Un’icona per il movimento femminista egiziano: Doria Shafik guadagnò il suo titolo anche ad una fervente attività di scrittura. Era infatti poetessa, scrittrice e giornalista, laureata alla Facoltà di Filosofia presso l’Università Sorbonne di Parigi. La sua particolare attenzione per le differenze fra i ceti sociali, la deve alla composizione eterogenea della sua famiglia. La madre infatti era una benestante impoverita, che si era quindi sposata con un uomo più giovane del governo, di modeste condizioni. Inoltre, la donna usava allontanarsi insieme alla famiglia d’orogine durante il periodo estivo, azione che provocò una forte solitudine in Doria Shafik. Da bambina, venne affidata alle cure dei servitori, fra cui anche un eunuco. Fu in seguito con la morte della madre ed al trasferimento dal padre, che la scrittrice entrò infine in contatto con il lato cosmopolita egiziano. Fu in questo contesto che sentì parlare delle vittorie del movimento femminista del suo Paese. Huda Shaarawi divenne una sorta di mentore, che le permise anche di proseguire i suoi studi. E’ qui che inizia il vero e proprio stravolgimento della vita di Doria, tanto che prosegue la propria carriera spingendosi sulla strada dell’educazione. Grazie alla sua abilità nella scrittura ed all’impiego presso una rivista araba, usava indirizzare le donne egiziane a svolgere un ruolo più attivo sia a livello sociale che familiare.
Il Doodle ideato oggi da Google in onore dell’attivista Doria Shafik, la ritrae in un momento ideale, sul sottofondo del Cairo. Una città molto cara all’artista, dove visse gli anni fiorenti della sua vita ed in cui riuscì a spiccare il volo sia dal punto di vista personale che sociale. Inseparabile la rivista che porta quasi al di sotto del braccio sinistro, ad indicare la sua fervente passione per la scrittura. Lavorò infatti per molti anni come scrittrice presso alcune riviste, ma pubblicò anche numerose poesie in lingua francese. Doria Shafik inceede spedita e sicura verso l’affermazione non solo di se stessa, ma delle donne egiziane in generale, di cui si sentiva in qualche modo educatrice. Eclatante la sua decisione, nel 1951, di chiamare a raccolta tutte le donne per occupare la Camera, per fare in modo che tutte le donne potessero partecipare alle riunioni di decisione ed al suffragio.