Con il passare delle ore emergono nuovi particolari sulla fine tragica di Gabriella Fabbiano, la 43enne uccisa lo scorso 30 novembre ma ritrovata senza vita solo il 5 dicembre scorso. Del suo delitto sarebbe responsabile l’ultimo suo compagno, Mario Marcone, arrestato insieme al presunto complice, l’amico 60enne Fabrizio Antonazzo. Quest’ultimo avrebbe accolto la sua confidenza relativa al delitto di Gabriella e lo avrebbe aiutato ad occultarne il cadavere anche grazie alla forte amicizia che li legava. Mario Marcone, dopo il delitto andò a lavorare come se niente fosse. Emerge intanto un nuovo retroscena riportato da Il Giorno: due anni fa Gabriella Fabbiano denunciò la violenza subita dall’ex marito ed avvenuta, a sua detta, proprio nella cava dove è stato occultato il suo cadavere. Quando i militari si recarono sul posto trovarono Mario Marcone e Fabrizio Antonazzo, episodio che fece subito accendere i sospetti suoi due uomini. Marcone inoltre ha un precedente per tentato omicidio ai danni dell’ex moglie, la quale rischiò di morire investita dall’uomo. La stessa, intervistata nei giorni scorsi da Pomeriggio 5 ha ammesso che l’uomo sarebbe stato in grado di uccidere anche Gabriella Fabbiano. A quanto pare non si sbagliava.
Dietro il delitto di Gabriella Fabbiano, la 43enne di Cernusco, ci sarebbe proprio l’ultimo compagno ed unico indagato Mario Marcone. Se fino ad oggi l’uomo aveva sempre negato un suo coinvolgimento, alla fine, messo alle strette, avrebbe confessato il delitto della donna. Ad aiutarlo, come intuito dagli stessi investigatori, anche un complice, l’amico 60enne Fabrizio Antonazzo, il quale avrebbe aiutato Marcone nell’occultamento del corpo di Gabriella Fabbiano. Ad incastrare l’ex della 43enne, come rivela Milanotoday.it sarebbe stato il ritrovamento da parte dei Ris di alcune tracce di sangue in auto e nell’abitazione di Mario Marcone il quale, una volta interrogato, avrebbe confermato le sue responsabilità. La sua versione, tuttavia, non avrebbe affatto convito gli inquirenti: nel corso dell’interrogatorio, infatti, Marcone ha raccontato di aver accolto Gabriella nella sua abitazione la sera del 29 novembre scorso, armata. Quindi l’uomo avrebbe cercato di disarmarla ma ne sarebbe nata una colluttazione al culmine della quale sarebbe partito per sbaglio il colpo che avrebbe colpito proprio Marcone. Le sue parole non coinciderebbero però con le risultanze, motivo per il quale le indagini proseguono alla ricerca della verità sulla morte della 43enne.
Le indagini sulla morte misteriosa di Gabriella Fabbiano, la donna 43enne ritrovata senza vita lo scorso 5 dicembre, avvolta nel cellophane e scalza, in una cava abbandonata a Cernusco sul Naviglio, proseguono senza sosta. Gli investigatori sarebbero certi che la soluzione dell’intricato caso potrebbe essere proprio nel luogo in cui il suo cadavere è stato rinvenuto, a distanza di alcuni giorni o forse di ore, dall’omicidio di Gabriella, avvenuto in seguito ad un colpo di pistola di piccolo calibro, dietro l’orecchio destro. A tal fine, come riporta Il Giorno nella sua versione online, gli inquirenti starebbero scandagliando, centimetro dopo centimetro, il fondale della cava, alla ricerca di risposte utili al giallo di Cernusco. Le inquietanti modalità con le quali il killer ed il suo presunto complice avrebbero scelto di disfarsi del cadavere della donna, hanno portato gli inquirenti ad ipotizzare che l’arma del delitto possa essere proprio nel medesimo luogo del ritrovamento. Nel frattempo, per la morte di Gabriella Fabbiano, donna e madre divorziata dalla vita sentimentale più che tormentata, ci sarebbe ufficialmente un solo indagato, il suo presunto ultimo compagno, Mario Marcone, sebbene continui a respingere le indiscrezioni sulla loro relazione, asserendo di essere stato solo un amico. Nel mirino di chi indaga, però, ci sarebbe un altro nome e cognome, quello del complice. E potrebbero essere addirittura fino a tre le altre persone coinvolte nell’incomprensibile delitto di Gabriella Fabbiano. Tanti i suoi ex amanti interrogati in questi giorni e che negano tutti – probabilmente come Mario Marcone, indagato a piede libero – di avere avuto una relazione con la vittima. Mentre si scava nella sua vita privata, grazie anche alle dichiarazioni di amici e parenti, gli inquirenti sarebbero sempre più convinti che la verità sull’uccisione della 43enne, venditrice porta a porta, potrebbe nascondersi proprio dietro il macabro rito con il quale sarebbe stata uccisa e poi occultata. Giallo ancora sul possibile movente, sebbene proprio le modalità dello stesso delitto farebbero pensare più ad un regolamento di conti che alla pista passionale inizialmente ipotizzata. La scena del delitto parlerebbe di una vera e propria esecuzione con intento punitivo a carico di Gabriella Fabbiano. Cosa avrebbe fatto, visto o saputo di così compromettente al punto da spingere i suoi assassini a destinarle una fine così terribile?