cagatay Kilic ha parlato di “crudele attentato terroristico, che vuole minacciare l’unità della nazione”. Le ipotesi, come di consueto nella strategia del controllo dell’informazione di Erdogan, sono fatte filtrare da organi di stampa, secondo i quali potrebbe trattarsi di un attentato architettato da un gruppo di scissionisti del Pkk curdo. Sullo sfondo l’ipotesi della mano dell’Isis.
Terminate le consultazioni del presidente della repubblica Mattarella, che come aveva ampiamente rappresentato all’inizio di questa crisi di governo, mira a ricomporre “l’enpasse politico” prima del 15 dicembre. Oggi la massima carica dello Stato ha incontrato le delegazioni di FI, del M5S e del PD. Se dai primi incontri le risultanze erano scontate, con gli azzurri che hanno negato un “appoggio esterno”, e con i grillini fermi sulla richiesta di votazioni immediate, dall’incontro con la delegazione di centro sinistra Mattarella ha avuto sicuramente delle risposte. Il capo dello Stato voleva infatti sapere se ci sono i margini per un reincarico a Renzi, o se invece l’ex premier non riesce più ad attrarre i voti sufficienti per reggere in aula un suo “esecutivo bis”. In questa seconda ipotesi il capo dello stato è pronto a consegnare l’ incarico nelle mani di Gentiloni, cosa che potrebbe avvenire già nella giornata di domani. Alla fine delle consultazioni Matterella ha comunque inviato un segnale, dicendo che “prima delle prossime votazioni si dovrà per forza di cose armonizzare il sistema elettorale”
Pesante scoop giornalistico del Washington Post, che in un articolo pubblicato oggi, accusa la Russia di aver aiutato in maniera definita “importante” l’elezione del nuovo presidente americano Trump. Il giornale che cita fonti dei servizi segreti americani, sottolinea come “soggetti riconducibili all’intelligence russo abbiano fornito un grosso aiuto economico ad alcuni hacker americani”, quest’ultimi avevano lo scopo di demoralizzare l’elettorato democratico, e di fatto aiutare indirettamente il magnate della grande mela. Proprio ieri il presidente uscente Obama aveva ordinato alla CIA “un’indagine approfondita”. Lo staff di Trump ha definito come “fantasiose le illazioni pubblicate”.
Un raid aereo americano, raid che ha sfruttato al tecnologia dei droni ha portato all’uccisione di uno degli organizzatori dell’attacco terroristico presso la redazione di Charlie Hebdo avvenuta a Parigi. L’uccisione che è stata rilevata da fonti dell’intelligence Usa e che è stata ripresa anche da fonti francesi, sembrerebbe essere avvenuta a Raqqa, la capitale dell’Isis in Siria, ed ha interessato il franco tunisino trentatreenne Boubaker el Hakim. L’attacco è avvenuto il 26 novembre, ed ha portato prima all’individuazione di un veicolo sospetto, successivi accertamenti operati con telecamere ad alta definizione hanno portato al riconoscimento di Boubaker, immediata l’autorizzazione di Obama di colpire il veicolo, cosa immediatamente fatta dai militari americani. Per pubblicizzare la notizia si sono attesi altri riscontri, riscontri che sono arrivati il 2 dicembre con la diffusione della morte dell’importante miliziano su un forum jihadista.
Tradizionale cerimonia quest’oggi, alla presenza del sovrano di Svezia che ha portato alla consegna dei Nobel del 2016. La cerimonia che si è tenuta nel tradizionale “Sala dei concerti Konserthus” di Stoccolma ha visto sfilare tutte le personalità insignite dell’importante onorificenza. Tra di loro come precedentemente comunicato mancava Bob Dylan, a posto suo a ritirare il premio l’amica Patti Smith che è apparsa notevolmente commossa. Per tutti i premiati è stato previsto un banchetto che vedrà la partecipazione dei reali, nonché un assegno di circa 800.000 euro. Questo l’elenco dei premiati oltre Dylan: Per la fisica Thouless, Haldane e Kosterlitz; per la chimica Sauvage, Stoddart e Feringa; per la medicina Ohsumi, per l’economia Hart e Holmström, il nobel per la pace è invece stato assegnato a Juan Manuel Santos.
Un derby non è mai una partita come le altre. Lo sa benissimo Massimiliano Allegri, che alla vigila della stracittadina di Torino cerca di caricare i suoi giocatori. Il tecnico toscano ricorda come lo scorso anno fu proprio la partita contro il Toro a rappresentare lo spartiacque, che ha portato poi alla conquista del quinto scudetto consecutivo, e non nasconde che vorrebbe vedere nei suoi ragazzi la stessa grinta di quella partita. Sotto il punto di vista della formazione, Allegri testato Dybala nella gara contro lo Zagabria, è tentato di dare fiducia all’argentino, il numero 21 potrebbe sostituire Pjanic, apparso in ombra nelle ultime gare, e completare il trio d’attacco insieme ad Higuain e Mandzukic, in difesa scontato l’impiego di Rugani, che di fatto è diventato un pilastro del reparto arretrato.
Dopo le rilevazioni della seconda parte dell’indagine sul cosiddetto “doping di stato”, salgono la pressione del mondo sportivo per cambiare la sede dei prossimi mondiali di calcio. Oggi sull’argomento è intervenuto il sottosegretario allo sport britannico che ha evidenziato come “lo sport russo manchi delle dosi minime di credibilità”. L’intervento segue la pubblicazione del “rapporto McLaren”, rapporto che ha sottolineato come negli ultimi anni il doping in Russia ha interessato oltre 1000 atleti, di tutte le discipline sportive, calcio compreso. Ed è soprattutto l’interessamento del mondo del pallone russo alle pratiche illecite, che fa preoccupare molti importanti esponenti sportivi, con alcuni di essi che non capiscono come la federazione russa possa garantire i controlli antidoping durante l’importante rassegna iridata.
Un campionato cadetto che fornisce ogni settimana nuovi spunti, spunti che non sono mancati neppure in questo sabato calcistico. Le prime due della classe entrambe sconfitte, il Verona a Vicenza e il Frosinone in casa con la Salernitana. Entrambe le squadre sono apparse alquanto abuliche, e soprattutto per i ciociari ci sarà tanto da lavorare stante anche il pesante passivo rimediato (3 a 1). Per la squadra di Marino inoltre vi è da combattere anche contro il morale, visto che non solo nella giornata odierna hanno perso, ma facendolo hanno permesso a Spal e Benevento di raggiungerli in seconda posizione. Nell’ottica dell’alta classifica da segnalare la vittoria del Perugia, che vincendo con la Pro Vercelli si porta nelle parti alte della classifica.
Un ingegnoso modo di scappare dalla Turchia, che in questi mesi è oppressa dal pugno di ferro post colpo di stato, quello sperimentato da 10 atleti turchi. I 10 che originariamente facevano parte di un gruppo di 14 atleti, hanno avuto il permesso di partire dal loro paese per partecipare ad un fantomatico torneo di arti marziali, che doveva tenersi a Dusseldorf. Nessun torneo era però in programma nella cittadina tedesca, appena atterrati infatti gli atleti hanno chiesto asilo politico. Dopo le indagini della polizia teutonica, uno degli atleti è stato arrestato per favoreggiamento all’immigrazione, gli altri 9 sono invece in attesa che le autorità definiscano la loro posizione. La vicenda è stata stigmatizzata anche dall’ambasciatore turco a Berlino, il quale ha espresso il suo rincrescimento per l’accaduto.