San Giovanni della Croce, Dottore della Chiesa Universale, fondatore dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi ma anche grande poeta spagnolo, non da tutti ricordato come tale. La figura del Santo del Giorno id oggi è alquanto affascinante e sottolinea l’importante apporto di questo straordinario protagonista del Medioevo e Rinascimento spagnolo. Un tempo si diceva “mistico” ma è in realtà molto più complesso o quantomeno molto più serio di come si oggi intende spesso il termine “mistico”: era realmente un santo che venerava la persona di Gesù Cristo in quanto percorso personale di ascesi e preghiera verso il Signore, «un cammino spirituale dell’anima verso Dio e in Dio», diceva San Giovanni della Croce in una delle sue poesie. Fu anche teologo proprio sul ruolo specifico della preghiera nella vita del cristiano: «La sua opera sintetizza la tradizione spirituale cristiana precedente. La sua dottrina vuole che l’uomo, attraverso il passaggio nelle tre fasi («purgativa, illuminativa e unitiva») si liberi progressivamente da ogni attaccamento e da ogni senso del possesso per essere del tutto puro e libero di unirsi alla divinità («luce tenebrosa e tenebra luminosa»)», si legge nelle introduzioni ai suoi testi teologici ma anche poetici. Già, considerato uno dei più grandi poeti in lingua spagnola, uno dei primi, grazie all’uso incredibile dell’immagine all’interno degli scritti. Sebbene l’intero corpus delle sue poesie ammonti a non più di 2500 versi, due di esse – il Cantico spirituale e la Notte oscura dell’anima – sono considerate tra le migliori poesie in lingua spagnola, sia dal punto di vista formale e stilistico, che per l’immaginazione ed il simbolismo.
Il 14 dicembre la Chiesa ricorda la morte di san Giovanni della Croce. San Giovanni nasce a Fortivenos, vicino a Salamanca, nel 1542. Rimasto orfano di padre all’età di un anno, il piccolo passa un’infanzia nella povertà quasi assoluta, assieme alla madre, Caterina, e ai due fratelli: Francesco, affetto da problemi mentali, e Luigi, che sarebbe morto pochi anni dopo. Desiderosa di dare al figlio cibo e istruzione, Caterina affida san Giovanni alle cure dell’orfanotrofio di Medicina del Campo, dove il bimbo viene nutrito, educato e iniziato a diversi mestieri artigianali, verso i quali, però, non dimostra una particolare propensione. La vera natura del santo si rivela solo quando, all’età di 17 anni, trova lavoro come infermiere in un ricovero per pazienti affetti da malattie veneree. Qui san Giovanni si fa conoscere e apprezzare per l’amore che dimostra verso i poveri e i malati: il giovane svolge i lavori più umili e spiacevoli con gioia e riesce a trasmetterla anche ai ricoverati, dimostrando altresì di avere un atteggiamento retto e onesto verso tutti.
Dopo poco, san Giovanni viene mandato a studiare e a nutrire il suo amore verso Dio in un collegio di gesuiti, ma è l’ordine dei carmelitani di S. Anna la destinazione prescelta dal giovane novizio, ove lo stesso pronuncia la professione di fede, scegliendo per sé il nome di san Giovanni di S. Mattia. Mandato a perfezionare gli studi di teologia all’Università di Salamanca, il santo fa ritorno a Medina nel 1567, anno in cui viene ordinato sacerdote e durante il quale incontra Teresa d’Avila. Tra la monaca carmelitana e san Giovanni inizia un sodalizio che si snoderà tra mille vicissitudini, molto dolorose e probanti per il Nostro, fino al 1571, quando Teresa d’Avila diviene priora del convento carmelitano dell’Incarnazione non riformato; vestiti gli abiti di carmelitano scalzo e cambiato il suo nome in san Giovanni della Croce, il santo viene scelto da Teresa come suo padre confessore. Non godendo della protezione di alcun potente di Spagna, e avendo collaborato a fondare un ordine ecclesiastico antagonista a quello dei carmelitani dell’Osservanza, san Giovanni deve subire due arresti e una difficilissima reclusione che dura quasi nove mesi.
Evaso dalla terribile carcerazione, che lo riduce in fin di vita, il santo trova rifugio in un convento di carmelitane scalze di Beas. Qui san Giovanni trova ristoro e riesce a recuperare appieno le forze; sono proprio questi gli anni in cui produce i suoi più illuminati e noti componimenti poetici, divenuti dei classici della spiritualità. Tra essi si ricordano: “Cantico spirituale”, “Salita al Monte Carmelo”, “Notte oscura dell’anima”, “Fiamma d’amore viva” e “Romance”, sul prologo del Vangelo di san Giovanni. Dopo la morte di santa Teresa, san Giovanni incontra una crescente opposizione da parte dei carmelitani di antica osservanza e viene mandato al convento di Udeba, dove trova un’accoglienza ben diversa da quella riservatagli dalle suore di Beas. A Udeba, infatti, san Giovanni deve subire derisioni e maltrattamenti finché, ammalatosi gravemente, muore, all’alba del 14 dicembre del 1591, nello momento in cui il coro del convento inizia a cantare il mattutino. La beatificazione di san Giovanni della Croce è avvenuta nel 1675, la suo canonizzazione nel 1726 e nel 1926 è stato nominato “Dottore della Chiesa universale”.
, guida alla vita contemplativa, è protettore di poeti e mistici. Il suo culto è esteso in tutta la Chiesa, non solo nell’ordine che ha contribuito a fondare.
Oltre a san Giovanni della Croce, il 14 dicembre si commemorano anche, tra gli altri: Sant’ Agnello di Napoli, San Pompeo di Pavia, San Venanzio Fortunato, Santi Tirso, Leucio, Callinico e compagni, nonché Beata Francesca Schervier, Beato Bonaventura da Pistoia e Beato Protasio Cubells Minguell.